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mercoledì 22 gennaio 2014

Australian Open 2014: quarti. Wawrinka ci disintossica da Djokovic. A fatica torna il Fedal

Eccoci reduci dai due giorni di quarti agli Australian Open 2014. Si sono consumati diversi miracoli, si pensi che la Radwanska ha battuto la Azarenka e in semi troverà la Cibulkova. Così... tanto per rendervi l'idea. Purtroppo non ci sono stati proprio tutti i miracoli in cui speravamo, ma è già qualcosa, soprattutto alla luce del fatto che sappiamo già chi ha vinto il torneo tra i maschietti. Tanto per cambiare è Nadal. Scusateci se siamo sempre così bastardi da rovinarvi le sorprese! Del resto, se a inizio torneo avevamo pronosticato una finale tra Rafa e Djokovic e il serbo ci ha già lasciato le penne, ovviamente non possiamo che dedurre questo epilogo. Ma andiamo con calma, partendo da dove ci eravamo salutati...

Nella notte di ieri siamo andati a letto tardissimo, speranzosi di vedere Flavia Pennetta regalarci una gioia contro Li Na. Purtroppo la cinese era di tutt'altro pensiero e ha subissato l'italiana con comodini, frigoriferi e lavatrici, con percentuali di errore praticamente assenti. L'incontro si è così risolto molto velocemente con un doppio 6-2 in suo favore. Purtroppo per Flavia, ma anche per noi, nemmeno il tempo di concretizzare l'inferno, che la gara era già terminata male. Per fortuna ci siamo potuti rifare gli occhi, perché dopo la bella azzurra, sono scese in campo Ivanovic e Bouchard. Sentirle ansimare alle 3 di notte è un'esperienza abbastanza mistica, che consigliamo a tutti di provare, ma con le mani legate se non volete perdere la vista.

La nuova leva canadese ha avuto la meglio al terzo e speriamo vivamente riesca a punire la cinese, perché anche l'occhio vuole la sua parte. Subito dopo sono scesi in campo Berdych e Ferrer (per la cronaca ha vinto Tomas) e non avevamo assolutamente voglia di vedere la maglia del ceco e i polpacci muscolosi dello spagnolo, così abbiamo optato per una sana dormita in attesa del vero spettacolo tra Wawrinka e Djokovic.

Dopo il primo set, volato via in pochissimo tempo nelle mani del serbo, il match sembrava già a cento metri dal capolinea e invece niente da fare, era solo il riscaldamento dello svizzero. Effettivamente per un corpo grande serviva un riscaldamento grande! E' partito dunque un quasi back out di Nole, ma colui che ha spento l'interruttore era Stan in prima persona, che è magicamente diventato il Dante del tennis, confezionando poesie da ogni dove e con ogni colpo, non solo col suo magico rovescio. Arrivati al 2-1 per lo svizzero il nostro primo pensiero è stato quello di maledire la formula "3 su 5" perché sappiamo benissimo che certe bestie muoiono a fatica e infatti il quarto set è andato nelle mani di Djokovic, che sembrava così essersi guadagnato la possibilità di chiudere in bellezza, forte anche del break conquistato quasi in apertura del quinto. Stupidi noi che abbiamo pensato a una cosa simile, visto che la risposta di Wawrinka è stata istantanea!

Ripristinata la parità si è presentato il secondo incubo: l'assenza di tie-break nel quinto, che avrebbe sicuramente portato il match a una gara di resistenza con vittoria quasi scontata di Nole. Detto fatto, 6 pari, si va ad oltranza, ma per poco perché Stan sull'8-7 ha piazzato una risposta fortunosa che ha ingolosito talmente tanto il serbo, che ha osato una smorzata pessima e fuori. Guadagnata la palla break, il capolavoro: Djokovic si avvicina a rete, con Becker appeso alla spalla, a benedire una palla, che però manda al centro del corridoio. Wawrinka ha così finalmente battuto il serbo, conquistato la semifinale agli Australian Open e potrà continuare a sognare domani, in quanto si troverà opposto al per niente impossibile Berdych. Risultato bellissimo, prima di tutto perché meritatissimo e secondo perché, visto che noi siamo sempre per la varietà, il nome di Djokovic si è sentito fin troppe volte inneggiare sulla Rod Laver Arena negli ultimi anni.

