Potevamo mettere una foto seria noi di ControBreak? No di certo, ma siamo sinceri, un po' ci mancherà. Con quel suo cappellino perennemente bagnato e i suoi tic nervosi come scrollarsi in continuazione dalla spalla il copioso fiume di sudore che riusciva a produrre dopo appena due quindici. Un record! Andy Roddick lascia il tennis, lo farà al termine dell'Us Open. A nostro avviso, il momento giusto. Era ormai da un po' che, colpi di coda a parte quali la vittoria su Federer a Miami o i successi a Memphis del 2011 e a Eastbourne quest'anno, il tennista americano aveva ampiamente imboccato il sunset boulevard. Sconfitte cocenti, inattese, con il tempo diventate consuetudine, tanto da convincerci ad invitarlo al nostro ormai celeberrimo Master della Compassione.
Non è mai stato un nostro pupillo, forse perché non propriamente un tennista elegante, ma i suoi match cercavamo di seguirli. Scambi corti, odiava la terra, propensione all'attacco e soprattutto alla lotta. Non solo. Roddick ha sempre cercato di dire qualcosa di diverso dal normale clichè al quale ci hanno abituato i tennisti. Conferenze stampa originali, che spesso sfociavano in dibattiti su altri sport americani, sui quali dimostrava di essere competentissimo. Battuta e senso di spirito sempre all'erta, soprattutto in campo quando si trattava di fare un po' di show. Anche quando le prendeva.
Ha avuto la sfortuna, dicono in molti, di giocare durante l'era Federer, ma se avesse giocato dieci anni prima avrebbe beccato Sampras e Agassi, dieci anni prima ancora Becker, Edberg e tanti altri. Ha vinto un solo Slam, Us Open 2003, in quel breve periodo di interregno prima che Federer iniziasse il suo dominio. Poi un'altra finale a New York e ben tre a Wimbledon. Sempre perse, manco a dirlo, dall'alieno svizzero. Quella più cocente, in assoluto, nel 2009. La voleè (3'15") che poteva dargli due set di vantaggio forse se la ricorderà per sempre, noi invece ci ricordiamo la premiazione, e la frase con cui gelò Federer appena l'elvetico provò a consolarlo: "Sai, so cosa provi, anche io nel 2008 rimasi deluso dalla sconfitta con Nadal", e Andy, in procinto di tirargli il vassoio in bocca: "Si, ma tu ne hai vinti altri cinque" (min. 4.15). Fantastico.
Dai Andy, hai scelto il momento migliore per lasciare il tennis giocato. Scendere in campo e prenderle da Darcis o da Chardy non era da te. Thank you A-Rod!
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