Procede senza la minima preoccupazione il primo torneo del 2013 di Nadal. Dopo l'esordio contro Delbonis, dove c'è stato solo un game di smarrimento, ieri si è quasi visto il vecchio rullo compressore sul rosso. Sono bastati meno di 90 minuti allo spagnolo per buttar fuori il connazionale Gimeno-Traver e aiutare l'organizzazione del torneo a far quadrare il bilancio con un altro pienone per le semifinali.
La cosiddetta "chela mancina" riprende a incutere terrore. Anche a vederlo dalla TV, seduti comodi e rilassati sul divano, non si capisce minimamente dove il maiorchino abbia intenzione di piazzare il suo dritto, quindi figurarsi l'avversario quanto possa capirci a venti metri di distanza. Inoltre si rivede la palla calamitata che quasi torna indietro nell'aria, pur di cadere prima della linea di fondo. Per non parlare delle "banane" tanto amate dai tifosi, che passano quasi dietro la sedia dell'arbitro, per poi pizzicare un millimetro di riga. Anche il rovescio sembra tornato in forma. E' sempre stilisticamente inguardabile, ma comunque entra in campo, pur sparacchiato in equilibri precari. Quello che ogni tanto lo tradiscono sono le gambe. Non sempre arriva sulla palla con la facilità di un tempo e molte volte rinuncia alle folli corse. Inoltre preferisce la ricerca dello scambio breve e addirittura, appena può, avanza. Magari è una nuova tattica per risparmiare batterie o una tappa del suo recupero, questo lo scopriremo solo col tempo, fatto sta che il suo tentativo di gioco meno logorante risulta sicuramente più piacevole da vedere.
La gara è così corsa via liscia come l'olio per il toro in gabbia, ma giunti al momento di chiudere l'incontro, Gimeno-Traver ha raggiunto forse l'apice della sua carriera con tre giocate da super-player che gli hanno portato le prime palle break della partita. Ovviamente non poteva bypassare la compassione che lo contraddistingue, infatti una clamorosa stecca ha rimesso le cose a posto portando il "Game, set and match" per Rafa. Ci sembra inutile ricordare che questi avversari non sono nemmeno all'altezza della riserva dello sparring del giardiniere del circolo di Monacor, quindi le constatazioni sulla facilità di gioco non sono proprio attendibilissime. Per avere risposte certe bisognerà aspettare a qualche turno serio dei primi 500 e 1000... sempre che Nadal decida mai di poggiare un piede sul cemento.
Quando a inizio settimana abbiamo ribattezzato la location "Viña del Rafa", non è stato poi tanto sbagliato, e ieri ne abbiamo avuto conferma. Dopo il match dello spagnolo ci sarebbe stato quello di Lorenzi opposto a Chardy, ma dopo due ore e mezza esatte dalle 22 (ora italiana), probabilmente è terminato lo straordinario pagato dei tecnici della regia e la diretta è andata grazie a una qualche telecamera (o cellulare) di emergenza situata su un trespolo abusivo fuori dallo stadio. Conferma che alle produzioni televisive internazionali Viña del Mar poco interessa, se non perché gioca appunto Nadal. A farne le spese, Supertennis che ha acquistato l'evento per mandare due puntini in movimento e noi, che Lorenzi ce lo saremmo visti comunque. Per preservarci la vista non abbiamo osato indugiare tanto sulle immagini indecifrabili, ma alla fine ha vinto Chardy abbastanza facilmente. Il francese ha quindi guadagnato il patibolo il cui boia designato è proprio Nadal.
Stanotte Rafa giocherà alle 2 quindi sarà abbastanza complesso dedicarsi alla visione. In compenso, per chi non riuscisse a resistere a una giornata senza tennis, ci sarà la Fed Cup con l'Italia di Errani e Vinci opposta agli Stati Uniti. Non si capisce per quale motivo i match verranno trasmessi da Supertennis in differita e Australia contro Repubblica Ceca sia in diretta... Magari è solo per risparmiare dopo gli extra pagati per farci vedere Viña del Rafa!
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