Ieri si è chiusa la seconda giornata del gruppo A e, nonostante si sia disputato il match chiave tra i favoriti, che ha visto Djokovic vincente su Murray, questo non basta per assicurare al serbo la semifinale. Anzi, con varie (e remote) coincidenze di punteggio (le cui possibilità che accadano sono pari a quelle che Gasquet vinca uno Slam) potrebbe addirittura uscire! In serata infatti si è svolto il match tra i perdenti di lunedì Berdych e Tsonga, che ha visto trionfare il ceco. Il successo è però giunto in tre set, quindi addirittura per il francese c'è ancora da sperare perché battendo Murray in due e avendo come dono una sconfitta di Djokovic secca passerebbe in semi. Certo è quasi impossibile ciò avvenga vista la stupidità del transalpino e del ceco, ma in ogni caso è assurdo che ora Murray, pur avendo perso lo scontro più ostico contro Djokovic, sia addirittura più tranquillo perché si troverà uno Tsonga sgonfio, più di la che di qua, mentre Djokovic potrebbe avere di fronte un Berdych carico a molla e disposto a tutto pur di regalarci un'altra giornata di inquadrature alla Satorova. Infatti, con una vittoria secca del ceco e la probabilissima sconfitta di Tsonga in due passerebbero Berdych e Murray.
Tutti questi calcoli, che non hanno niente a che fare col tennis, si risolverebbero col semplice mini torneo a eliminazione diretta da 16, con i primi 8 teste di serie e gli altri 8 presi tra i vincitori di almeno un torneo o eventuali WC meritevoli. Così magari, oltre ad eliminare i calcoli da farmacista, si risolverebbe il problema del minimo impegno riposto dai tennisti negli ultimi tornei dell'anno. Tutti sarebbero spinti a vincere fino all'ultimo e magari arrivare a Londra per guadagnare una vagonata di soldi per la sola presenza. Il vero problema è che poi si faticherebbe di più a vendere biglietti e questo non ci interessa minimamente. Ma veniamo agli androidi in campo.
Murray si è presentato in modo più che ottimo strappando il servizio al serbo in apertura di match e facendone tesoro per tutto il primo set, senza concedere palle break. La partita sembrava a senso unico, ma se c'è qualcosa che Djokovic ha veramente imparato dal 2011 è che il cervello, se acceso, può regalare notevoli vantaggi. Lo scozzese invece ha dimostrato l'esatto contrario. C'è poco da dire, avrà vinto olimpiadi e US Open, ma sono frutto solamente di flussi positivi e istinto. Purtroppo a questi livelli non basta. Certo, ogni tanto funziona, soprattutto contro chi non ha le sue caratteristiche tecniche o talento, ma opposto a un altro di pari livello, usare la testa è meglio. Ed ecco che dal secondo in poi, Nole ha acceso l'interruttore ed è riuscito a controbattere l'istinto scozzese conquistando il secondo set 6-3 e il terzo 7-5. Appena qualche brivido per lui nell'ultimo parziale, quando avanti 4-2 si è fatto recuperare 4 pari. Ma è bastato poco per riportarsi in vantaggio 6-5 e chiudere il match, nonostante due ultime palle break concesse e puntualmente annullate.
A proposito di cervello da usare, in serata sono scesi in campo i premi nobel per la scienza Berdych e Tsonga, due legati dal crudele destino di doversi spartire un unico neurone. Quando poi sono opposti è dura perché la povera particella deve fare la spola da una testa all'altra. Ultimamente però ci siamo accorti che la cellula preferisce il ceco e la teoria più accreditata vede il fattore Satorova in prima linea. Scelta indubbiamente condivisibile. Il neurone ha passato il primo set nella testa di Berdych, regalandogli un 7-5, ma ha voluto bluffare ogni tanto regalando giocate sciagurate per Tomas (una tra tante, la compassionevolissima volée comoda fuori sul break point). Al secondo set la particella ha preso le valigie, ha traslocato nella testa di Tsonga e si è vista una notevole differenza. Il francese col cervello funzionante è proprio uno spettacolo, peccato abbia autonomia di massimo un'ora. Al terzo la cellula ha deciso di schierarsi e ha chiamato anche un'amica, il neurone della Satorova, si sono appartati nella scatola cranica di Berdych e son state scintille che hanno generato un impietoso 6-1 per il ceco e il riaccendersi della speranza qualificazione in caso di partita della vita contro Djokovic.
Oggi in scena il turno B. Vedremo opposti i vincenti e i perdenti di martedì quindi: Federer-Ferrer alle 15 e Tipsarevic-Del Potro alle 21. Anche qui dovremo attendere la fine della giornata per poter ipotizzare possibili scenari, ma si prevede la vittoria dell'argentino e teoricamente anche dello svizzero. Il problema è che ormai lo spagnolo è indefinibile, non perde più, è una macchinetta, quindi anche un suo miracolo odierno ormai non ci spaventerebbe. Non ci resta che aspettare per avere migliori notizie.
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