Fermatelo! Australian Open, 18 successi consecutivi e ieri vincitore del primo Master 1000 della stagione. Non è bastato nemmeno Rafael "cyborg" Nadal a porre fine alla saga di Novak Djokovic, autentico dominatore della stagione e ancora imbattuto dall'inizio dell'anno a oggi. Ieri il serbo ha fatto suo anche il torneo di Indian Wells, portandosi al secondo posto del ranking ATP, e puntando nel lungo termine al primato. Nonostante il tabellone sia stato abbastanza agevole fino ai quarti, tra semifinale e finale ha polverizzato prima Federer e poi Nadal. Che dire, bravo. Di fronte a conferme del genere, anche il nostro cinismo e perfidia, saltano. Peccato.
Come detto, nel 2011 non ha ancora perso (infatti avrebbe anche un po' rotto le scatole), ha superato Federer in classifica battendolo nelle ultime tre sfide dirette e ieri, non contento, ha stretto i denti e dopo una sottomissione al cospetto di Nadal durata un set, da vero campione, si è reinventato la partita e ha portato in casa il torneo.
Il primo set non ha avuto praticamente storia, il serbo, a testa bassa e con una quantità di errori non da lui, o almeno, non per quello visto fino alla partita precedente, si è concesso per 6-4. Il maiorchino a questo punto sembrava destinato a stravincere come è solito fare, ma Nole ha tenuto duro, molto umilmente è rimasto aggrappato con le unghie al match e ha portato lo spagnolo a spegnersi come un motore quando termina la benzina, 6-3 6-2 e il gladiatore a casa. Certo se Rafa avesse giocato tutta la partita come nel primo set avrebbe asfaltato il serbo, ma è anche vero che se mio nonno fosse stato re, sarei andato a Sanremo con Pupo. Quindi le considerazioni fatte coi "se" su Nadal lasciano il tempo che trovano perché è ovvio che se uno resta al 100% stravince, ma se non riesce a restare a quel livello vuol dire che non è in grado di farlo e i meriti vanno all'altro che ha creato questa situazione. Possiamo dire che la partita è stata equilibrata fino al 4-3 del secondo set, poi non si sa come, ma per Nadal si è spenta la luce. La prima di servizio è andata in vacanza, seguita dal suo proverbiale dritto in top. In compenso hanno fatto la loro comparsa una serie di errori inusuali che hanno dato grande fiducia al serbo. Lo spagnolo nonostante ciò ha continuato a giocare con la sua solita tattica del riprendo tutto tanto l'altro poi sbaglia o accorcia e lo sfondo, solo che l'altro anziché sbagliare tirava dall'altra parte mine anti-uomo sempre con maggior precisione quindi niente tattica sfiancante. Morale della favola: nel terzo parziale Djokovic è scappato via 4-0 per poi controllare il match fino alla fine portando a casa il terzo torneo stagione dopo Melbourne e Dubai.
Pare quindi si sia creato un nuovo duopolio almeno per i Masters 1000 (negli slam Federer sarà più complesso da battere) e Nole sembra il candidato numero uno per dominare le superfici veloci. Peccato che però tra un po' partano tre mesi e mezzo di terra battuta dove Nadal vincerà tutto anche in ciabatte e a quel punto la musica cambierà di netto anche perché tutta la marmaglia terraiola di inutili pallosi giocatori avanzerà in classifica e gli altri tornei saranno influenzati da questo. Ma per ora: bravo Nole.
Dulcis in fundo, per impreziosire (non poco) il post, dedichiamo due righe al nostro dio rivelato Dolgopolov perchè dopo aver predicato il verbo nel singolare, ha voluto istruire anche il mondo del doppio vincendo il Masters 1000 di Indian Wells in coppia con Malisse battendo la coppia Federer-Wawrinka. Per chi si fosse perso il match, QUI vi proponiamo un passo del libro sacro dell'ucraino dove insegna cosa significa essere un genio tra i mortali. Ammirate e meditate gente.
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