E' andata. Anche il ventinovesimo scontro diretto tra Cip e Ciop ha avuto il nome del vincente ed è Nadal. Niente di cui stupirsi, lo spagnolo sta ormai per doppiare l'elvetico negli head to head, ragion per cui avrebbe fatto notizia solo un esito differente. E' stata una sfida insapore, brutta, dove l'unica cosa di notevole sono stati i nostri occhi gonfi stamane, dopo aver atteso fino alle cinque per andare a letto. Sforzo tra l'altro inutile, perché tennis se n'è visto ben poco e alla fine probabilmente sia i tifosi dell'uno che dell'altro sono rimasti con l'amaro in bocca, perché da una parte hanno perso senza giocare e dall'altra hanno vinto senza un vero avversario.
Sì, è più facile del previsto il riassunto della tanto attesa sfida. Federer era palesemente impossibilitato a correre fin dai primi game, non si conosce un motivo ufficiale, ma forse per il classico mal di schiena. Probabilmente se qualche ora prima non si fossero registrati i due ritiri femminili di Stosur e Azarenka, che hanno praticamente azzerato i match del giorno, e se l'avversario non fosse stato Nadal, lo svizzero avrebbe dato forfait. Ma come al solito non esterna pubblicamente i suoi problemi fisici e anche nel momento della stretta di mano, alla domanda di Rafa "Tutto bene?", l'elvetico si è liquidato con un "Tutto ok" a testa bassa. Come dicevamo è stata una partita brutta, molto soporifera e agonisticamente scarna. Roger non riusciva a correre e se non chiudeva lo scambio in due colpi, all'iberico bastava angolare un minimo per avere il punto per KO tecnico. Il rovescio, così come il dritto dello svizzero funzionavano solo se giocati da fermo, altrimenti al minimo allungo si pagava con un epic fail. Inoltre dall'altra parte della rete c'era uno spagnolo che rimandava in campo tutto e da ogni posizione, quindi non c'era la minima speranza di chiudere gli scambi con un 1-2. Se Federer non faceva un servizio vincente era punto matematico per Rafa.
Il maiorchino solitamente esulta come se avesse vinto Wimbledon anche per un break in apertura di partita a Daniel Muñoz de la Nava, invece ieri, vista la facilità dell'impresa, non si è mai sentito un "Vamos", né si sono lanciati pugnetti al cielo. Il match si è chiuso per 6-4 6-2, ma il secondo parziale sarebbe potuto essere tranquillamente un ovetto. Invece lo spagnolo si è anche fatto breakkare, probabilmente per trovare una giustificazione alla sempre più ampia fascia del ginocchio. Bendaggio che invece sembra più un abbellimento che una verità. Non tanto per quanto visto contro Federer, ma per le due ore e trenta di corse fatte con Gulbis, che ieri l'avrebbero dovuto far entrare in campo in stampelle, se il male denunciato fosse reale. Molière gli chiederà i diritti dopo essere passato ad Arcore.
Qualche ora prima Berdych ha conquistato la semifinale battendo Anderson in due set fotocopia. Il goblin sudafricano, ha fatto la voce grossa solo nei momenti più calmi dell'incontro. Quando poi c'era da lottare per raggiungere traguardi importanti si è compassionevolmente sciolto. E' stato un match noiosissimo dove nemmeno il ceco ha giocato bene, se non sul 5-4 dei due set, quando si è conquistato i break decisivi che gli hanno fatto guadagnare la semifinale. Come gli potrà andare contro Nadal dipende tutto dallo spagnolo perché Tomas, pur essendo tecnicamente ineccepibile e superiore, è uno che gioca bene contro i regolaristi, mentre Rafa è uno a cui è impossibile fare vincenti perché riprende tutto, ti porta a regalargli una marea punti gratuiti per sfinimento e inoltre ti rimanda sempre una palla diversa in campo. In parole povere Berdych parte sfavorito, perché sì, fatevene una ragione, Nadal è tornato. Il ginocchio è un bluff e funziona più che bene per correre. Prevediamo un match con due break chiave per l'iberico, contornati da tanti game nei quali annullerà una miriade di palle per il controbreak del ceco. E' scritto.
Stasera, a orari molto più accessibili, gli altri due quarti, Djokovic-Tsonga e Murray-Del Potro. Si parte alle 21.30, un match dopo l'altro. E' tutto anche per oggi, vamos!
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