Drop Down Menu

domenica 27 novembre 2011

Costa do Seppi: semifinali. Verdasco e Davydenko sfruttano il momento e sono in finale

Amici lettori, buongiorno dalla ormai celeberrima Costa do Seppi, località oramai entrata nel cuore di tutti noi grazie alle straordinarie imprese dei tennisti più compassionevoli del 2011. Quella di ieri è stata la giornata delle semifinali Verdasco-Gulbis e Davydenko-Roddick, la cui disputa è stata per un po' incerta a causa della ormai totale inagibilità/inesistenza dell'ex Ou-Tri Arena. Al nostro arrivo, in quello che fino a sette giorni fa era l'impianto più all'avanguardia del mondo, ci siamo resi conto che difficilmente si sarebbe potuto giocare. Sparite del tutto le gradinate, anche le poltrone ultra-tecnologiche sono state vittima di razzia da parte degli abitanti locali, alcuni dei quali le hanno sistemate nelle loro auto al posto dei sedili, altri se le sono portate a casa per stare più comodi nei loro salottini retrò. Come se non bastasse dal terreno di gioco spuntavano dei ciuffi d'erba qua e là, segno che una nostra vecchia conoscenza, Giggi er caciottaro, aveva già approfittato della situazione e seminato il campo a carote e patate. Inutile spiegargli che erano in programma le semifinali del più importante torneo dell'anno, il campo da quel momento era suo e se avevamo qualcosa in contrario il Gran Consiglio della compassione doveva rivolgersi al suo protettore.


Ci siamo quindi mossi in giro per la città per scovare una zona dove poter far giocare i semifinalisti. Inizialmente il GCDC aveva pensato di abbattere i 250 ettari del Parco Nazionale di Costa do Seppi, ma con il nostro spirito ambientalista siamo riusciti a convincerli che non era il caso. Successivamente hanno provato a montare la rete in mezzo alla pista dell'aeroporto, ma quando un Tupolev della compagnia Aeroflot ha centrato in pieno la seggiola dell'arbitro si è capito che anche quella non era la soluzione più adatta. A quel punto il colpo di genio dell'ubriachissimo tournament director Pinuccio lo Sciamannato: abbattere una favela e piazzare le rete là. Primo, perché un po' di poveracci sarebbero andati via da Costa do Seppi migliorando l'immagine delle città, secondo perché una volta chiuso il torneo avrebbe potuto utilizzare lo spazio lasciato vuoto dalle baracche per costruirci un mega centro commerciale, ovviamente abusivo.

E' così potuta iniziare la giornata dedicata alle semifinali, e tra due ali di folla acclamente (non si pagava il biglietto quindi la gente è accorsa numerosissima), hanno fatto il loro ingresso in campo Fernando Verdasco e Ernests Gulbis. Lo spagnolo ha incendiato gli animi presentandosi con l'ennesimo abbigliamento sobrio: foulard Gucci, camicia Alessandrini aperta sul davanti, gilet D&G, jeans Armani con cinta in pelle umana e fibbia dorata a 340 carati tempestata elegantemente da 20 diamanti purissimi, scarpe Hogan e calzini Lacoste. Gulbis però, essendo stato avvertito dalle sue conoscenze del piano di Verdasco, per stupire il pubblico, ha voluto tramortire il suo avversario fin dall'ingresso in campo: il lettone è entrato con una Limousine di 24 metri nera, è sceso salutando il pubblico e, dopo aver avvisato il suo avversario che aveva portato alcuni amici importanti in quanto lui è ricco sfondato, dalla macchina sono scesi nell'ordine: Giorgio Armani, Roberto Cavalli, Calvin Klein, John Richmond, Valentino, Fendi, Yves Saint Laurent, Renato Balestra, Gianfranco Ferrè, Cesare Paciotti, Ottavio Missoni, Givenchy, Donatella Versace (ubriaca), Mariella Burani, Miuccia Prada (giunta a bordo di Luna Rossa), Marta Marzotto e Laura Biagiotti, i quali, al solo schiocco delle dita di Ernestino, si sono impegnati a cucire maglietta e pantaloncini al viziato tennista di Riga. Verdasco, in preda all'emozione, è svenuto. Per rianimarlo ci sono voluti alcuni minuti, ma una volta ripresosi ha pensato bene di vendicare il terribile affronto togliendo fuori una prestazione straordinaria. Con assoluta determinazione e, stranamente, senza un briciolo di compassione, nel primo set ha tramortito il suo avversario 6-0, genuflettendosi davanti a Miuccia Prada ad ogni bel punto realizzato. Nel secondo set allora Gulbis ha sfoggiato una mise appena cucitagli da Giorgio Armani, ed effettivamente Verdasco ha un po' subito il colpo, andando sotto di un break. Sul 5-4 e servizio per il lettone è però venuto fuori il momento tanto atteso, il compassione-time, vero leitmotiv del Master di Costa do Seppi. Così Gulbis ha pensato bene di cedere il servizio e i successivi otto punti consecutivi al suo avversario, che, davanti ai suoi idoli, ha guadagnato l'ingresso in finale.

