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sabato 9 marzo 2013

Avere 25 secondi e non sentirli...

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Con questo nostro articolo-analisi iniziamo oggi la nostra collaborazione con Ok Tennis. Ancora non sappiamo quanti bicchieri di vino si sia scolato Luigi Ansaloni prima di chiederci di scrivere qualche pezzo per questo meraviglioso sito, ma gli siamo grati della considerazione e gli garantiamo che se ne pentirà presto.

Prima di essere cacciati seduta stante vogliamo fare il nostro esordio in questi lidi rivelandovi i dati relativi ad una prestigiosa ricerca scientifica che l'ATP ci ha commissionato in questi primi mesi del 2013, cioè da quando il board dell'Associazione tennisti professionisti ha modificato la sanzione per chi supera i 25 secondi tra un punto e l'altro. Da gennaio, se il giocatore non rispetta questa tempistica, viene sanzionato con un fallo alla battuta.

La decisione, accolta con un minuto di silenzio da parte del cassetto delle mutande di Rafael Nadal, ha provocato nei nostri eroi, e non solo nel maiorchino, una serie di cambiamenti nelle loro abitudini tra un punto e l'altro, e noi modesti scienziati della racchetta, su richiesta dell'ATP e coadiuvati da una serie di luminari della psicologia, abbiamo provato ad analizzare quali.

Novak Djokovic. E' uno dei tennisti che più ha risentito del cambiamento. Con la nuova regola avrebbe rischiato di perdere i match con 24 doppi falli anche contro un Gimeno-Traver qualunque. Così ha ridotto i rimbalzi a terra della pallina, prima del servizio, da una cifra uguale alla frequenza del processore dell'Iphone 5 ad un numero che oscilla tra gli 8 e i 346. L'unico problema è che a volte perde il conto e deve ricominciare da capo, quindi scatta il "warning", ma tutto sommato è un buon compromesso.

Tomas Berdych. Dotato, come sappiamo, di un unico neurone, fino a non molto tempo fa lo utilizzava come orologio naurale. Infatti la particella impiegava esattamente 25 secondi a compiere una rotazione attorno al proprio asse determinando il giorno e la notte nel gioco del ceco. Quando la cellula ha capito che poteva uscire dall'orecchio per farsi una vacanza, Tomas perdeva molto tempo a riassestare la posizione del prezioso elemento cognitivo dentro al suo cranio. E' così stato costretto ad acquistarne un altro su eBay in modo tale che se uno è fuori posto, c'è sempre l'altro che gestisce il cronometro.

Jo-Wilfried Tsonga. Problemi simili a quelli di Berdych, risolti diversamente. Ha venduto su eBay il neurone ad un misterioso acquirente ceco, così quando termina il punto non deve perdere tempo e rimetterlo a posto. Tanto, con o senza, il suo gioco casuale resta identico.

David Ferrer. Il suo problema è che anche alla fine del punto non riusciva a bloccare le gambe, quindi era dura fermarsi per servire in tempo. Così ha provato con l'asciugamano in bocca, usandolo come una vela in modo che facesse attrito con l'aria e lo fermasse. Niente. Alla fine, a malincuore, ha modificato alcuni chip dei polpacci e ora dopo ogni punto riesce a fermarsi per servire.

Andy Murray. In principio perdeva molto tempo perché aveva da gestire il cespuglio. Quando si è tosato è riuscito a recuperare qualcosa, ma ad oggi, la sua vera perdita di secondi dipende dal punto precedente. In caso lo vinca nessun problema, ma se lo perde i secondi sono necessari per sfoderare una sequela di "fuck" indirizzati, nell'ordine: a Lendl, alla ragazza, al fisioterapista, a Lendl, al preparatore atletico, al dietologo, a Lendl, a Sean Connery, a Kate Middleton, a tutta la corona inglese e per chiudere a Lendl. Ora insulta solo Lendl, con più foga, ma ci mette di meno.

Stanislas Wawrinka, Nicolas Almagro e David Nalbandian. Non tutti lo sanno, ma la causa delle loro violazioni di tempo è perché dietro le sedie dei giudici di linea nascondono le portate da gustare animatamente tra un punto e l'altro. Ecco anche perché hanno addominali abbastanza pronunciati... Per loro però il nuovo provvedimento è stato un vantaggio, perché ora per accelerare la deglutizione e risparmiare tempo, accompagneranno i piatti con un buon vinello datato.

Marin Cilic. Appena saputo della nuova regola è subito passato all'azione intensificando gli esercizi giornalieri perché riuscisse a recitare l'intero rosario in quei 25 secondi. Era materialmente impossibile, così ha mandato un'enciclica al Papa per sapere se poteva abbreviare la formula diminuendo le preghiere. Richiesta accettata, ma ora dovrà rifare la richiesta al nuovo, sempre che non ci sia la sorpresa con l'elezione di Papa Cilicio I da Medjugorje.

