E si è così giunti, dopo sei partite di una bruttezza inenarrabile, a delineare il quadro delle semifinali del Master dei Principi di Londra. Gli ultimi verdetti sono arrivati dopo le ultime sfide del Gruppo A, che hanno sancito l'eliminazione del giullare serbo e l'approdo tra i primi quattro di Tomas Berdych e David "ammazza quanto corro ma ieri in effetti ero un po' stanco" Ferrer. Le speranze di qualificazione del dominatore dell'anno, Djokovic, sono andate via via affievolendosi dopo la sconfitta subita per mano del suo scudiero Tipsarevic, pronto ad essere radiato dalla federazione serba per cotanto affronto a Nole e probabilmente ad essere sistemato in una pubblica piazza di Belgrado al suo rientro in patria. La sfida tra i due era però iniziata con un buon Djokovic, a tratti(ni) simile a quello visto per gran parte dell'anno. Dritti assassini, grandi recuperi e risposte devastanti che hanno portato il numero uno del mondo a vincere il primo set 6-3. Nel secondo però è iniziata la ribellione di Ringhio, entrato al Master da alternate e per nulla disposto, stranamente, a cedere l'onore delle armi al suo avversario, cosa per altro sempre successa nei tre precedenti incontri tra i due.
L'insurrezione di Tipsarevic si è portata avanti fino al pareggio del conto dei set, avvenuto con la restituzione del 6-3 del primo parziale. In quel momento Djokovic spingeva molto meno, ma difficilmente si pensava che l'ammutinamento potesse concludersi felicemente per Ringhio. E invece... Altro 6-3 anche nel terzo set e primo successo in carriera per Tipso sul suo connazionale. Se Ringhio avesse concretizzato il match point contro Berdych, anziché il vagone di avvilente compassione, ora sarebbe lui in semi. Questo non tralasciabile evento si traduce in punti compassione per Costa do Seppi 2012. In ogni caso, l'evento ha portato Djokovic nel baratro, che per sperare nella qualificazione ha dovuto assistere al match della sera tra Berdych e Ferrer con la bandiera spagnola avvolta al televisore, un piatto di paella valenciana davanti a sé e un toro addomesticato sul tappeto. La scaramanzia però è servita a poco, anche se per un set sembrava che il miracolo potesse concretizzarsi.
Berdych, sempre accompagnato dalla sua nuova simpaticissima fidanzata, è sceso in campo forse credendo di trovarsi a Costa do Seppi, tanta era la compassione che emanava da tutti i pori. Il primo parziale è scivolato via in un nulla, e anche nel secondo Trottolino Ferrer stava tranquillamente dominando, fino a quando nel cervello del ceco si è acceso all'improvviso l'unico neurone presente. Sotto 5-3, e quindi a un passo dal decesso, Berdych ha iniziato a giocare, ha recuperato il break e stoicamente ha fatto suo il set per 7-5. Ferrer, che già si pregustava una comoda, o quasi, semifinale con Tsonga, iniziava a dare segni di cedimento, e dal sogno di vedersi a un passo da una possibile finale, si stava ritrovando a pensare che a distanza di 15 ore avrebbe dovuto fare i conti con tal Roger Federer, con il quale il conto degli H2H non è esattamente a lui favorevole.
La riscossa di Berdych è proseguita senza intoppi, favorita da un calo del livello della benzina di Ferrer, che mestamente ha subito un sonoro 6-1 al quale probabilmente penserà mentre verrà piallato oggi da Federer. E' stato comunque bellissimo vedere il valenciano soffrire così, luce per i nostri occhi. Berdych invece ha scacciato via i fantasmi dell'eliminazione, ma soprattutto ha spento le speranze di Djokovic di strappare un pass per le semi a gratis. Alle semifinali mancheranno quindi il numero uno e il numero due del mondo, ma non a noi. Oggi alle 15 assisteremo alla probabile esecuzione di Ferrer per mano di Federer, mentre in serata sarà la volta di Tsonga-Berdych, quindi tutti in prima fila a godere della visione di Ester. Se ci permettete un pronostico piuttosto scontato, Federer potrebbe perdere questo Master solo se una navicella spaziale facesse irruzione nella O2 Arena durante il suo match e sequestrasse Mirka (speriamo).
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