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lunedì 2 aprile 2012

Miami: Djokovic abbatte Murray e conferma il successo del 2011, solita solfa?

Per molti poteva essere l'epilogo più scontato, ma visto il precedente di Dubai si poteva pensare a una sorpresa dell'ultim'ora. Invece niente da fare, Djokovic ha dimostrato che quella sconfitta, un secondo dopo l'ultimo 15, era già stata cancellata. Alla luce di questo, contando che nei celeberrimi fab four c'è Mr. "Ohi mamma mia è arrivato in finale Djokovic" Nadal, Mr. "Ohi mamma mia, Nadal si è iscritto al torneo" Federer e Mr. "Ohi mamma mia devo giocare uno slam" Murray , il primo posto al serbo è sensato. Ovviamente si parla facendo affidamento a ciò che passa in convento, fosse per noi, la top ten avrebbe nomi che forse il 50% dei comuni mortali nemmeno calcola. Ma bando alle ciance e diamo una veloce ripassata a un altro dei pur sempre piacevoli fallimenti di Murray.


Stranamente in questo torneo non ci sono stati allarmi di nevicate estemporanee, come invece era successo nel deserto californiano di Indian Wells e quindi abbiamo visto ogni match in orario, tranne quando dovevamo attendere le imprese della Azarenka, che poi ha perso la sua prima partita del 2012 dalla Bartoli. Evento traumatizzante che farebbe meditare il ritiro immediato dalle scene, nonostante la sua prima posizione in classifica WTA. Ma torniamo ai maschietti. Come dicevamo, i tifosi di Andy probabilmente ci speravano, vista la stesa al serbo nella semifinale del torneo di Dubai, e molto probabilmente anche Lendl, famiglia Murray, fidanzata e il cespuglio stesso ci credevano, ma dopo il primo set, il sogno di vedere il trofeo nelle mani dello scozzese, è sempre più diventata un'utopia. Sotto il sole cocente di Key Biscayne, Nole ha strappato il servizio all'avversario sul 2-1, per poi continuare a infierire fino al 6-1, e confermare il fatto che quando è in giornata, nessuno gli tiene testa. E' un punteggio molto spietato e un po' bugiardo, in realtà forse lo scozzese non meritava un parziale così netto, ma in questo sport, 6-0 o 7-5, cambiano poco, anzi, forse è meglio l'ovetto a un successo strappato in extremis, dopo una compassione da manuale.

Nel secondo atto si è svegliato Murray, annullando diverse palle break, e andando on serve si è giunti al tie-break. In pratica il serbo ha fatto esattamente la stessa identica cosa dei turni precedenti, è stato distruttivo nel primo set e si è preso una vacanza nel secondo, anche a rischio di compromettere il successo in caso di arrivo al terzo. Ieri come non mai era vicina questa ipotesi perché Murray non è di certo né Monaco né Ferrer, allo scozzese dai un'unghia della mano e lui si prende tutto fino all'unghia dell'alluce. Nole però non ha fatto altro che metterci un pelo di concentrazione in più ed ecco il torneo messo in tasca e conferma del successo del 2011, con 7-4 nel game decisivo.

Che dire, a conti fatti Andy si è rivelato il solito inconcludente che abbiamo visto anche prima dell'arrivo di Lendl, che per ora non gli ha cambiato niente. Anzi, forse lo ha convinto ad accorciarsi i capelli, unica modifica che notiamo in lui. Inoltre non dimentichiamo che è giunto in finale grazie a due walk-over, certo non di Gimeni Traver qualunque, ma di Raonic e Nadal. Si è presentato al cospetto del numero uno del mondo con l'intenzione di batterlo pallettando, aspettando i suoi errori... campa cavallo che l'erba cresce. Se fossimo ai colloqui, Lendl si sarebbe sentito dire "il ragazzo ha del potenziale, ma non lo sfrutta", e visto che qui nessuno ci paga per essere benevoli, per noi, le sue carte non giocate, lo fanno rimanere sempre un antipatico pallettaro con qualche perla di contentino rifilata a chi lo sostiene. Djokovic è arrivato in finale con Ferrer unico avversario degno, ma solo perché numero 5 in classifica. L'uscita di Federer ha trasformato il suo torneo in un ATP 500, compresa la presenza di questo Murray in finale. Solo Nadal può creare seri problemi al serbo e visto che ormai i tifosi di Roger vivono di rondini che non fanno primavera, citiamo anche lui, subordinato alla condizione che sia in giornata di grazia, come appunto il Roland Garros del 2011. La sessione americana di inizio stagione ha confermato che tra i fab four e il resto dei tennisti c'è un abisso, ma anche che tra Djokovic e i restanti 3 (la sconfitta con Isner è una pura casualità, sia chiaro, ed è pur sempre arrivata in semifinale), solo una distrazione del serbo può renderlo umano rispetto a loro.

Questo week-end ci saranno i quarti di Davis, con diversi match interessanti, e poi si passerà alla nostra amatissima terra con i soliti protagonisti e i classici match da 5 ore per rifilare un 6-0 6-1. Almeno ora sarà giustificata la lentezza della superficie e non ci si dovrà rodere il fegato nel vedere vantare i corridori su superfici definite "veloci", dai commentatori vari ed eventuali. Dei dell'Olimpo aiutateci voi...

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