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domenica 13 novembre 2011

Federer vola, Tsonga soffre. Silvio entrambe le cose, e noi gioiamo

Dopo avervi cantato la gioia per la dipartita del pallettaro, ci siamo resi conto che tutto sommato, nella giornata di sabato, avevamo delle semifinali potenzialmente guardabili, ma soprattutto una lunga finale imperdibile. Dopo anni di prove, Federer è riuscito a collezionare anche la finale di Parigi-Bercy, ma niente in confronto ai 18 che hanno trasformato l'Italia in una barzelletta ambulante. Tsonga invece sembrava ormai al tappeto, ma è riuscito ad alzarsi e mettere KO l'avversario, esattamente come ha fatto la Carlucci che, dopo aver fatto ringalluzzire il nanerottolo definendolo "super potente sessualmente", l'ha pugnalato alle spalle. Pensate da che tipo di personaggi dipendevamo.


La prima semifinale della giornata era quella tra Berdych e Federer. Noi ovviamente facevamo il tifo per il ceco, perché tra il vedere Mirka o Ester in finale la scelta non era per niente difficile. Ovviamente non è andata come noi speravamo e Tomas, molto probabilmente stanchissimo, dopo la sfacchinata d'orgoglio per eliminare Murray, non ha giocato malissimo, ma ha sbagliato due cose: i break in apertura dei due set. Partendo con questo vantaggio in entrambi i parziali, per lo svizzero è stata una passeggiata. A Tomas non resta che pensare al Masters, ma soprattutto a regalarci qualche sorpresa visto che l'anno da rookie l'ha già fatto e non ci sono più scusanti se non la compassione.

Intanto ci si preparava all'equivalente dell'ultima cena: il voto per la legge di stabilità, una pura formalità per procedere alle dimissioni di colui che ha messo in cattiva luce Rocco Siffredi nel Mondo. A Parigi invece scendeva in campo l'idolo di casa, Tsonga, contro Isner. Non si sa cosa abbiano messo nel latte di Big John, ma in questo torneo è cresciuto esponenzialmente rispetto a quello che gli permettono le sue caratteristiche fisiche. Il pugile francese è arrivato in campo col cuscino ancora attaccato alla guancia e sottovalutando il gigante americano si è subito messo nei guai perdendo il set 6-3. Il primo round è stato quindi un disastro per il francese e Isner non ha fatto complimenti. Nel secondo si è andati on serve fino al tie-break, vinto da Jo pesantemente per 7-1. Sembrava ormai finita per il gigante, ma da buon americano ci ha fatto vivere un piccolo film, rientrando in partita: arrivati al 5-6 per big John, il boxeur ha dovuto annullare ben tre match point prima di portarsi sul 6 pari e caricarsi come non mai. Il KO è stato vicino, ma non esserci andato gli ha permesso di trovare le forse finali per chiudere 7-3 il tie-break su un Isner col morale a terra per aver buttato un'occasione d'oro.

Intanto al Quirinale si fremeva per l'arrivo di Silvio e tutti lo attendevano per dargli l'ultimo saluto commosso. Lo show è partito in prima serata (contrappasso del potere mediatico) verso le 20:40 con l'arrivo del toro da monta. Non abbiamo comunque disdegnato il pre-show di Formigoni che ha voluto tenere calde le masse indicando il cielo, probabilmente per qualche pioggia di meteore imminente. L'arrivo delle macchine e' stato quindi un tripudio in stile calcistico, proprio come lui ci ha abituato a vedere la politica, in modo che si circondasse dei consensi degli ignoranti. Dopo averci messo un'ora per levarsi dalle palle alle 21:42 l'annuncio tanto atteso da ben 18 anni e mai come ora possiamo dire: la messa è finita, andate in pace.

E' stato molto compassionevole il modo in cui il premier ha salutato sorridente la folla che gli dava del buffone, prima di recarsi dai suoi adepti per elaborare le condizioni da patteggiare con Napolitano. Le immagini hanno fatto il giro del mondo in pochi secondi e addirittura abbiamo ricevuto una mail da Costa do Seppi nella quale ci chiedevano se secondo noi era possibile farlo rientrare tra gli 8 prescelti. Abbiamo spiegato che era un po' complessa come cosa, ma abbiamo fatto i complimenti al Gran consiglio per l'idea, così ci hanno omaggiato con altri due nomi in esclusiva: Troicki e Baghdatis.

Alle 15 partirà la finale di Bercy tra Federer e Tsonga. Il francese si dovrà dare una svegliata perché il livello penoso mostrato ieri non è per niente sufficiente a mettere KO lo svizzero. Tanti saluti da Arcore.

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