Quasi ci pentiamo di esserci esaltati i primi due giorni di Master, visto che da quel momento il livello è sensibilmente calato. Poi ovvio si parla pur sempre di top players, quindi i match regalano comunque fiammate notevoli di tennis, ma nel complesso si rasentano basse sufficienze. La colpa è nel fatto che tra i superipermega giocatori e gli altri ci sia l'abisso più profondo. Non vi stiamo dicendo niente di nuovo, ma vederlo concentrato anche tra i più bravi 8 dell'anno, la questione rattrista parecchio e sarebbe da prendere seriamente come allarme.
Nadal e Djokovic sono inarrivabili anche quando non sono particolarmente concentrati. Sono gli unici che sanno giocare i momenti importanti e riescono a far girare un match in appena due 15. Senza contare la facilità con cui fanno punti. Quando si vede una loro partita sembra che lo score dell'avversario non avanzi, mentre il loro galoppi. Se ci fate caso, è talmente raro vederli subire gioco, che magari nelle situazioni in cui sembrano in sensibile difficoltà, al massimo stanno su uno 0-30. Il tempo di due servizi e riportano il conto in parità, spediti fino a conquistare il game. Come anche, se mai dovesse capitare di vederli sotto di un break (o set), basta dare loro due punti consecutivi ed ecco che diventa quasi matematico il recupero della situazione e il conseguente capovolgimento di fronte. Ad oggi sono gli unici che riescono a fare questo con regolarità. Non a caso sono numero uno e due del mondo.
Rafa però è anche nel mood vincente e infatti l'impressione è che in ogni caso il serbo sia spacciato. Non vediamo possibilità di altri vincitori del Master se non di Nadal, i fatti non permettono di pensare ad altro. L'iberico ha vinto tutti i suoi incontri in due set e anche nel più contorto contro Wawrinka, l'idea era sempre del classico film già visto. Impressione che poi si è puntualmente tramutata in realtà. Con Djokovic è diverso. E' vero, alla fine risolve sempre in suo vantaggio (e nel Master a differenza dell'iberico ha giocato solo contro tennisti di spessore), ma le sensazioni che suscita non sono di film già visto, anche se poi sempre in quello si ricade. Pur raggiungendo lo stesso traguardo, il modus risulta psicologicamente diverso per l'avversario e, nel tennis di alto livello, dove la componente mentale percepita è fondamentale, l'apparente sottile differenza avvantaggia lo spagnolo. Mettendola in modo figurato, avere Nadal di fronte ti da l'impressione di essere opposto a un muro liscio e invalicabile, mentre Djokovic ti da la stessa sensazione, ma comunque qualche appiglio per invogliarti la scalata lo lascia scoperto... e prima o poi qualcuno ce la fa...
Queste sono ovviamente sensazioni che i due giocatori stessi percepiscono reciprocamente. E voi provate a dire allo spagnolo che ha 1 possibilità su 100 di vincere contro il serbo, cosa succede? Che lo Rafa quella singola opportunità la legge come 100. Aggiungiamoci poi che non parliamo di uno qualunque ed ecco che il serbo per le Finals è spacciato. Poi ovvio, questo è un discorso teorico fatto sulla base di quanto dimostrato in questi giorni, se poi uno dei due nei prossimi appuntamenti si sveglia con la luna storta, la risultante può essere diversa. Gli errori di valutazione si possono fare con le macchine, figuriamoci con questi umanoidi.
In conseguenza a tutto questo, saranno forti e regolarmente inscalfibili, ma ormai difficilmente ci si può divertire di fronte a una loro partita standardizzata. E' preferibile la varietà mediocre. Abbiamo già ampiamente parlato nei giorni precedenti dei match di Rafa e non cambia molto con quelli del serbo. Alla fine vince sempre lui, prima con Federer e poi con Del Potro. Ma mentre almeno con lo svizzero, era visibilmente sgonfio e quindi i due erano a pari livello, ieri con Del Potro, nonostante il terzo set, non si percepiva la minima possibilità che l'argentino potesse uscirne vincitore. Tutti i punti si sono sviluppati allo stesso modo, ovvero Djokovic picchiava a destra e sinistra e Juan Martin faceva il tergicristallo fino all'errore. Nel secondo set si è un pelo rilassato il serbo, concedendo il parziale, ma una volta giunti al terzo, ripresa la giusta concentrazione, non c'è stata storia. Che noia.
Per chiudere il quadro, si aggiunga poi che a inizio giornata c'è stato l'incontro tra un inesistente Gasquet e un Federer addirittura nervoso che non riusciva a giocare, pur essendo opposto al nulla totale. Un match potenzialmente alla pari e divertente si è tramutato in una schifezza noiosa. Dopo quattro giorni di Master ora siamo delusi... guardiamo con più piacere il doppio, pur essendo monopolizzata dalla terza essenza della compassione spagnola in campo.
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