Nonostante si siano giocate solo quattro partite, è stato un lunghissimo venerdì di semifinali, dovuto al fatto che si sono avvicendate situazioni abbastanza fuori programma. E' successo, Federer ha perso nuovamente bruciando diversi match point e ancora contro il mononeurizzato Berdych. Quando il ceco gioca come ieri è uno spettacolo e contemporaneamente da prendere a calci, se si pensa al potenziale che racchiude in sé, sfruttato assai raramente nelle occasioni che contano. Stesso discorso si può fare (e l'abbiamo già fatto spesso in questi lidi) su Fognini che, pur non avendo vinto, ha dimostrato quanto tranquillamente possa stare almeno tra i top15, se solo andasse un pelo oltre il suo menefreghismo totale. Ma bando alle ciance e facciamo un veloce excursus di quanto accaduto ieri.
Ha aperto le danze Djokovic opposto a Del Potro. C'è veramente poco da raccontare. Il serbo ha giocato quasi con la fretta di voler chiudere nel minor tempo possibile e il primo set l'ha portato a casa in totale sicurezza, senza avere un minimo sussulto. L'argentino è stato quasi portato all'esasperazione. Vista la facilità con cui Nole ha guadagnato il parziale, nel secondo si è preso qualche pausa e rilassandosi ha permesso all'avversario di fare partita pari, per poi perdere al tie-break. Ma nel complesso è stato quasi un incontro a senso unico. Juan Martin ha passato momenti in cui non sapeva più che pesci pigliare e in aggiunta a tutto questo, c'è stata la beffa del warning, su palla break, per violazione di tempo. Dopo essersi lamentato più volte del fatto che il serbo superasse i tempi consentiti, alla sua prima "trasgressione" è stato puntualmente punito. Certo, il primo avvertimento non crea nessun disagio, ma nel suo caso sembrava una presa in giro e infatti se l'è presa abbastanza.
La nuova regola sui 25 secondi tra un punto e l'altro è da rivedere molto bene, probabilmente inserendo il timer in campo, perché altrimenti ogni arbitro la applicherà a caso, facendo perdere quel tocco di quasi matematico e imparziale che contraddistingue il tennis. Sappiamo benissimo che non lo faranno perché vorrebbe dire punire prevalentemente Djokovic e Nadal. Sia mai, poi si lamentano.
Il Nole che si è presentato a Dubai difficilmente si può battere, ma le nostre speranze sono riposte tutte in Berdych, ieri autore del capolavoro del giorno: la sconfitta di Federer. Non era affatto la classica giornata sbagliata dello svizzero, nella quale perde da solo, anzi, era abbastanza centrato e infatti i complimenti al ceco ci stanno tutti. Il primo set si è chiuso 6-3 per Roger, con break e totale controllo della situazione. Sembrava avremmo dovuto assistere al solito monologo, ma Tomas ha continuato a sfiancare l'avversario salendo in cattedra e tenendo ben stretto alla sua testa il neurone solitario, grazie al nuovo cappellino a forma di pannolino che si ritrova. Sul set point del secondo, il ceco ha subito un grave torto arbitrale, perché una palla di Federer fuori almeno cinque centimetri non è stata chiamata. La vittoria ufficiale del parziale è stata quindi dovuta rimandare al tie-break, dopo l'annullamento di ben tre palle match per lo svizzero. Alla fine 7-6 per Berdych, che ha quindi vinto due volte il parziale. Visto l'errore è giusto sia andata così.
Si è quindi approdati al terzo con il ceco carico a molla e lo svizzero abbastanza irritato per il fatto di dover giocare un altro parziale e non aver vinto sfruttando la sua "cinicità" (che non è un nuovo super potere, ma il vocabolo del giorno, firmato Supertennis). Sul due pari è giunto il break decisivo per il mononeurizzato e da lì in poi la totale impotenza di Federer nel giocare i turni di servizio dell'avversario. Roger ha annullato altrettante tre palle match, ma alla fine ha dovuto cedere. Bella vittoria per Tomas. Ne ha bisogno perché, a scanso delle dinamiche del neurone solitario, solo lui e Tsonga (a volte anche Delpo) sono le uniche alternative possibili ai primi cinque del mondo.
Dallo scenario surreale di Dubai, in tardissima nottata siamo passati allo psicodramma di Ferrer, nonostante stesse giocando contro Fognini. Strano, ma il ligure ieri ha condotto una partita da top 15, facendo tremare più del dovuto lo spagnolo, che ha vissuto il match in estremo nervosismo. Clamoroso è stato lo strattone che ha dato a Gianluca Moscarella durante la verifica di un segno, roba che non si vede nemmeno su un campo da calcio. Evidentemente, lui che è sul campo ha percepito da subito che l'azzurro non era in versione natalizia, ma avrebbe giocato seriamente e così è stato. Fabio ha fatto impazzire trottolino, che nel primo set ha avuto la fortuna di salvare plurime palle break e concretizzarne una a suo favore, chiudendo il parziale 6-3.
Nel secondo l'italiano non ha mollato una virgola e dopo aver più volte preso il servizio all'avversario, è riuscito a portare il parziale al tie-break e aggiudicarselo di carattere. Giocasse sempre così sarebbe anche considerato all'estero. Invece rappresenterà per sempre, quello che per noi italiani può essere un Bautista Agut qualunque. Alla fine c'è stato il crollo prevedibile di Fognini e la sconfitta al terzo per 6-1. I commentatori di Supertennis stavano già divagando con frasi del tipo "Spero che questo sia solo l'inizio per un nuovo Fabio". Peccato siano frasi già dette quando batté Monfils a Parigi, poi Montanes sempre al Roland Garros e Verdasco a Wimbledon, fino a giungere alla Davis a Torino. Senza fare per forza i romantici, sappiamo benissimo che già ad Indian Wells perderà al primo turno o una cosa simile.
Concludiamo quindi con Nadal-Almagro, ma c'è veramente poco da dire. L'ottusità dell'Oompa Loompa spagnolo è disarmante. Plurime palle break consecutive non sfruttate e poi cedimenti nei momenti chiave. C'è veramente poco di entusiasmante da raccontare, se non che Nadal sta pian piano ritrovando la forma perfetta e la vittoria con questi nomi che contano sono oro colato per la sua ripresa. Oggi per lui ci sarà Ferrer e se per caso dovesse vincere, Djokovic comincerà ad andare al catechismo di fra' Cilic per imparare a pregare come si deve, perché la strada per la conquista del Roland Garros si metterebbe in ripida salita.
Anche a Delray Beach si continua a giocare, ma l'assenza di dirette TV non ci incoraggia a seguirlo. Comunque sarà semifinale tra Isner e Roger-Vasselin, ma soprattutto tra Gulbis e Haas. Per i temerari dello streaming quest'ultima meriterebbe una bella visione. Per noi vecchi tradizionalisti, alle 16 parte la diretta di Supertennis per quanto riguarda Dubai, mentre per Acapulco bisognerà svegliarsi alle 4 del mattino. E' tutto per oggi, che il mononeurone sia con voi!
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