Richard Gasquet. E' molto scaramantico e infatti la sua perdita di tempo maggiore è nel voler usare la pallina che gli ha permesso di fare il punto precedente. Quindi ogni volta deve ricercarla tra tutte quelle in gioco e i secondi passano. Per ovviare a questo problema si porterà di nascosto un cesto con tutte le palline che gli hanno permesso di vincere i tornei precedenti. Sono poche eh! Però per ora riesce ad arginare così il problema... sempre meglio della sua prima soluzione: servire di rovescio.

Juan Martin Del Potro. Non ha mai avuto problemi a rispettare i tempi, ma ha fatto un'importante scoperta. Se giochi contro Djokovic, i suoi time violation li chiamano a te. Per risolvere il problema, basta non far notare all'arbitro che il serbo impiega un quarto d'ora a servire.

Ernests Gulbis. Appena ha scoperto che non poteva comprare il tempo ha gridato allo scandalo e dichiarato che non gli sembrava assolutamente giusto gli fosse imposta una regola da rispettare. Così come rivoluzione personale ha deciso di utilizzare meno di 25 secondi tra i punti, ma di modificare l'apertura del dritto e farla enorme per perdere tempo in questo modo. Per una volta che il lettone ha rispettato una regola, ha poi vinto Delray Beach.

John Isner e Ivo Karlovic. Il loro problema si presenta al contrario perché servendo più veloce della luce, la loro battuta risulta eseguita 30 secondi prima, per cui prendevano il warning per violazione di tempo preventiva. La soluzione consiste nell'imparare tutte le perdite di tempo degli altri tennisti per evitare i provvedimenti a priori!

Roger Federer. In realtà lo svizzero non ha mai avuto problemi di questo tipo. Anzi è uno dei pochi che si è sempre esposto per far sì che la regola venisse rispettata alla lettera. Così Mirka, umiliandolo che stava facendo il vecchio, per rispettare il trand gli ha imposto di superare sempre i 25 secondi. Quel "sempre" ci fa pensare che si riferisse anche ad altre applicazioni pratiche e non solo al tennis.

Rafael Nadal. Anche lui avrebbe rischiato di perdere i match solo coi doppi falli così ha ridotto tutta la sequenza di tic prima del servizio che consistevano in: asciugatura corporea integrale, pulitura accurata delle righe di fondo, riposizionamento dei calzini, smutandata con la mano destra, smutandata con la mano sinistra, shampoo e messa in piega, posizionamento dei piedi e 36 rimbalzi di palla. Poi ha capito che anche senza tutte quelle cose, gli dei lo facevano vincere lo stesso, quindi ha eliminato, ma a malincuore, la smutandata con la mano destra, shampoo e messa in piega. Ora rientra preciso nei 25 secondi, anche se a volte non resiste e trasgredisce riproponendo il rito per intero e prendendo il "warning", ma in cuor suo ne vale la pena.


Ci siamo divertiti a scherzare coi nomi dei nostri campioni, ma secondo noi di ControBreak la questione è più semplice del previsto. Il fatto che il pubblico voglia partite lunghe e muscolari non è assolutamente vero, è una scusante tolta fuori dai top players da usare come scudo, visto che riposarsi oltre i 25 secondi tra un punto e l'altro fa comodo. Inoltre c'è da dire che sì, le persone vogliono vedere molto tennis, ma non in un'ora di partita, 45 minuti per asciugarsi il sudore, smutandarsi o far rimbalzare la palla a terra prima del servizio. Gli arbitri per ora si stanno limitando a "punire" chi arriva a 30/35 secondi, ma si parla già di sudditanza per certi nomi. Così facendo arriveremo veramente al cronometro in campo e alle sirene. Sarebbe meglio evitare che la situazione degeneri e partire dal principio che si tratta di una regola, quindi rispettarla. Punto. Non esiste elasticità su una norma quadrata. Sarebbe come dire che se un giocatore fa una spettacolare galoppata su palla corta, non gli si deve chiamare il not-up o se il suo recupero esce fuori di qualche millimetro, bisogna chiudere un occhio per premiare l'impegno. Non esiste. Come la palla va presa al primo rimbalzo e mandata entro le righe del campo, così non vanno impiegati più di 25 secondi tra un punto e l'altro. Come è stata inventato il drop-shot per sfruttare positivamente la regola del doppio rimbalzo, così il tennista si deve adattare a non compiere violazione di tempo, portando la regola a proprio vantaggio o attuando una tattica di gioco compatibile con le norme. Meno muscoli, meno parole, più cervello e più tennis. Grazie.

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