Come l'anno scorso tutti si ricordano il torneo di Roma per la semifinale tra Gulbis e Nadal, quest'anno sarà impossibile dimenticare quella di ieri sera tra Murray e Djokovic, sempre che non abbiate optato per l'imperdibile programma di Pino Insegno a Rai 1. Parliamo quindi di un alieno o forse di uno che probabilmente ha scoperto come sintetizzare l'energia atomica dell'aria fino ad avere infinite risorse: Novak Djokovic. Assurdo, non ci sono più parole per definirlo, a confronto le imprese epiche di Nadal si sono ridotte al nulla anche perché alla tattica attendista dello spagnolo, si contrappone il gioco offensivo del serbo che giustamente viene premiato. Ecco perché, alla lunga, ieri notte Murray ha pianto probabilmente in grembo a un giudice di linea visto che ha passato la serata a scavalcarli pur di rimandare tutto indietro a attendere l'errore dell'avversario. Esiste una giustizia cosmica.
Il match è partito in discesa per il serbo, 6-1 veloce e lo scozzese forse già pensava alla doccia. Nel secondo invece dal 2 pari è partito il fusibile al serbo, una pausa più lunga del dovuto per il problema alla solita lente e via set scivolato veloce 6-3 per lo scozzese che a quel punto ha ripreso fiducia. Il terzo è stata una battaglia vera e propria, un'arena con due gladiatori: Djokovic che spingeva su tutto e Murray che arrivava a riprendere ogni palla, tutto, fino a portarsi addirittura in situazione d'attacco e ottenere punti preziosi. Si sono alternati break e controbreak a go-go fino a quando Djokovic, che sembrava l'unico capace di far terminare le risorse a Nadal, si è addirittura messo a fare stretching per i crampi tra un punto (magari era anche scena, ma no ha chiamato la pausa per il medical timeout!) e l'altro trovandosi sotto 5-4 col servizio per lo scozzese. L'invincibilità del serbo per il 2011 sembrava segnata. E invece no, è riuscito a scavare e a pescare dal fondo del barile quel briciolo di forza necessaria per riportare le cose in parità e dopo aver tentato di chiudere col break decisivo sul sul 6-5, si è approdati al tie break. Unico finale possibile e sensato. Ai punti però Djokovic, che tendenzialmente ha sempre faccio gioco per primo, era avanti e infatti il tie break ha dato ragione a lui. Immenso, si è goduto l'ovazione del pubblico.
Mentre i due si sfinivano per bene, Nadal era già in pantofole, che se la rideva sotto i baffi, bello comodo in poltrona con le gambe all'aria a recuperare le pochissime energie spese il pomeriggio contro Gasquet. Il francese, che nei giorni scorsi ha fatto il bullo con la voce grossa, contro Nadal, prevedibilmente, è diventato piccolo piccolo, uno scricciolo d'uomo che dopo aver perso il primo set 7-5, ha mollato il secondo per 6-1 tornando a piangere tra le braccia di Piatti che sicuramente l'avrà sgridato per bene. Non c'è altro da aggiungere.
Eccoci così al solito appuntamento fisso dei Masters 1000 obbligatori per quest'anno, la finale tra Nadal e Djokovic (Monte Carlo, anche se è considerato un Masters 1000, solo perché ci sono i soldi a palate e si comprano il titolo, tecnicamente è un 500 quindi non obbligatorio). Anche se sulla carta è indubbiamente favorito Djokovic, vista la scia positiva, ma anche alla luce dell'ultimo successo schiacciante sulla terra di Madrid, dal lato pratico, la lotta di ieri notte contro Murray e le nemmeno 24 ore di riposo (Nadal ne avrà perfettamente 24 perché ha chiuso alle 16... W il combined!) lo pone ampiamente come sfavorito visto che le tossine nel sangue e la stanchezza muscolare si faranno sentire. Anche Nole è pur sempre umano e prima o poi le risorse termineranno nel bel mezzo della sfida, è immaginabile un epilogo del genere. Comunque, vedere la sua imbattibilità stroncata dal numero uno al mondo, sicuramente gli farà fare sonni tranquilli... molto più grave sarebbe stato leggere come fautore dell'impresa Murray.
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