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Gli spunti per pensare che non avremmo visto una finale di tennis c'erano tutti. Una volta decretati i nomi dei pretendenti al titolo, Murray e Ferrer, ci abbiamo più volte scherzato sopra, fin troppo, quasi rendendoci pesanti nel dire che l'ultimo atto di Miami sarebbe stato una gara di corsa. A posteriori possiamo fare il mea culpa e ammettere che effettivamente ci siamo andati leggeri. Quanto visto ieri è stata la morte di quello che noi chiamiamo tennis. A parte il punteggio, non si è scorto un aspetto che richiamasse il nostro amato sport. Nessuno.
Per poter vedere il match abbiamo fatto la penitenza pasquale disinstallando il "Pallettar Control" dal decoder. E' stata una decisione molto sofferta. Dopo tre scambi, era impossibile non pensare che stavamo vedendo un Djokovic-Nadal in versione Coppa Italia. Ovvero avevamo in campo le riserve di Rafa e Nole. Quindi solo il punto di partenza non era proprio il massimo. Non che sarebbe stata molto meglio la versione A, ma almeno i soliti due qualche vincente lo fanno, ricordandoci che si sta giocando a tennis. Lo starter ha dato il via alle 11.30 di Miami. Orario insolito per una finale ATP, ma gli organizzatori sapevano benissimo che sarebbe stato un match infinito, che se cominciato più tardi, in Europa si sarebbe concluso a orari proibitivi.
Passati appena venti minuti di gioco lo spagnolo è riuscito a portarsi sul 2-0 dopo aver salvato due palle break nel game di apertura. L'incontro si stava mettendo in salita. Per noi. Murray era già boccheggiante e chiedeva all'arbitro delucidazioni sulla regola del time violation, in modo da trovare istanti extra per fiatare. Il tempo di seguire un corso accelerato di uncinetto e confezionare due centrini pasquali ed il punteggio si è portato sul 5-0 per lo spagnolo. Avevamo indubbiamente l'adrenalina a palla. Ma ecco una variante al tema: break di Murray, che faceva presagire un recupero e chiusura 7-5 per lo scozzese, in un'altra ora di corsa. Per fortuna tutto questo non è successo e lo spagnolo è riuscito a porre fine al parziale per 6-2, facendoci sperare che forse in trenta minuti sarebbe terminato il funerale del tennis.
Stupidi noi a pensarlo. Il secondo set è partito con Andy pronto a spaccare... la racchetta, appena possibile. Dopo il primo game per David, lo scozzese è andato 2-1 avanti con break, che gestito a dovere, poteva regalargli il parziale di rendita. Si è quindi continuato fino al 4-2, dove stranamente tutto procedeva on-serve e in tempi relativamente veloci, tanto che eravamo in ritardo coi lavori all'uncinetto. Ma proprio mentre tutto sembrava stesse rientrando nei parametri minimi di una partita di tennis, ecco la perla giunta sul servizio di Ferrer e 15-40, nonché due palle break in favore del cespuglio per andare 5-2: scambio infinito, Murray si ritrova per sbaglio nei pressi della rete, lo spagnolo era ormai fuori dai giochi con un recupero disperato che aspettava solo di essere benedetto, lo scozzese esegue una volée da primo giorno di scuola tennis, David la riprende, Andy smasha in bocca all'avversario, trottolino lo aggancia, si riparte con lo scambio da dietro e alla fine Murray perde il punto con un gratuito. Il decoder è esploso, ci siamo inginocchiati, in lontananza si sentivano i rintocchi delle campane a morto e due lacrime ci hanno solcato il viso. Il tennis, come lo conoscevamo noi, era stato definitivamente ucciso.
Per festeggiare questo tripudio di disperazione Andy ha anche pensato di perdere il servizio e farsi recuperare sul 4 pari. Per nostra sfortuna Ferrer non ne ha approfittato per chiudere lo scempio e, per non farci mancare niente, ha concesso un ennesimo break compassionevole che ha fatto archiviare il parziale per 6-4 in favore di Murray. A questo punto stavamo per mandare una mail a Supertennis implorandoli di mandarci uno speciale al rallentatore su Barasategui per darci una scarica di adrenalina, ma anche la connessione era entrata in sciopero e non abbiamo potuto inoltrare la nostra richiesta. Peccato.
Consci che col decoder di Lucky Loser in fiamme stavamo rischiando di perderci qualcosa di diversamente epico, ci siamo fatti coraggio e abbiamo fatto una corsetta a casa di Walk Over. Ma appena digitato il canale 201 di SkySport, dalla presa USB del decoder è uscita una Calibro 9 e si è sentito un colloquiale "Nun ce prova'". Così abbiamo barattato l'ultimo set con la promessa al decoder che gli avremmo acquistato qualche evento Hot Club in settimana. Siamo riusciti a convincerlo giusto in tempo per poterci godere la sagra del break.
I giocatori hanno dato il loro meglio perdendo il servizio 6 volte consecutive. Pare che la WTA abbia chiesto all'ATP i diritti per queste chicche. Ma non è stato niente rispetto all'ottavo break del parziale, concesso da Murray sul 5-4, quando serviva per vincere la partita. Giunti al 6-5 per David e match point, lo spagnolo stremato ha chiesto l'intervento dell'occhio di falco per una palla dubbia di Andy. Niente da fare, l'impronta era un centimetro sopra la linea e il capolavoro dell'orrido non poteva che chiudersi con il tie-break. Ormai pubblico e giocatori erano ampiamente alla frutta e noi col cappio al collo pronti a saltare dalla sedia, ma fortunatamente lo scozzese ha chiuso la pratica con un veloce 7-1, dopo che lo spagnolo è stato letteralmente messo al tappeto dai crampi.
Morale della favola, Murray vince Miami 2013 salendo al secondo posto della classifica ATP, davanti a Federer, e Ferrer supera nuovamente Nadal, occupando la quarta piazza.
Questi i numeri complessivi in 2.45 ore di gioco:
- ace: 6
- doppi falli: 11
- vincenti: 37
- gratuiti: 95 ( † )
- punti a rete vinti: 22 su 35
- palle break trasformate: 15 su 29 ( † † † † )
Ormai il nuovo tennis è questo, facciamocene una ragione. Amen †
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