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giovedì 12 maggio 2011

Roma: il mercoledì da leoni di Potito e Paolino

Il tanto atteso mercoledì da leoni è arrivato anche a Roma e ha prodotto ben poche sorprese tra i ceti più alti, alcune nella classe operaia e, per una volta, anche tra gli italiani! La giornata del terremoto, che avrebbe distrutto la città eterna, è invece stata abbastanza distruttiva per i nostri colori con la Oprandi, Brianti ed Errani fuori dal torneo WTA. Senza parlare della Pennetta che, la sera prima, è stata fatta scendere in campo dopo Soderling-Verdasco e ci ha lasciato le penne a notte fonda non di certo aiutata dall'umido e dalla temperatura glaciale. Effettivamente, lasciar marcire un italiano all'una di notte nel torneo di casa su un campo secondario non è bello.

Dopo le delusioni in campo femminile, non potevamo attenderci grandi cose dal torneo maschile, ma andiamo con ordine. Volandri, visto il periodo pessimo di Wawrinka confermato con la quasi sconfitta per mano di Fognini, aveva buone possibilità di passare il turno, ma è riuscito ad andare sotto 6-1 in pochi minuti di gioco. Nel secondo set si è però fatto sentire il periodo negativo di Duplo-man che ha concesso il parziale 7-5. Ristabilita la parità, si pensava ormai in positivo e a un passaggio del turno per Filo, quando lo svizzero è riuscito subito a riportare l'acqua al suo mulino e piazzare il vantaggio definitivo che l'ha reso vincitore con un 6-2 al terzo. In conferenza è accaduta una cosa un po' patetica da parte di uno che ha l'esperienza di Volandri: il livornese infatti ha portato avanti accuse sul fatto che lui nel Pietrangeli gioca male perché il colore delle poltroncine lo disturba e inoltre che il rumore del centrale lo distraeva. Sinceramente c'è poco da commentare, le scuse restano sempre scuse e le difficoltà di un campo sono le stesse per tutti e due i giocatori. In precedenza sul centrale era sceso il vero numero uno del momento Djokovic, la cui furia distruttiva si è abbattuta su Kubot 6-0 6-3, concedendoci poco spazio per i commenti.


Era quindi il momento di assistere a un'eliminazione scritta, quella di Lorenzi per mano di Nadal. Con un doppio 6-0 6-0 in previsione, erano già pronti i titoli per i giornali di domani tipo "Lorenzi: Hai voluto la bicicletta e mò pedala", "Nadal supera il turno in bicicletta" e invece stavamo per assistere al vero terremoto del giorno ovvero la crisi nera di Nadal, dopo l'ennesima sconfitta consecutiva per mano di Djokovic, prendere forma. Ma andiamo con calma perché prima di tutto c'è da ragionare su un fatto abbastanza triste: il pubblico. Un quarto dei presenti sapeva chi fosse Lorenzi e stava dando l'anima per supportarlo (lode), un altro quarto era diviso tra chi cercava di capire se Lorenzi fosse argentino o brasiliano e chi aveva acquisito che era italiano e pensava che Lorenzo fosse il nome. Il terzo quarto era convinto che si trattasse di un'esibizione tra Nadal  e Capirossi e il restante era dedito anima e corpo al tifo di Nadal, della serie "Vamos Rafa anche se giochi contro di me".

Superato lo scoglio del primo game vinto dall'italiano, che quindi faceva cadere il fantasma del 6-0 6-0, Paolino ha condotto i giochi perfettamente, forse ha giocato il set della vita e destreggiandosi tra serve&volley, finezze, recuperi impossibili e tattiche di incasinamento varie ed eventuali, è riuscito a portare il primo set al tie-break. Lo spagnolo, che pensava di spassarsela e rilassarsi sotto il sole romano cullato dai suoi tifosi, si è invece visto andare in tilt i circuiti e con loro il primo set nelle mani dell'italiano. Che dire, per Lorenzi, solo questo sarebbe bastato per fare sonni tranquilli e infatti si è subito rilassato e ha subito il break in apertura di secondo set. Sembrava ormai segnato, ma il senese, che ormai aveva fatto 30, ha provato a fare 31 e ha recuperato il break portandosi sul 4-3. Purtroppo qui, dopo quasi due ore di partite, gli è partito il fusibile e, dopo aver perso il set, si è anche portato a casa l'ovetto al terzo. Se dobbiamo essere sinceri, da lui ci basta e avanza quello che ha fatto per fargli i nostri più sentiti complimenti.

Sugli altri campi Fish ha fatto fuori Ljubo 7-6 5-7 6-2, Lopez conferma il periodo di forma battendo Kohlschreiber 6-4 3-6 6-3, Mayer ha avuto la meglio su Melzer, che si è ritirato dopo aver perso il primo set, Chela ha sconfitto a sorpresa Pong Simon 6-4 6-2 e per finire Almagro ha eliminato Querrey 6-3 7-6.

A chiusura del programma pomeridiano, dopo la lieve speranza che ci aveva fatto accendere Lorenzi, Starace ci ha fatto il regalino del giorno battendo Troicki 6-4 6-4, a dimostrazione che le potenzialità per stare qualche posto più in altro ci sono, quello che manca è la regolarità da cui poi deriverebbero la sicurezza in campo e il raggiungimento di titoli ambiti. "Crederci", come motore universale di tutto il resto è la solita balla italiana perché se non vinci, non ci credi e non ha senso il contrario. Ora per il campano ci sarà l'ostacolo Murray e, dopo averlo visto contro Malisse, c'è da riconoscere che non sarebbe un ostacolo proibitivo se il campano scendesse in campo con una chiara tattica e non un gioco singhiozzante, offuscato dal fatto che di fronte ha il numero 4 del mondo. Ora lo scozzese come rendimento è a malapena da top 20.

Nel serale Federer ha fatto un po' di allenamento battendo Tsonga 6-4 6-2 e in conclusione è arrivata una notizia che ci rallegra ovvero il forfait di Ferrer, che così nemmeno vedremo. Oltre a noi è stata grande gioia anche per Nadal che si è visto quindi il tabellone ridotto al paggetto Lopez nel prossimo turno e nei quarti qualche velocista che sulla terra cade da fermo. Per non parlare poi della potenziale semifinale contro Federer che ci fa ridere al sol pensiero!

Se non vi fidate di quello che vi abbiamo raccontato, QUI trovate il tabellone aggiornato e QUI l'order of play aggiornato. Buon tennis da Roma!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Volandri ridicolo, prima si "allargava" dicendo che al Foro sente sensazioni particolari, alludendo ad una nuova "impresa" come nel 2007 con Federer (partita perfetta ? anche una talpa vide che fù lo svizzero ad essere completamente fuori giornata), poi che non avrebbe perso concentrazione nonostante il pubblico molto vicino ai campi..
Adesso invece la patetica scusa del colore dei seggiolini.
Forse Wawrinka è daltonico...

Enrico

Lucky Loser ha detto...

Le scuse raramente possono essere giustificate, ma spesso compatite e noi siamo esperti di compassione!

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