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giovedì 13 novembre 2014

ATP WORLD TOUR FINALS 2014: Master dei principi o della Compassione? (Parte seconda)

Avete sicuramente pensato tutti che finalmente eravamo riusciti a portarvi il Master della Compassione in diretta in Italia. Purtroppo non è così, però abbiamo visto più tennis a Costa do Seppi e BastaRd che non in questi giorni a Londra. Saremo ripetitivi, ma i fatti non ci aiutano a non esserlo: quello che doveva essere il torneo più bello dell'anno con ogni singola partita da capogiro, si è già guadagnato il titolo di peggiore della stagione. L'unico modo di vedere tennis è seguire il doppio. God Bless.

Per chi ci odia ci dispiace doverlo dire nuovamente, ma abbiamo avuto ragione su tutto. In primis si passa ovviamente da Cilic, capace di vincere appena sei game in due partite: 2 contro Djokovic, che ci possono anche stare, ma solo 4 con Berdych per niente. Vincere uno Slam non è assolutamente un indice valido per inserire uno tra i migliori tennisti dell'anno. Il sistema dei punti è perfetto perché monitora tutto l'anno, la vittoria di uno Slam invece può essere (è stata) frutto di due settimana di illuminazione fortuita e non di un anno di lavoro. Cilic ne è l'esempio e infatti non riesce minimamente a sostenere la situazione in cui è stato catapultato. Amen.

Quasi lo stesso discorso possiamo farlo con Wawrinka. Per carità, imparagonabile a Marin, ma anche lui ha giocato solo mezzo anno, arrivando a fine stagione non alla frutta, ma già seduto al gabinetto ad onorare la fine della digestione. Contro Berdych ha vinto, ma ieri con Djokovic ha fatto solo 3 game, in quello che doveva essere il match più equilibrato e divertente di tutti i Round Robin. E invece niente, 6-3 e un succulento ovetto. La sua fortuna è che al prossimo turno il ceco non avrà speranze contro il serbo e lui invece se la dovrà vedere facile con Cilic praticamente già eliminato.

A niente è servita la galoppata di Raonic per entrare in extremis al Master, perché anche lui si è sciolto. Sia con Federer che con Murray ha perso in due, lottando solo nel secondo set. Troppo poco per essere ricordato. Come ciliegina, un problema fisico l'ha costretto al ritiro, con ingresso di Ferrer al suo posto. E visto che la sfiga ci vede benissimo, capita perfetto per il match contro Nishikori, in una sfida inutile, visto che lo spagnolo, ereditando i punti di Milos, potrà qualificarsi solo avverandosi una remota possibilità che prevede il calcolo game, congiunto alla circonferenza delle nostre palle, una volta cadute a terra dopo il primo set contro il giapponese.

Dulcis in fundo, Federer attraversa indenne questa valle di lacrime, giocando solo tre games difficili contro il samurai. Oggi per lui c'è Murray non prima delle 21 (e speriamo finalmente di vedere un match), ma prima di tutto, alle 15, l'imperdibile Nishikori-Ferrer. Domani, come preannunciato, l'inutile giornata vedrà Djokovic-Berdych, il cui unico interesse è capire se basterà una mano per contare i game che vincerà il ceco, e Wawrinka-Cilic. Non sappiamo chi giocherà alle 15 e chi alle 21, ma in ogni caso, cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambierà. Bye bye...

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