Se la giornata di ieri fosse un film sarebbe "2012: odissea a Indian Wells" per il livello di fantascienza raggiunto, oppure "Mulholland drive", per i palati più raffinati, fatto sta che quello che è successo nel lasso di tempo che abbraccia le due semifinali ha del sovrannaturale mischiato a immensa delizia. John Isner ha giocato la partita perfetta bombardando Djokovic, mentre Federer non ha fatto nemmeno fatto dire vamos a Nadal (ne avrà urlati 3 o 4, quasi sempre all'errore dell'avversario, ma gli sono stati sempre ricacciati in gola al punto successivo). Sarà quindi il gigante statunitense, idolo di casa e novizio top ten ad affrontare l'inossidabile svizzero. Si mischiano leggermente le carte per i nomi in finale di un Masters 1000; certo Roger non è un nuovo arrivato, ma visto il monologo serbo/spagnolo del 2011 (splendidamente più serbo che spagnolo, a dire il vero), sembra quasi una ventata di freschezza. Fresco mai quanto Isner ovviamente, giocatore che si sta veramente facendo "il mazzo" sul campo da tennis per superare i limiti che la natura gli ha imposto. Certo basare il tennis sul servizio non sarà il massimo, e non ci esalta, ma per big John c'è molto altro, (vedasi i miglioramenti negli spostamenti e il dritto a tratti assassino) e chi continua a dichiarare il contrario ha qualche etto di prosciutto sugli occhi che probabilmente si rifiuta di togliere.
Tennis veloce, non più di quattro scambi, vincente ricercato appena possibile, incursioni a rete e potenza. Se questo è un giocatore da bistrattare categorizzandolo come un secondo Karlovic, solo perché ha un gran servizio, allora buttateli via tutti quanti. Ieri a subirne l'ondata distruttiva è stato Djokovic, numero uno al mondo e stra-favorito della vigilia per il titolo, il che rende tutto ancora più delizioso. Il match è cominciato in salita per il gigante, con un break in apertura per Nole, e la via del disastro ben illuminata, ma proprio quando il serbo stava servendo per il set, la minchiata del secolo: falco chiamato su uno scambio comodo che ha portato esito negativo e conseguente break dell'americano. Una compassione che nemmeno a Costa do Seppi. Pareggiati i conti si è arrivati al tie-break, portato a casa da chi ne gioca tremila a stagione, ovvero Isner. Il secondo set è stato un classico di Djokovic, con break in controllo e set in saccoccia. Nel terzo, Big John si è ripreso, ha sempre tenuto il servizio ed addirittura è arrivata una palla break/match point annullata da Novak. Alla fine è stato impossibile evitare il tie break, giocato magistralmente dallo statunitense. Dopo essersi visto annullare due palle match, il pantofolaio a stelle e strisce ha messo il sigillo con quello che gli riesce meglio, un ace, e prima finale di Masters 1000 per lui. Delizia per il palato.
A questo punto i tifosi di Nadal hanno cominciato i trenini, atti osceni in luogo pubblico, scambio di umori reciproco e festeggiamenti vari ed eventuali perché si faceva già il conto di avere il torneo in tasca, ma è arrivata la pioggia e la grandine a sbollentare i calienti spiriti spagnoli. Il match è stato rimandato di quattro ore, durante le quali Lorenzi ha guadagnato la finale a Guadalajara ed è pur sempre una bellissima notizia. All'una e venti i giocatori sono finalmente scesi in campo e tutti erano pronti a vedere la solita partita tra Cip e Ciop, aggravata anche dal fatto che tutti sanno quanto Roger sia viziatello e non gli piace attendere ore per giocare, ma soprattutto che si innervosisce col vento, mentre Nadal con le condizioni atmosferiche avverse domina perché i suoi colpi arrotati bucano il vento. Invece è stato l'esatto contrario. Un monologo svizzero, una stesa da manuale, una partita senza storia, anzi patetica da parte del maiorchino che spesso e volentieri si è messo ad alzare pallonetti liftati nella speranza che saltassero sul rovescio di Roger (che tattica originale). Peccato che ieri gli errori gratuiti siano stati pochissimi per lo svizzero, praticamente nulli rispetto a quelli di Rafa, come anche il numero dei vincenti: 29 per Federer e 10 per Nadal. Ci sono state diverse pause per pioggia, una addirittura anche prima del match point, ma ogni volta lo svizzero tornava stranamente più carico che mai. Tutto molto fantascientifico, tanto che stavamo pensando di vedere un match simulato al PC. In ogni caso 6-3 6-4 con ace per sigillare il dominio. A fine partita ovviamente Nadal ha avuto da dire che a lui il vento lo penalizza, la temperatura era bassa quindi i rimbalzi non erano alti come voleva lui. Contro Murray però, quando vinse la finale in condizioni atmosferiche proibitive, niente da dire, anzi, grandi vanti che era diventato marinaio. Tranquillo Rafa, se ti fa piacere sentirlo, sei sempre il gladiatore incorruttibile e invincibile che quando perdi non è mai colpa tua, intanto oggi la finale te la guardi in TV al chiuso e senza vento.
Contro ogni pronostico saranno quindi Federer e Isner a contendersi il titolo di Indian Wells 2012 e ovviamente è favorito lo svizzero, soprattutto perché oggi Big John sentirà il peso di giocare in casa la prima finale di Masters 1000 e contro Roger, il suo idolo. Se può rincuorare i tifosi di Nadal, stiamo diventando peggio di Wilander e prevedevamo un ultimo atto classico tra Rafa e Nole, invece è successo l'esatto contrario... Vedremo oggi, in diretta dalle 21, ovviamente tempo permettendo, e le previsioni di Indian Wells non sono rosee. Buon tennis!
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