Salve a tutti! Eccoci all'epilogo di una settimana di ATP 500 che ha visto tutte le maggiori sorprese concentrate nelle finali. Siamo partiti da Tokyo col successo inaspettato di Murray contro Nadal per poi chiudere a Beijing con Berdych che ha catechizzato Cilic.
Forse è prematuro chiamarla crisi, perchè alla fine è successo poche volte rispetto ai domini schiaccianti degli anni passati, ma sembra già terminata l'era dell'inscalfibile Nadal. Il maiorchino ha nuovamente perso in finale e stavolta non contro l'ormai traumatico Djokovic. Si prende il merito dell'impresa lo scozzese, oggi inglese, Murray.
L'andamento del match ha ricalcato moltissimo il classico film che abbiamo visto nelle finali che contano del 2011: partita pari con guizzo vincente nella prima parte per Nadal e crollo mortale nella seconda una volta che gli si prendono le misure. E' vero che il merito va all'avversario, che se non raggiunge la perfezione in campo contro Rafa, che è praticamente sempre perfetto, non avrebbe speranza, ma la vittoria anche di Murray, ci fa pensare due cose: la necessità di qualche seduta direttamente con Freud per lo spagnolo oppure che siano stati sdoganati tutti i segreti del suo tennis. Probabilmente la verità sta nel mezzo però l'impressione che il cyborg ci ha dato nel 2011 è che stia iniziando a soffrire chi arriva a mandargli indietro una volta in più la palla (quindi la sua stessa tattica che gli si ritorce contro) e sopratutto le sue rotazioni non abbiano più niente di oscuro. In particolar modo, trovare uno che sappia eseguire un buon rovescio vuol dire ridurre drasticamente le sue possibilità di vittoria, non a caso Murray e Djokovic, oltre ad essere diventati due grandi corridori, hanno un rovescio bimane di tutto rispetto che non teme palle alte arrotate. Non c'è da nascondere che se i due oggi sono così è per merito dello stesso Nadal che dopo aver dettato legge per anni col suo tennis anomalo, incasinante per gli altri, ha portato all'evoluzione i diretti rivali. Quindi prendiamoci finalmente la libertà di dare merito agli avversari e non demeriti allo spagnolo che ogni volta che perde è perchè "Non è il vero Nadal" oppure "Un Nadal al 60%". Sicuramente Rafa avrà tempo e modo di reinventarsi, ma per ora questa appena esposta, sembra la miglior verità. Per concludere, mai ci saremmo aspettati di dover fare i complimenti a Murray, ma oggi ha veramente giocato bene coi piedi dentro il campo e quasi sempre proiettato a guadagnare metri. Se dovesse giocare così ogni partita sarebbero dolori anche per Djokovic.
Siamo quindi volati a Beijing dove dal gigante di Medjugorje e Berdych non ci si potevano di certo aspettare carezze e infatti così è stato. Il ceco si trova stranamente in un periodo di grazia, ma Cilic a sorpresa ha preso subito le redini del match andando avanti di un set con grande sicurezza e appoggiandosi meravigliosamente sulle randellate regolari dell'avversario. Il collegamento del frate croato coi piani alti dei cieli stava funzionando benissimo e i risultati sul campo erano lampanti. Nel secondo set però è avvenuto l'impossibile, pare infatti che siano partite una serie di intercettazioni sulla linea di Cilic quindi le illuminazioni siano arrivate a rate. Dopo aver assistito a break e controbreak, che sembrava riportare il frate in partita, è cominciato il blocco definitivo delle comunicazioni grazie a un altro comma trasversale della Legge Bavaglio concepito per vietare che il web divulgasse la baggianata che sia possibile eseguire il trapianto di capelli. Con un Cilic ormai senza una guida, Berdych si è impadronito del match chiudendo il secondo set 6-4 e 6-1 il terzo. Il ceco, dopo aver dato sfoggio di una sopraffina stupidità per la maggior parte dell'anno, da domani potrà nuovamente pensare di entrare tra gli 8 di Londra.
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