Dopo il misero fallimento a Wimbledon 2012, dove Julien Benneteau ha toccato aberranti picchi di compassione prima di perdere al quinto, il francese è riuscito a battere Federer, ancora meglio di come fece nel 2009 a Parigi Bercy. Ebbene sì, perché se in quell'anno vinse al terzo faticando parecchio, ieri ha spazzato via lo svizzero quasi senza rendersene conto. E allo stesso tempo, anche noi da casa abbiamo faticato ad accorgerci se in campo ci fosse Roger o il suo emulo Dimitrov. Classica giornata no dello svizzero, dove si sono contate più le stecche che i vincenti e il servizio è stato lasciato in Australia a saltellare coi canguri. Anche questo fa bene al tennis perché, mentre prima si poteva pronosticare un torneo a senso unico, ora il tabellone del 500 di Rotterdam presenterà qualche incognita in più, che manterrà viva l'attenzione.
Benneteau ha quindi conquistato la semifinale del torneo olandese e incontrerà il connazionale Simon, ieri forse graziato da Klizan, che dopo aver vinto il primo set, si è visto crollare vorticosamente fino al ritiro nel terzo per un problema al ginocchio. Molto più solleticante sarà l'altra semifinale tra Dimitrov e Del Potro. L'argentino ci è andato giù facile e pesante contro Nieminen, vincendo in scioltezza 6-3 6-2. Piccola rivelazione del torneo è invece stato il bulgaro che, oltre ai precedenti Tomic e Davydenko, ieri ha collezionato il successo su Baghdatis. La cosa che più stupisce è il fatto che Grigor abbia tenuto con la testa fino alla fine contro un giocatore così esperto come il cipriota. Dopo aver perso il primo set al tie-break, ovvero la classica situazione in cui i giocatori di poco conto mollano istantaneamente la presa, non si è abbattuto, ne ha fronteggiato un secondo vinto 7-0, fino a sancire la superiorità con un 6-3 al terzo.
Questi ultimi due quarti che vi abbiamo raccontato li abbiamo dovuti seguire passando dallo streaming al livescore perché Supertennis ha pensato che il popolo di appassionati stesse scalpitando per seguire la WTA. La TV federale infatti, con un solo canale a disposizione, ha deciso di acquistare anche i WTA Premiere e quindi mandarli con priorità incognita. E' comprensibile dare la precedenza a un match con le italiane, molto meno togliere l'avvincente e divertente Dimitrov-Baghdatis, per mostrare come la Sharapova avrebbe ovviamente piallato la Stosur. Ulteriore pugnalata è stata leggere nello streaming fortuito che Rotterdam era trasmesso da Sky Sports 4, mentre da noi Sky Sport si paga per vedere calcio in diretta e in replica 23 ore su 24. Visto che ci siamo, vi informiamo che la Errani è stata martirizzata dalla Azarenka con un doppio 6-2.
Ma passiamo in Brasile dove continua il miracolo azzurro fuori programma. Nel primo pomeriggio Simone Bolelli ha catechizzato anche un altro specialista della terra, Albert Montanes. E non per il rotto della cuffia, ma con un lineare 6-4 6-4 e senza particolari patemi. Siamo al totale nonsense: Fognini che doveva essere la speranza attuale in singolare, ha perso al primo turno e Bolelli che si stava affermando come doppista, è ora in semifinale nel tabellone principale di San Paolo. E' una situazione che riassume perfettamente la tendenza dell'Italtennis: pianificare e raggiungere obbiettivi alla cazzo di cane. L'avversario dell'italiano sarà Nalbandian che ha battuto Almagro al tie-break del terzo. Contando che David ne azzecca una su tre, vuoi vedere che finiremo per vedere Bolelli in finale contro Nadal?
Prima di partire con lo spagnolo, manca ancora Volandri all'appello. L'italiano purtroppo non è riuscito a superare l'argentino Alund, che da lucky loser si trova ad essere in semifinale. Il livornese era dolorante a una caviglia, è anche riuscito a controbreakkare l'avversario mentre serviva per il match, ma al tie-break del secondo ha dovuto alzare bandiera bianca. L'argentino sarà perfetto per far rifiatare Nadal in semi, visto che ieri se l'è vista bruttissima contro... Berlocq. E contando che Carlos è anche brutto di suo, lo spagnolo deve aver vissuto un incubo. Alla fine ha vinto Rafa, ma al terzo, dopo aver perso il primo e nella partita finale essere andato sotto di un break. La compassione di Berlocq ci sta tutta, lo sapevamo, sono le classiche cose scritte, mentre il fatto che Nadal dopo 7 mesi di pausa sia tornato in una situazione pessima, non tanto.
Tra l'altro non solo dovrebbe rimanere umile e fare l'operaio in attesa di riprendere la forma ottimale, ma ha anche il coraggio di rientrare nel circuito e non perdere tempo per accusare l'ATP e continuare a richiedere un maggior numero di tornei sulla terra, che secondo lui preservano le articolazioni dei giocatori. Allora perché non chiedere lo stesso tanto di tornei sull'erba visto che la superficie sarebbe ancora più morbida? La verità è che se noi già intravediamo un ritiro di Nadal entro i prossimi 24 mesi, lui nella sua testa conosce già la data e quindi è meglio tirare l'acqua al suo mulino per vivere di rendita il più possibile. Rafa è un giocatore terraiolo al 100% e ormai non basta. Non è stupido e lo capisce da solo. Bisogna essere competitivi su tutte le superfici per poter aspirare alle posizioni alte della classifica e lo spagnolo sa benissimo che i suoi diretti avversari erano già universali da quando lui puntava solo a fare l'en plein sul rosso. Che poi non è vero che Nadal sia incapace di giocare sulle altre superfici, ma la sua educazione quasi militare e psicologicamente aggressiva, ora lo fanno sentire tranquillo solo quando calpesta la terra, il suo mondo naturale. Ecco perché questo sciorinare di dichiarazioni comiche proprio in questo periodo del suo rientro per niente convincente.
Oggi si parte alle 14 con l'interessantissima Del Potro-Dimitrov in Olanda, si continuerà verso dalle 19 con Bolelli-Nalbandian in Brasile, Benneteau-Simon a Rotterdam e poi si tornerà a San Paolo con Nadal-Alund. Per i più impavidi dello streaming ci sarà anche Raonic-Querrey e Haas-Isner a San Jose. Numeri e statistiche, un order of play più dettagliato e tanto altro, lo troverete nella nostra pagina Livescore. Buona terra rossa a tutti!
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