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sabato 3 marzo 2012

A Dubai epilogo Murray-Federer, ad Acapulco prosegue la resurrezione di Verdasco

L'abbiamo insultato per quella sua straordinaria capacità di perdere, nonché per quei  suoi atteggiamenti da divo di quartiere che lo rendono tra i tennisti più antipatici del circuito, e sia chiaro, continueremo a farlo senza ritegno, ma questa settimana Fernando Verdasco, campione della compassione 2011, sembra si sia improvvisamente risvegliato.

In quel di Acapulco, località vacanziera dove un tronista figlio di papà come lui sguazza come Schettino al ponte di comando di una nave, il madrileno è in finale. Ci è entrato dopo aver battuto in semi il pachidermico Wawrinka, apparso ancora più ingombrante rispetto al solito; deve aver fatto rifornimento di duplo, se no la cosa non si spiega. Il match è stato a senso unico, con Verdasco bello centrato e lo svizzero di riserva costretto a giocare in groppa ai giudici di linea: morale della favola, spagnolo in finale di un torneo ATP dopo quasi sette mesi, l'ultima fu a Gstaad, splendidamente persa contro il suo connazionale Granollers.


E ad attenderlo, anche stavolta, ci sarà sempre uno spagnolo, quell'animale da terra battuta che difficilmente nella "Gira sudamericana" si fa sfuggire dei tornei, David Ferrer. Ci pare ovvio che faremo di tutto per non vedere una finale del genere, ma il nostro interesse per il torneo messicano risulta sempre vivo grazie alle azzurre Flavia Pennetta e Sara Errani, che si sfideranno in finale. Vittoria azzurra per certo quindi, con squilli di tromba, ricchi premi e cotillon da parte della FIT e del suo house organ, bravo ad acquistare l'evento all'ultimo momento.

A Dubai invece niente finale tutta italiana, strano eh? Non l'avreste mai detto... Nel povero emirato arabo a giocarsi il trofeo e il magro assegno del vincitore saranno Andy Murray e Roger Federer. Si, siamo irrimediabilmente affranti, tutt'ora piangiamo, ma Djokovic ha perso, con buona pace dei suoi detrattori e dei Nadal-boys che negli ultimi tempi hanno come unico motivo di soddisfazione quello di veder perdere il serbo (tranquilli, Indian Wells e Miami si avvicinano, magari anche là per il maiorchino saranno vassoi). Contro Nole, Murray ha giocato davvero una buona partita, ma c'è da dire che ieri il serbo non andava per niente, mentre lo scozzese ha giocato come un metronomo. Nel secondo set per Djokovic si era aperto un barlume di speranza, con un controbreak che aveva rimesso le cose in parità, ma la compassione ogni tanto tocca anche a lui, 6-2, 7-5 e a casa. Poco male, avrà un giorno in più per prepararsi al torneo di Indian Wells, dove qualcuno lo attende con ansia. Nell'altra semifinale Federer ha avuto la meglio su Del Potro. L'argentino ha interpretato il match molto meglio rispetto alla recente finale di Rotterdam, ma con lo svizzero si sa, basta un attimo di distrazione e sei fritto. Dopo il primo set chiuso al tie-break in favore di Roger, il lungagnone di Tandil, accompagnato dalla sua nuova fiamma, ha giocato un buon secondo set fino ad un secondo tie-break. Qua le cose sembravano mettersi alla grande per lui, ma la compassione arriva proprio quando non ti aspetti: sul 6-2 in suo favore è scattato il braccino, e Federer ha ringraziato con sei punti consecutivi che lo hanno proiettato verso la seconda finale della stagione. Occhio che Del Potro, con qualche altra perla del genere, potrebbe anche ritrovarsi a casa l'invito per Costa do Seppi 2012.

Infine Delray Beach, dove le semifinali saranno Isner-Anderson, detta anche la sagra dei servizi, e Matosevic-Sela. Non sappiamo per quale strana congiunzione astrale l'australiano e l'israeliano abbiano raggiunto le semi di un torneo ATP, ma da oggi crediamo sempre di più al fatto che i Maya forse ci hanno preso. Se poi osserviamo che la profezia catastrofica deriva dal calendario di un antico popolo messicano e che proprio in Messico Verdasco ha ritrovato la finale, l'idea di costruirci un bunker prima di dicembre è sempre più viva. Comunque, veder vincere il torneo a Sela non ci dispiacerebbe (anzi, se non dovesse accadere potremmo avere una reazione simile a quella del compianto Germano Mosconi), ma sappiamo che dopo aver scritto noi questa cosa il successo per lui non arriverà mai... ultimamente siamo quasi peggio di Gufander (quasi eh!). Nei quarti Anderson ha battuto l'idolo di casa Roddick, dopo avergli annullato due match point nel tie-break del secondo (mai come stavolta abbiamo provato compassione e pena per lui), mentre Isner ci ha fatto il sacrosanto favore di estromettere dal torneo quel bamboccione di Tomic. Sela ha distrutto al terzo Kohlschreiber e infine Matosevic ha ricordato a Gulbis di aver buttato il suo talento nel cesso sconfiggendolo al terzo set.

Chiudiamo ricordandovi che il movimento è in salute, vivo e vegeto, perché Simone Bolelli è in semifinale a Florianopolis, che non è ne la sede di un nuovo quinto Slam, né la località dove nascerà il prossimo parco dei divertimenti della Disney, ma un challenger brasiliano nel quale l'emiliano si appresta ad affrontare Junqueira. Il tripudio azzurro poi continua anche con Paolo Lorenzi che ieri, con una vittoria di carattere, ha conquistato l'ultimo atto del challenger di Salinas contro Pella cugino di Apollo.

Per oggi è tutto, se volete confrontare quanto abbiamo scritto noi con i tabelloni ufficiali c'è sempre la nostra pagina Livescore, con tutti i draw e gli order aggiornati, buon tennis a tutti e state lontani da Acapulco.

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