Per tutte la settimana l'abbiamo chiamato Viña del Rafa, perché non si poteva fare altrimenti. Era un challenger mascherato da 250, con la presenza dello spagnolo, sulla carta, 100 spanne sopra chiunque altro. Poi c'è stata anche la sconfitta al primo turno di Monaco, l'unico potenziale problema. Il torneo non poteva che chiudersi con la vittoria di Rafa. Invece la sceneggiatura stavolta riservava uno di quei finali che lasciano con la bocca aperta durante i titoli di coda. Nadal, da iperfavorito del torneo, arrivato a due punti dal match si è visto ribaltare la gara da Zeballos e perdere 6-4 al terzo. Un incubo per lui, ma soprattutto per i suoi tifosi, che stavano già immaginando faville, dopo essere rimasti a stecchetta per ben sette mesi.
Non sappiamo cosa sia successo di preciso e sicuramente non andremo a perdere tempo alla ricerca delle nuove scuse dello zio Toni. Ci basiamo solo su quanto visto, che non è per niente confortante. Nel pre-match davamo massimo 4 game totali all'argentino, anche perché in passato non ha brillato di particolari meriti. E' il classico avversario che Nadal si mangia a colazione con un occhio ancora chiuso dal sonno. Invece i primi segnali che il mattino non avesse l'oro in bocca sono arrivati subito, quando Horacio si è portato su un 4 pari e non sembrava proprio intenzionato a perdere il servizio. A Viña del Mar hanno cominciato ad allertare la protezione civile e chiamare le forze dell'ordine per mettere le manette a questo rivoluzionario che non osava piegarsi al maiorchino. Lo spagnolo però è riuscito a vincere il primo al tie-break, bloccando così ogni allarmismo nell'aria.
A questo punto solitamente gli scenari erano noti: le agitazioni rientravano ai livelli normali, diminuivano i "vamos Rafa" dal pubblico e le partite diventavano in discesa con un facile 6-2 al secondo per Nadal. E invece ieri niente da fare. Zeballos in tutta tranquillità ha continuato a randellare prime di servizio e fare il Gasquet del Sud America, sparacchiando rovesci perfetti a una mano con una precisione ed efficacia invidiabile. Quasi senza sentire la tensione ha recuperato diverse situazioni pericolose di punteggio e portato il secondo parziale al 6 pari. Se avessimo chiesto a un alieno chi secondo lui fosse il più inesperto dei due, avrebbe risposto Nadal, visto che gli occhi trasudavano paura e compassione. Al tie-break, sul 6-4, Rafa è riuscito ad annullare i due set-point per l'avversario e i giochi sembravano quindi fatti. Nada de nada, Horacio in scioltezza si è portato sul 7-6 e ha chiuso il parziale.
Lo spagnolo era molto scocciato della situazione. Non è stata una scena molto piacevole e matura da vedere, ha iniziato a fare facce e faccine contrite e irritate, come se avesse ricevuto un grave sgarro e Zeballos non si sarebbe dovuto permettere di giocare bene. Scusa se esiste anche l'altro giocatore che vuole vincere eh! Diciamo che è una cosa che Nadal ha sempre fatto con chiunque non sia Murray, Djokovic o Federer e non è molto umile da parte sua. Per rimarcare il fatto che si era offeso seriamente, nel primo game del terzo ha sparato una serie di "vamos" e pugnetti a ripetizione, nemmeno si stesse giocando la finale di Wimbledon contro Rod Laver dei tempi d'oro. Scene che però gli hanno permesso di incassare il break in apertura. Non è servito a niente perché subito dopo l'argentino si è ripreso il controbreak con una volée a rete dello spagnolo, che non avrebbero sbagliato nemmeno i bambini il primo giorno di scuola tennis.
Era evidente che dentro la testa di Rafa si stesse generando il vortice dello zio Toni. Anche Horacio però non sembrava lucidissimo, ma a differenza dell'avversario ci stava credendo molto di più, fino a quando sul 5-4 si è preso il break a zero, che sanciva la fine delle ostilità. Prima sconfitta per Rafa nel 2013, proprio nella finale di un torneo sul rosso, da parte di uno che fino a ieri non era nemmeno top 50. Gravissimo. Ciò significa che i match con Del Bonis, Gimeno-Traver e Chardy sono stati uno specchietto per le allodole e hanno messo in luce il ritorno a pieno regime del maiorchino, solo per incapacità dell'avversario. L'argentino ha sicuramente fatto la partita della vita, non c'è dubbio, e non solo per il punteggio, ma anche nel complesso, ha meritato di vincere. Da oggi in cielo ci sarà la nuova stella di Zeballos, proprio di fianco a quella di Seppi, Melzer, Garcia-Lopez e Rosol. Vamos!
A completare l'opera di distruzione dell'ego di Rafa sono stati, pensate un po', due italiani: Lorenzi e Starace, che subito dopo hanno vinto la finale di doppio battendo appunto la coppia Nadal-Monaco. Giornata da dimenticare per lo spagnolo nella quale da possibile trionfatore su tutto e tutti, è passato a preoccupante perdente. Adesso avrà qualche ora di tempo per riflettere su tutto quello che è accaduto, perché oggi stesso parte l'ATP del Brasile, dove i nomi sono praticamente gli stessi di Viña del Mar, ma con l'aggiunta di Almagro, che forse potrà avere finalmente la possibilità di attuare la rivoluzione proletaria con successo. Negli altri tornei abbiamo registrato la vittoria di Gasquet a Montepellier, su Paire in due set 6-2 6-3 e quella di Cilic ai danni di Melzer per 6-3 6-1. In settimana, oltre a San Paolo, avremo anche il 250 di San Jose, capitanato da Raonic e Isner, ma soprattutto il 500 di Rotterdam con Federer e Del Potro che guidano le danze. Ma di questi ne parleremo più avanti... Buon tennis a tutti!
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