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sabato 30 marzo 2013

Miami 2013: Murray-Ferrer, una finale da incubo

Dopo il travagliato inizio di Miami 2013, che per defezioni forse stava raggiungendo livelli più infimi dell'ultimo Parigi Bercy, tutto si stava mettendo nel verso giusto per trasformare questo torneo in uno dei migliori degli ultimi anni. Invece, a un passo dalla gloria, il baratro. Mai epilogo di un torneo poteva essere più terrificante: Murray-Ferrer. Accoppiata deprimente, se si pensa che l'alternativa sarebbe stata Haas-Gasquet. Ed ecco che quella che sarebbe potuta essere una finale di tennis, si tramuterà in una gara di corsa.

Strano caso, sia lo spagnolo che lo scozzese, hanno vinto nello stesso identico modo: primo set perso, secondo vinto nettamente, terzo combattuto e poi portato a casa per sfinimento dell'avversario. In entrambe le partite il parziale di apertura è stata una vera lezione di tennis, con colpi da salvare come patrimonio dell'umanità e giocate che il 90% dei tennisti che stanno nei top 10 nemmeno concepiscono si possano fare. Autori di queste meraviglie Haas e Gasquet. E allora perché alla fine hanno perso? Semplice, perché su questi campi il tennis non può vincere.

Il nostro sport non è più incentrato sull'utilizzo di una racchetta, ma si è irrimediabilmente trasformato in una disciplina che premia solo chi corre. I pallettari sono sempre esistiti, ma vivevano nel loro beato mondo fatto di terra rossa e fortunatamente da li non potevano uscire. Infatti la colpa del disastro non è nemmeno di chi ha deciso di correre piuttosto che giocare a tennis. La causa della morte del tennis è il genio che ha pensato di rallentare i campi e le palle, rendendo ogni superficie, erba compresa, terreno fertile per i muscolati corridori esasperanti. E' come se nella pallanuoto usassero le piscine con un metro d'acqua per permettere anche a chi non sa nuotare di giocare.

Siamo stremati, non ne possiamo più di partite con una media di 20 scambi per punto, dove un tennista (vero) per vincere un 15 deve fare almeno 4 vincenti, dopo aver perso i tre precedenti con gratuiti per sfinimento. Non esiste. Non ha senso, come non ha senso continuare a definire tennis, uno sport dove ormai vince solo chi corre e non chi sa usare veramente la racchetta. A questo punto chiamatelo racchettoni, tamburelli, tornate al pallacorda, ma almeno risparmiateci il dolore di sentire la parola "tennis" associata a gambe sottratte alle maratone.

Siamo stanchi di non vedere premiato chi gioca a tennis, di assistere a partite come quelle di ieri dove il vincitore è già designato in partenza, perché quello che tra i due non è corridore perderà per sfinimento. Basta. Quello che è successo ieri in fotocopia e a distanza di due ore è stata la lenta e impietosa morte del tennis. Domenica godetevi pure la gara di corsa tra Murray e Ferrer. Chi vincerà? Semplice, quello con maggior resistenza fisica.

Noi per preservarci abbiamo già da tempo installato sul decoder di Sky il "pallettar control". Due volte, per essere assolutamente sicuri che non passasse niente. Per cui difficilmente un match così non verrà filtrato, evitandoci di farci andare di traverso l'uovo di Pasqua. Oggi invece, alle 17 la finale femminile con la Amplifova e la Williams. E ora tutti attenti, perché allo sparo dello starter si parte!

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