Ma se da un lato possiamo cantar vittoria, dall'altro c'è da vomitare noia visto che Nadal continua a macinare vittorie sempre nello stesso, identico, preciso, medesimo, tale e quale, equivalente, indistinguibile, spaccato e sputato (non abbiamo trovato altri sinonimi purtroppo) modo. Vittima sacrificale di questo giro è stato Dimitrov. Rafa non era in forma, non sappiamo a che percentuale fosse, probabilmente qualcosa che si aggirava attorno al 56, 69% con 9 periodico. Inoltre ha una mano, da come ne parla, vicina all'amputazione. Terrore nel cuore dei Vamos Rafa. Il bulgaro ha così portato a casa il primo set. Tutto molto bello e scenico, tanto che in risposta lo spagnolo ha vinto il secondo al tie-break, idem il terzo, soffrendo e dopo aver annullato tre set point. Nel quarto si è anche concesso il break in apertura, per dimostrare che a "Rambo nun jè devi cagà er cazzo" perché tanto si rialzerà sempre, ancor meglio se in fin di vita. Commovente Dimitrov con le sue lacrime di coccodrillo nel finale, soprattutto frutto del fatto che le dovrà prendere anche dalla Sharapova una volta tornato a casa.

E se ciò non vi bastasse per piangere, ecco l'avvento del trentatreesimo Fedal. Sì, perché in chiusura di giornata Federer ce l'ha messa proprio tutta per provare a far vincere Murray al quinto, ma non ce l'ha fatta! Scherzi a parte, lo svizzero merita due parole extra. Nel 2013 ha fatto pena (se paragonato agli anni passati), non perché si è dimenticato di come si gioca a tennis, ma perché ha perso la fiducia psicologica che gli permetteva di gestire le situazioni difficili e critiche. Questo a cascata faceva ricadere sul suo esile corpo da 32enne fatiche su fatiche extra, che unite al turbine che aveva nel cervello incasinato, poi lo portavano ai celeberrimi patatrac che ci ha regalato. Il tutto si traduceva come un crollo fisico (il più evidente) e psicologico (il meno evidente, ma il più importante), classico di chi è pronto a salutare il proprio pubblico.

In questo principio di stagione sembra invece abbia messo almeno una piccola pezza al disordine mentale e infatti da inizio torneo fino al penultimo game del terzo set contro Murray è stato quasi perfetto. Arrivato a un punto veramente critico (e non dimentichiamo che anche la finale di Brisbane era critica), ovvero la chiusura di un match contro un nome importante, che avrebbe portato una semifinale Slam contro Nadal, ecco riaffiorare tutte le turbe mentali, che ovviamente non sono cancellabili con due colloqui con Edberg sotto l'albero di Natale. Alla fine il match si è risolto al quarto (anche grazie a Murray), ma la vera considerazione da fare su Federer non è che è rinato e pronto a vincere grandi cose, ma solo che sembra aver trovato una strada da prendere per iniziare a risolvere il suo vero problema, che ad oggi è la testa, e non la racchetta grande, piccola o il tennis dimenticato. E probabilmente anche le sconfitte prese nel 2013, lo stanno aiutando a ritrovare la fame di vittoria, fino all'anno scorso assente. Prossimamente sapremo qualcosa in più.

Contro Nadal ovviamente non ci sarà storia, se non per un set, in quanto allo spagnolo basterebbe solo presentare sul campo la sua statua di cera per vincere. Rafa ormai potrebbe battere Roger senza giocare e con la sola forza del pensiero... sembra di parlare di un super eroe, ma con l'iberico immortale un po' ci si avvicina. Buon Fedal a tutti!

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