Benchè Gulbis nel 2011 abbia accumulato tantissimi punti per questo torneo, spesso e volentieri perdeva direttamente senza nemmeno lottare e sottraendosi direttamente al consueto compassione-time. Giustissima quindi la finale a Verdasco che più volte ci ha deliziato, non solo di questi momenti imbarazzanti da tramandare ai posteri, ma anche altissimi livelli di stupidità, che uniti alla compassione, generano un mix esplosivo che il Gran Cosiglio gradisce e tiene altamente in considerazione.

Contenti del primo esito ci siamo dedicati al secondo match del giorno, quello tra Roddick e Davydenko. Due veterani del tennis, approdati in questa edizione soprattutto perché il 2011 per loro è stato un imbarazzante fallimento rispetto agli altri anni. Il cartello che c'è all'ingresso di Costa do Seppi dice che a tennis "perdere è umano, perseverare è compassionevole". Le perle di saggezza andrebbero prese in considerazione. Il russo ha fatto il suo ingresso in campo con ancora le catene alle caviglie e la maglia strappata dalle frustate del sergente Hartman, che dopo averlo insultato di fronte al pubblico, per dargli la grinta necessaria per fare suo il match, si è congedato rivelando che doveva scappare perchè Irina lo attendeva in albergo per "riparare" il cigolio del letto. L'americano invece è entrato ormai sempre più vibrante, portando a 29 il numero delle serie di tic al secondo. Un vero prodigio. Visto il delirio dell'altro giorno, quando è stato acclamato come "Ispanico" dal pubblico, si è montato la testa vestendosi da Gladiatore e durante il palleggio di riscaldamento ha iniziato a narrare epiche imprese che diceva di aver compiuto, dichiarandosi discendente diretto di Massimo Decimo Meridio. Ecco cosa succede a rimanere a digiuno di semifinali. La tesata impazzisce. Il cappellino, che da nero è imbiancato per la vecchiaia (ricordiamo che un giorno umano corrisponde a circa 15 anni per i cappellini), era in tribuna un po' acciaccato, tossiva e respirava affannosamente. L'età si sentiva. Lo statunitense, ormai totalmente calato nella parte, appena viste le catene e i segni delle frustate di Nikolay, ha pensato fosse uno schiavo romano così si è gasato e tra uno schiaffetto dietro la nuca nei cambi di campo e umilianti derisioni a distanza, è riuscito a deprimere la PlayStation russa che nel primo set ha raccattato appena due game approfittando dei momenti in cui Roddick saliva in una lavatrice a bordo campo per fare le sue orazioni, convinto che fosse un pulpito. Andy aveva ormai la partita in pugno doveva solo continuare su quella strada per portarla casa, magari diminuire appena la lunghezza dei suoi discorsi sulla lavatrice per evitare di perdere punti inutilmente. Stranamente ha agito proprio nel modo più semplice possibile arrivando a servire sul 5-1 per chiudere il match, ma una volta presa la pallina, ha deciso che per innalzare la sacralità della sua vittoria, voleva giocare il suo ultimo punto con la spada. Ecco. Non c'è bisogno che vi raccontiamo il seguito perché potete benissimo immaginarlo voi. In 10 minuti si è arrivati al 6-5 per Davydenko. La compassione dell'americano stava toccando picchi inauditi, che uniti alla stupidità dei suoi gesti erano uno spettacolo prelibato per l'organizzazione del torneo, che già contattava il manager di Roddick per l'ingaggio anticipato del 2012. Il russo si è quindi portato a servire per vincere il set, ma mentre lo faceva si è aperta una ferita causata da una frustata di Hartman e il dolore lo ha portato a concedere il game. Lo spettacolo stava diventando peggio di un'amichevole tra Simon e Monfils e l'idea di tornare in albergo era sempre più forte, se non che un imprevisto ci ha trattenuto: mentre Roddick faceva l'ennesima orazione per ringraziare gli dei dell'Olimpo che avevano fatto riaprire le carni del russo donandogli il tie-break, un urlo di dolore ha bloccato le parole dell'americano. Era il cappellino, che un istante dopo si è accasciato a terra privo di sensi. A niente è servito l'intervento del medico che non ha potuto fare altro che decretarne il decesso. Lutto a Costa do Seppi. A questo punto Andy è partito con un'altro monologo di dolore per il defunto e, annunciando che un guerriero è inerme solo di fronte alla morte, si è ritirato dal torneo, regalando la vittoria a Davydenko.

Dopo questa epica battaglia si è quindi giunti al tanto atteso epilogo del Masters della Compassione che vedrà in finale lo spagnolo Verdasco, opposto al russo Davydenko, disponibilità del campo permettendo. QUI troverete il quadro generale col tabellone aggiornato e i premi dei partecipanti usciti di gara. Anche per oggi da Costa do Seppi è tutto, appuntamento a domani per la grande verità sul nuovo maestro della compassione.


Update: ci sono appena arrivati i risultati dell'autopsia al cappellino e pare avesse ingerito ingenti quantità di arsenico, quindi non si tratta di morte per vecchiaia, ma suicidio. Comprensibile

0 commenti:

Posta un commento