Cari malati di tennis, vi state abituando alla terra rossa? Noi no! Nonostante questo con tanto amore continuiamo a seguire il torneo di Montecarlo, che nella sua terza giornata ci ha offerto alcuni buoni spunti.
Partiamo da Fognini. Il ligure un po' matto ha battuto Kevin Anderson 3-6, 6-2, 6-2, iniziando quindi male il match, ma recuperando a pieno nei parziali successivi. Certo il suo avversario è sembrato patire parecchio lo sbalzo dalle superfici simil-veloci americane alla terra lentissima di Montecarlo, ma Fabio è stato bravo a prendere in mano le redini del gioco e a condurre la partita a suo favore dal secondo parziale in poi. Giocasse sempre così la sua classifica assumerebbe contorni più piacevoli, per cui è pregato di continuare già dal prossimo incontro con Troicki, che sul rosso è tutt'altro che un fulmine di guerra. L'altro azzurro in campo oggi, Potito Starace, ci ha ricordato quando sia doloroso tifare per i colori azzurri. Il campano, forse stanco per la finale conquistata la scorsa settimana a Casablanca, aveva iniziato bene contro lo spagnolo Pere Riba, vincendo il primo set, ma, forse per stanchezza, si è fatto rimontare fino al conclusivo 4-6, 6-3, 6-3.
E veniamo ai casi umani: primo fra tutti Jo-Wilfried Tsonga. Il francesone sembra sempre l'eterno incompiuto, forse a causa di un carattere molto più fragile che fa da contraltare al suo potente fisico. Nella sfida del secondo turno contro Ljubicic, che nel primo parziale lo abbiamo visto andare a servire per portarlo a casa, si è sciolto perdendo miseramente il servizio e subito dopo il tie-break, per poi arrendersi definitivamente nel secondo set. Onore al croato, da noi sempre apprezzato, ma ci piacerebbe molto rivedere Tsonga lottare sul serio con i migliori e non la sua brutta copia che ciondola in mezzo al campo dopo aver sparato l'ennesimo dritto in orbita. L'altro caso umano è Ernests Gulbis. Il lettone, che domenica aveva dato qualche segnale di risveglio commettendo l'oltraggio di eliminare la nostra guida spirituale, è stato battuto da Milos Raonic 6-4, 7-5. Nulla da dire sulla partita del canadese, che dall'inizio dell'anno nonostante la sua giovane età sta dimostrando delle capacità tecniche e (soprattutto) mentali davvero non da poco, ma Ernestino ancora una volta ha fatto vedere la solita serie di errori gratuiti, intervallati sempre da qualche pregevole ma inutile perla. Un esempio per capirci: secondo set, Raonic avanti 5-4 e servizio a favore. Gulbis salva tre match-point e ottiene il break disegnando il campo. Game successivo: break di Raonic senza colpo ferire e successivo servizio mantenuto in scioltezza per il definitivo 7-5 a favore del ventenne di origini montenegrine. Se poi pensiamo alla lite con l'arbitro che gli è costata il primo set, in pratica, senza togliere niente a Milos, il lettone ha fatto e disfatto tutto da solo. Sembrava che l'arrivo della terra potesse dare a Gulbis nuovo slancio, visto quanto fatto a Roma lo scorso anno, ma al momento il talentuoso figlio di papà appare quasi irrecuperabile.
Da segnalare poi il successo di Feliciano Lopez, che forse ha voglia di dare una sterzata a questa prima parte di stagione per lui del tutto negativa. Lo spagnolo, uno dei pochi iberici "guardabili", ha battuto Janko Gattuso in tre set guadagnandosi il derby contro il suo connazionale, molto meno "guardabile", David "le pijo tutte" Ferrer. Inutile dirvi per chi faremo il tifo.
In giornata hanno poi passato il turno il Mirka's husband, contro Kohlschreiber 6-1, 6-2, "pong" Simon, 6-3, 6-2 dopo un obbrobrioso match contro Bellucci, "leader" Maximo Gonzalez, a sorpresa su Dracula 3-6, 7-5, 6.1, Garcia-bluff (uh! ha vinto!), contro tale Millot 6-2, 6-4, e Tomas Berdych ha avuto come previsto la meglio su "Pollicino" Rochus 6-2 6-3. Qui potete vedere il tabellone al completo.
Domani ci sarà l'esordio di Nadal, le cui possibilità di perdere da Nieminen sono pari a quelle di sentire Giuliano Ferrara dire una cosa intelligente. Il resto dell'order of play non è proprio da leccarsi i baffi, ma ci adegueremo. Peccato non poter seguire Fognini, visto che il campo nel quale l'hanno spedito, praticamente a Ventimiglia, non è coperto dalle telecamere.
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