Era il 1991 quando all'età di otto anni mi venne regalata la mia prima racchetta da tennis, un Wilson Junior color salmone: un ricordo indelebile che mi spinse ad amare uno sport che allora conoscevo poco o forse niente. Non mi ricordo perché mi regalarono proprio una racchetta da tennis, ma rimembro benissimo che pochi giorni dopo mi portarono a fare una lezione con un maestro e rimasero tutti sorpresi da quale tecnica possedevo, senza mai aver provato neanche un colpo. Purtroppo, però, per vari problemi non iniziai una (forse) folgorante carriera, ma in cambio cominciarono a farmi vedere tutto il tennis che mostrava l'allora Tele+2, ancora in chiaro.
Beh, fu proprio allora che capii che il tennis era davvero il mio grande amore, per due motivi: primo perché la mia prima partita vista fu lo straordinario match di Omar Camporese quando perse al terzo turno degli Australian Open 7-6 (4) 7-6 (5) 0-6 4-6 14-12 dopo una maratona 5 ore e 11 minuti di gioco contro un allora titanico Boris Becker; ed il secondo motivo fu perché per la prima volta "ascoltai" le due leggende del tennis: Rino Tommasi e Gianni Clerici.
Il solo ricordare le loro telecronache mi fa luccicare gli occhi e venire una tremenda pelle d'oca: nostalgia allo stato puro. Non me ne vogliano altri grandi telecronisti tennistici come Ubaldo Scanagatta ed il mai dimenticato Robertino Lombardi, "Bisteccone" Galeazzi con i suoi "ALE'!!" ai grandi match di Davis di quel periodo, Elena Pero ed il maestro Paolo Bertolucci, Massimo Marianella, Angelo Mangiante o Federico Ferrero. Probabilmente anche loro sono consapevoli di quanto sia difficile poter ricreare una coppia come quella, due pezzi di un puzzle straordinario che si incastravano alla perfezione ,rei di averci fatto divertire, riflettere ed ammirare alcuni dei match più belli di sempre.
Come poter dimenticare Gianni Clerici mentre commentava "giunonici" fisici femminili, tendenze sessuali dichiarate, curiosi abbigliamenti in campo e fuori, aneddoti extra-tennistici: oppure quando ci estasiava, e nello stesso ci lasciava a bocca aperta,con le sue analisi dei match perfette a dir poco.
E Rino? Beh, le sue terminologie hanno riscritto la storia delle telecronache tennistiche (ma anche nel campo del pugilato): il 3-0 pesante, con il vantaggio di due break, il ricamo a rete oppure il termine periodico per indicare set conclusi con lo stesso punteggio. E poi, il tormentone che ancora oggi (e penso per sempre) mi condizionerà durante qualsiasi match: il Circoletto Rosso. Un dritto incrociato in corsa di Pete Sampras, un passante fulmineo di Andrè Agassi, un stop-volley di Stefan Edberg, un recupero da guerriero di Thomas Muster: prodezze, colpi straordinari, perle tennistiche che rimarranno per sempre riadottate col nomignolo di "Circoletti Rossi".
E dopo tutto questo, sono ben certo di poter dire che alla fine erano (e lo sono tutt'ora) Rino Tommasi e Gianni Clerici il Circoletto Rosso del mio, del nostro e del vostro tennis. Chissà se ancora per una volta avremo l'onore di poterli sentire affiancati in cabina di commento a cantare la loro proverbiale sigla: "Bongo Bongo Bongo....."
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