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venerdì 16 agosto 2013

Cincinnati: l'imperituro Federer-Nadal (parte XXXI)

Fatto trenta, stanotte si farà trentuno. A Cincinnati si ripropone il classico Federer-Nadal e benché il mondo intero, ma anche gli alieni, sappiano che vincerà agevolmente lo spagnolo, sia il mondo intero che gli alieni hanno già cancellato i loro impegni per vedere il match. E' una sfida storica, che da semplice lotta privata per il potere si è trasformata in idiotica, mediatica ed economica. Sono due nomi che rappresentano almeno il 70% degli introiti del tennis moderno, quindi non stupitevi se Federer non si ritira, gioca tornei senza senso o i tabelloni sono manipolati per facilitare lo scontro tra i due. Chi nega questo, vive coi paraocchi, ma sicuramente se li toglie almeno per vedersi l'immortale Fedal. Scontro numero trentuno, dove lo spagnolo si presenta perfetto da ogni punto di vista e forte dello score di 20-10 in suo favore. Quindi non sarà di certo una sfida testa a testa, ma impari in partenza. E non stiamo dicendo niente di nuovo.

Lo scontro tra Cip e Ciop parte sbilanciato solo pensando al modo in cui i due sono giunti ai quarti. Federer ha battuto Haas al terzo set, ma solo dopo aver fatto ginnastica su ogni orifizio corporeo per chiuderlo o stringerlo a dovere per la paura della sconfitta. Perso il primo set 6-1, si è subito trovato sotto di un break nel secondo e, vista la grinta pari a zero che mostrava in viso, tutti pensavano a un altro parziale ancora più spietato. Ma sul 4-2 per il tedesco, Federer ha ricevuto in grazia il controbreak che l'ha svegliato. Da quel moneto la musica è cambiata, fino a quando Tommy, che serviva per il 6-6, ha subito un'altra vampata di quello che fu il campione di un tempo e il conto set si è portato sull'uno pari, con annessa risata di Roger nel vedere Haas che sfogava le sue frustrazioni menando la panchina. Risata che è poi stato il bigliettino da visita per il nuovo ingresso di Federer in partita, che ha quindi chiuso con un 6-3 in sicurezza.

Se da un lato abbiamo avuto lo svizzero sempre coi piedi su un cornicione fatiscente, dall'altro c'è stata la vittoria di Nadal, sempre in tre set, ma a cento metri dal bordo del burrone, con due paracaduti nelle spalle e imbragatura di sicurezza. Antagonista del caso il Wannabe Federer, nonché Dimitrov. Per essersi permesso di non farsi breakkare in apertura set, Rafa l'ha punito subito chiudendo in appena mezz'ora il primo parziale per 6-2. Dopo il "non pervenuto" da parte di Grigor, visto che non si poteva fare di peggio, il giocattolo della Sharapova si è acceso fino al 3 pari dove è stato breakkato. A questo punto non si capisce quale miracolo sia avvenuto perché il giovane non solo ha riportato i conti sul 4 pari, ma è anche riuscito a prendersi il secondo parziale con un break chirurgico sul 6-5. Firmata la sua condanna a morte, il bulgaro ha concesso il servizio a zero in apertura di terzo e poi al sesto game, consegnandosi al campione spagnolo.

Se durante il match di Federer l'idea della sua sconfitta era sempre dietro l'angolo, in quello di Nadal, l'impressione era che lo spagnolo avesse sempre in mano le redini del gioco. Praticamente la stessa sensazione che ci sarà oggi a vederli opposti, come del resto da anni a questa parte. E non stiamo dicendo niente di nuovo (cit.).

Ovviamente di fronte al Fedal tutto perde appeal e la lieta sconfitta di Ferrer passa in secondo piano, anche perché non è certo coadiuvata dal nome del suo boia, Tursunov. Il russo è il classico giocatore che se in giornata batte chiunque, tira a caso e con tutta la forza in corpo, se la palla entra bene, altrimenti arrivederci e grazie. Ieri la sua vittima è stata Ferrer, che come detto nelle puntate precedenti è in evidentissimo calo. Ci sarebbe anche da aggiungere un "E finalmente!". Ad attendere Dimitry dall'altra parte della rete sarà Del Potro, ieri vincente in tre set su un ottimo Lopez. La sfida tra Juan Martin e il russo potrebbe trasformarsi in una tragedia visto che Tursunov se non è in giornata è penoso e l'argentino da ieri sta manifestando allarmismi per il polso, ma continua a giocare, rischiando di compromettersi seriamente per gli US Open.

Tutto liscio come l'olio per Djokovic, omaggiato di un turno di allenamento con Goffin. Il belga è stato capace di vincere appena due game in tutto. Citando la nostra presentazione del tabellone "sulla scia di Montreal prevediamo un quarto tra Nole e Raonic, ma niente vieta che il patriottismo di Isner possa avere la meglio" e infatti è successo proprio questo. E' bastato uno lievemente più motivato del solito, Isner, per eliminare Raonic. Ricordiamo che il fatto che il canadese sia giunto in finale a Montreal, quindi in casa, non cancella il suo anno fallimentare. Tanto meno il suo ingresso in top ten, visto che nella Race to London è appena dodicesimo, a dimostrazione che è salito in classifica perché altri sono scesi. In soldoni, gli US Open sono la sua ultima opportunità di dimostrarci che non vuole essere invitato al Master della Compassione 2013.

Visto che nell'ultimo periodo non sapeva né di carne e né di pesce, un po' tutti ci siamo dimenticati di Berdych, che zitto zitto è giunto ai quarti rifilando un 6-3 più uovo a Robredo negli ottavi. Dall'altra parte del campo avrà Murray, ieri impegnato nell'allenamento con Benneteau. Dopo aver vinto oziando, per lo scozzese inizia il tour de force, se vuole giungere al trofeo: Berdych-Nadal-Djokovic. Sarà un ottimo test per capire se lo scozzese è veramente in grado di replicare gli US Open del 2012.

Tutto questo partirà dalle 17 con Tursunov-Del Potro al quale seguirà Djokovic-Isner. Non prima delle 21 Murray-Berdych e all'una di notte il gran finale, per far rosicare Novak, Federer-Nadal. Anche oggi è giunto il momento dei saluti, buon Fedal a tutti!

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi piace questo complottismo per il sorteggio. Ma per le palline non dite nulla? secondo me le ha scelte la mafia russa, fate qualche insinuazione sennò che noia!

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