Alla fine l'hanno spuntata Djokovic e Federer. Tralasciando per un momento la nostra tanto blasonata richiesta di varietà, forse è l'epilogo più adatto per questo 2012. Da quando Nadal se n'è andato in vacanza l'attenzione è ricaduta su loro due, si sono scambiati la prima piazza durante l'anno e nell'ultimo giorno si giocheranno il titolo di migliore della stagione. Certo, anche Murray avrebbe meritato la finale, ma la sua presenza, e quella del suo angolo, come ben sapete ci è indigesta, quindi glissiamo l'ipotesi. L'incontro di oggi ai fini della classifica non serve a niente, il serbo chiuderà l'anno al numero uno, ma il distacco è talmente minimo che per ora si può decretare un pareggio. L'esito della finale farà quindi pendere l'ago della bilancia del 2012 su uno dei due.
Nella prima semifinale della giornata, che vedeva opposti Djokovic e Del Potro, le speranze di riuscire a vedere l'androide serbo annientato dalle badilate dell'argentino sono state vive più che mai. Il gigante di Tandil è sceso in campo determinato fin da subito, ben consapevole che avrebbe dovuto porre fine al match prima possibile, in quanto trascinare i 90 e passa chili da una parte all'altra del campo per più di un'ora e mezza è un suo noto limite. Che dire, per oltre un set ci ha fatto sognare ripulendo la metà campo di Djokovic e facendolo correre da una parte all'altra come un bambino a caccia di farfalle col retino. Nella prima parte del match Nole non ha giocato un turno di servizio tranquillo, ha sempre dovuto passare le pene dell'inferno per mantenerlo e sul 4 pari c'è stato il break decisivo che ha regalato il 6-4 a Delpo. Il miracolo sembrava continuare e l'argentino si è subito portato in vantaggio nel secondo, ma nel momento di consolidare, Djokovic ha cominciato a capire come disinnescare la bombardiera e la contromossa è partita con un controbreak e quindi break sul 4-3 che gli ha permesso di portare a casa il 6-3. L'argentino dava ormai segni evidenti di cedimento e Nole è riuscito a rubargli il servizio nei primi game del terzo fino alla semplice chiusura del parziale per 6-2. Addio sogni di gloria.
E' accaduto quasi lo stesso nel secondo match del giorno tra Federer e Murray, ma in forma concentrata. Lo scozzese è entrato in campo iperattivo, carico a molla, pronto a scattare. Sembrava un misto di Roddick più fratelli Bryan elevato al cubo. Probabilmente se un raccattapalle avesse sbagliato a porgergli l'asciugamano si sarebbe trovato un gancio in pieno volto. Era soffocante a vederlo dalla TV, figurarsi per Federer, che infatti ha perso il servizio all'istante. Non ci aspettavamo noi un Murray così, figurarsi lo svizzero. Per mezz'ora è stato un monologo di Andy, un rullo compressore spietato, piedi dentro al campo, attacchi esasperati, passanti che disegnavano il campo. A dire la verità anche piacevole da vedere. Un atteggiamento che avrebbe frantumato le speranze di chiunque. Roger sembrava nel pallone assoluto, errori a destra e a manca, corse disperate e senza senso. Ci trovavamo nella classica situazione nella quale cominciano i capricci dello svizzero, stecche e partita accantonata con un doppio 6-2. Certo lo scozzese non poteva continuare così per due ore, ma quell'introduzione sarebbe bastata contro chiunque per vincere il match di rendita. Niente da fare, in realtà Federer non ha fatto altro che subire tutta la prima parte per trovare la falla al sistema e disinnescare tutte le micce pronte ad accendersi per esplodere. C'è così stato in sequenza il controbreak e il tie-break vinto tranquillamente dallo svizzero. Nel secondo Murray era completamente inerme, non perché è sceso lui, ma a causa della contromossa di Roger, che ha portato a casa il parziale per 6-2.
Molto spesso i fanatici di Federer quando lo vedono eseguire colpi particolari, vincere schiacciando un avversario che non esiste o semplicemente quando batte Nadal, fanno abuso della locuzione "lezione di tennis" tanto per pavoneggiarsi di non si sa cosa. Sbagliato. Una lezione deve insegnare qualcosa non farci vedere un'inutile monologo o un rovescio spettacolare. Ieri però lezione di tennis calza a pennello perché lo svolgersi del match è stato un esempio da portare a mente e applicare. Vediamo perché. Murray è sceso in campo con una e una sola tattica: abbattere l'avversario dalla partenza, togliergli il fiato, fargli morire ogni speranza sul nascere, provare a ferirlo psicologicamente per inculcargli il pensiero che non avrebbe potuto niente in tutto il match e quindi vivere di rendita. Praticamente si è studiato a tavolino la partita, come se avesse dovuto giocare contro un computer che ha un programma precompilato e non può eseguire altro. Sia chiaro, con la bassezza del tennis moderno questo è il metodo che nel 90% dei casi va a segno, ma carissimo Murray (e Lendl), non stavi mica giocando col primo Bautista-Agut di passaggio eh!
Quello che poi stupisce è che tutti sanno che a Federer, i frenetici, psicopatici, gradassi, frettolosi, estrosi e trascina folle, non fanno ne caldo e ne freddo. Quindi puntare, in un match così importante, a snervare lo svizzero, era una tattica da pivellino. Non è possibile che il numero tre del mondo non sappia che Roger soffre quelli che gli riprendono tutto e chi non gli da la possibilità di giocare come lui vuole, così si picca per questo e cade nell'errore. Stop. E non nei primi game, ma dal primo all'ultimo punto della partita. Possibile che solo Nadal e Djokovic, abbiano capito come si batte l'elvetico? Concentrare la foga sui game iniziali del match è la più grande stupidaggine che si possa fare perché un giocatore normale rimane col disco danneggiato fino alla stretta di mano, Federer (Nadal e Djokovic) ripristina il sistema ad ogni game fino a trovare la contromossa vincente. Questo è stato il leitmotiv di tutto il 2012 di Roger e lo sanno anche i muri. Scommettiamo che Murray non si ricorda nemmeno il momento in cui ha breakkato, mentre lo svizzero ha perfettamente in testa anche con che punteggio ha perso la prima volta il servizio? Non ci siamo, il nuovo tennis cura solamente (e male) l'aspetto pratico e non quello mentale. Di questo passo Federer potrà restare competitivo tra i primi tre anche fino a 40 anni, altro che ritiro!
Oggi alle ore 21 la finale, forse la migliore, tra i due tennisti più completi e in vista nel 2012. Il favorito è Djokovic perché superiore fisicamente come Murray, ma a differenza dello scozzese, riesce ad essere opprimente con regolarità e a pensare mentre gioca, quindi dovrebbe essere capace di elaborare continuamente contromosse a Federer. E' comico sottolineare questi aspetti ovvi quando si parla di essere umani dotati di cervello e non di decerebrati, ma forse sbagliamo a dividere le categorie.
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