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domenica 24 novembre 2013

Glande Slam: Day 5. Benneteau for family, occhio a Judy Murray, Gulbis in lacrime


di Emiliano Severoni da Glande Slam

[Scopriamo assieme a Emiliano come Benneteau e Verdasco & Lopez hanno vissuto il loro pre-partita e la reazione di Gulbis dopo la sua vittoria...]

Ormai è chiaro: qui a BastaRd bisogna avere gli occhi bene aperti perché non si sa mai cosa può accadere: dalle torture di Soderling alle MILF di Federer, passando per sciroccati di vario tipo (partecipanti al torneo compresi, ovviamente). Insomma, io e pollo dopo il combattimento con Federer contro i suoi fans abbiamo deciso di tenere un atteggiamento guardingo e diffidente verso tutto e tutti. Mi spetta l'intervista a Benneteau prima del suo match con Stepanek e la cosa avviene, almeno all'inizio, in un clima di rilassatezza vista la semifinale ormai in tasca del francese. "Scheverhonhi, te l'afefo deshto che non chapischi un schaszo di shtennish", mi dice lui senza dentiera. "Va bene, Julien, hai ragione. Però mettiti quella dentiera perche fai veramente schifo". "Puah, le tue illazioni non mi tangono", mi avverte dopo essersi messo i denti a posto, "come vedi la via della Compassione è agevole per me". Butto giù la domanda di routine: "Quale arma userai contro Stepanek?". "Mah, contro l'ennesimo fighetto di questo torneo mi giocherò la carta parentale". Non fa in tempo a finire la frase che la porta del corridoio viene sfondata da una frotta di giovani ragazzini incazzati. Io e pollo ci mettiamo immediatamente in posizione per menare le mani ma subito ci rendiamo conto che Benneteau non è Federer e quindi potrebbe essere necessario. "Ti presento i miei discendenti, caro Severoni. La famiglia vince sempre sulla gnocca, ricordalo sempre". Guardo Benneteau con aria interrogativa, cercando di capire il senso delle sue parole. Poi, come al solito, piega lo spazio tempo ed entra trionfalmente in campo, seguito dai suoi nipoti.

Mentre io e pollo sorseggiamo il celebre "Bloody Robin" (un cocktail a base di vodka, pomodoro, tabasco e dinitrotetraoxadiazaciclododecano, un potente esplosivo che Soderling ha messo dentro sia per gli effetti devastanti, sia per la sintesi del nome) dal corridoio d'ingresso all'Arena fanno capolino Nando Verdasco e l'amico Feliciano Lopez in mutande, sfoggiando la nuova collezione KC. Rimango basito dal fatto che Verdasco scenda in campo accompagnato: "Questa partita è stata tramutata in un doppio. Non mi chiedere perché, ma giocheremo contro Gulbis e Tomic. Sarà durissima", mi dice. Alla parola "Tomic" non reggo alla Compassione Estrema che si impossessa di me ed inizio a piangere come un bambino. A nulla valgono i tentativi di consolarmi di pollo e Verdasco, mentre Lopez si guarda intorno nel timore che Judy Murray possa uscire dalle fottute pareti in un momento qualsiasi. Difatti "Deliciano" mi spiega che per questa ragione entrerà in campo travestito da un Lopez qualsiasi. Gli effetti del "Bloody Robin" iniziano tuttavia a palesarsi pericolosamente, innescati dalla Compassione Estrema. Divento paonazzo e come un Bruce Willis qualsiasi grido: "Uscite tutti di qui, Cristo!". Verdasco, Lopez e pollo capiscono al volo: fanno in tempo ad uscirsi e a salvarsi dal potente getto di vomito esplosivo che esce dalla mia bocca e che dà fuoco agli spogliatoi dell'Arena. Abbasso la celata dell'armatura e mi nascondo non appena sento che Soderling sta arrivando incazzato come una iena. Vuole impiccare l'artefice di quel casino nel punto più in alto della Torre d’Avorio: "È stata Judy Murray", gli dico indicando l'uscita del corridoio. "Maledetta MILF del cazzo!", grida Soderling dirigendosi verso l'Arena. Sono salvo.

Il match nell'Arena è terminato: Gulbis batte Tomic all'ottava ripresa, in un match sentenziato da un incazzatissimo Soderling a colpi di granate. Evidentemente stremato dal prepartita e da questa novità (anche perché l'arbitro è deceduto nella deflagrazione), sono io a decretare vincitore Gulbis che conquista meritatamente la semifinale di questo incredibile Master della Compassione. "Devo chiederti scusa, Ernests", gli dico con un filo di voce, "Ho sempre pensato che sei un mediocre e invece hai talento da vendere". "Ne ho più di uno di talento, caro Severoni. Io sono come Tony Stark: genio, miliardario, playboy, filantropo. Se la giriamo a Burraco, li batto tutti anche lì". Mentre parliamo sopra il piedistallo sul quale entrambi ci troviamo a nostro agio, ecco che da sotto si riuniscono le modelle ballgirls di Soderling, tutte spasimanti per il giovane lettone. Circondati da culi e tette, io ed Ernests cerchiamo una via sicura per uscire dal campo. È ancora Soderling a salvare la situazione, aprendoci la strada questa volta a colpi di mortaio estremamente precisi. Dalla collina dietro di noi, invece, due plotoni di soldati vestiti come Giubbe Rosse inglesi facevano il resto coi loro moschetti. Una vera carneficina che consente a me ed Ernests di scendere dal piedistallo e di recarci in salvo nel bar della Torre d'Avorio. Gulbis è però in lacrime: "Maledetto Soderling, mi hai ammazzato tutta la gnocca!". C'è sempre quella di Stepanek, caro Ernests




LINK UTILI:
#MDC13: Day 5. E' Benneteau l'uomo da battere! Ma anche Gulbis mostra i muscoli

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