Duracell Ferrer ha deciso che vuole finalmente vincere un Masters 1000 e non lo ferma nemmeno la paura di arrivare a Londra bollito e fumante. Come abbiamo già detto in precedenza, questo calendario che vede Bercy appiccicato a Londra ha portato i tennisti a delle antipatiche scelte, che poi hanno senza dubbio invalidato la competizione e deluso il pubblico. I più quotati per il titolo di principe dell'anno non ci hanno pensato due volte e alla prima occasione si sono dileguati lasciando il passo a tennisti che in altre occasioni non avrebbero visto palla. Del resto per Federer, Djokovic e Murray, i mille punti di Bercy non sono vitali, sanno benissimo che la loro vittoria o la sconfitta non sarebbe determinata dall'essere primo o terzo in classifica. Per loro l'unico motivo di orgoglio sarebbe vincere Londra e quindi essere proclamato il migliore dell'anno. Quelli di seconda fascia invece se la sono giocata fino all'ultimo, ben coscienti che alle finals la possibilità di superare i round robin è bassissima. Quindi l'idea di accalappiarsi i 1000 punti di Bercy e migliorare quanto possibile la classifica per il 2013 era la cosa più intelligente da fare. Nel mezzo c'è Ferrer che, alla luce di come si potrebbero mettere le cose, sembra volere l'uovo oggi e anche la gallina domani.
Se per qualche strano motivo a Londra il campo dovesse essere lento, la possibilità di approdare in semifinale, non è poi tanto da escludere. Però dalla foga che ci sta mettendo a Bercy, sembra quasi voglia puntare tutto su questo torneo e poi buttare al vento Londra. Non mettiamo in dubbio che lui usi le pile Duracell e magari dentro di se è cosciente di riuscire a fare bene sia l'uno che l'altro, ma non dimentichiamo che ha vinto a Valencia domenica scorsa. Portare a casa anche questo trofeo vorrebbe dire avere altre due partite sulle gambe e quindi arrivare a Londra, dove ogni turno è come una finale. Agli occhi dei comuni mortali la sua sembra più una tattica kamikaze. Come anche potrebbe essere che si sia fatto i conti in tasca della serie "Non scherziamo che vado a perdere da quei decerebrati che stanno dietro di me in classifica, ho la semi in pugno". Non avrebbe tutti i torti nel pensarlo. Vedremo le gambette fino a dove lo porteranno. Intanto ieri ha abbattuto Tsonga. Il francese ovviamente ha puntato tutto su Bercy perché sa benissimo che a Londra non passerà i round robin, se non per una serie di coincidenze, tra cui anche il crollo del palazzetto. Quindi ora si trova con i quarti a Parigi e una vacanza nella City. Disastro.
Anche a Berdych non avrebbe fatto schifo accalappiarsi questo torneo perché, come Jo Willy, conosce benissimo i suoi limiti e sa che l'accesso alle semi delle finals è ormai chiuso. Anche a lui solo le coincidenze potrebbero salvarlo, come capricci estemporanei di Mirka che farebbero passare la notte in bianco a Roger, mamma Judy troppo assillante su Andy o raffreddori vari ed eventuali per Nole. Il ceco però si è beccato sul più bello la sua bestia nera Simon. Certo, un po' tutti si chiederanno come è possibile che il francese possa mettere in difficoltà Tomas, ma i precedenti parlano chiaro 5-2 per le pallettair e anche ieri non si è risparmiato, mandando nel pallone il suo avversario.
Per il pinocchio francese ci sarà il primo dei due miracoli di Bercy, il polacco Janowicz, che dopo aver avuto il lascia passare di Murray, ha onorato la causa battendo meravigliosamente anche Tipsarevic. Per essere precisi il serbo, una volta entrato nella totale confusione, si è inventato un male e si è ritirato sul 4-1 del terzo. Come al solito un grande signore. E' troppo presto per formulare una valutazione sicura sul giovane Jerzy perché il suo successo è frutto della moria sospetta di Bercy, quindi al massimo si possono evidenziare le potenzialità. Il servizio è ottimo, serve bolidi. I colpi da fondo ci sono, ma ogni volta che ne esegue uno si ha sempre il sussulto che possa spararlo fuori. Forse perché troppo alto e quindi sembra sempre scoordinato. Per finire ha una buona mano, coadiuvata da una discreta fantasia. Potenzialmente potrebbe essere un buon giocatore del futuro, bisogna vedere fino a quando reggerà con la testa.
Per concludere il più bel miracolo del torneo è la semi di Llodra, che finalmente ha tolto di mezzo Querrey. Era ora. Purtroppo oggi la poesia verrà interrotta da Ferrer. Ciò non toglie che il francese è uno spettacolo per i nostri occhi. E' vero che questi risultati sorprendenti li raggiunge sempre in casa, ma è anche vero che quando lo fa ci commuove. E' ormai l'ultimo esponente del serve & volley ad alto livello e purtroppo è destinato a svanire nel vento. In ogni caso è la dimostrazione che se uno riesce ad attuare questa tattica di gioco, è possibile farla. Chi non la propone si nasconde dietro a un dito dicendo che adesso è impossibile perché coi nuovi attrezzi ti bombardano. Ricordiamoci che Llodra ha battuto Del Potro, Isner e Querrey, non proprio tre nomi che accarezzano la palla. La vergognosa verità è che chi non la fa, non la sa fare. Punto.
2 commenti:
La delusione del pubblico è stata mitigata dai 3 francesi nei quarti e infatti il pubblico "c'è" nonostante tutto... a noi italiani non capita mai ;-)
Fabrizio DP
Mai! Noi italiani siamo sempre costretti ad adottare qualcuno... solitamente chi vince! A Roma quando Lorenzi era un set avanti su Nadal, tutti stavano impazzendo per l'italiano, quando poi si sono ribaltate le parti tutti a chiedersi "Chi minchia è questo Lorenzo? Come fa di cognome?"
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