Ok è troppo presto per dirlo e siamo ancora lontanissimi dagli standard dell'anno magico di Djokovic, ma con Nadal che non accenna miglioramenti nella sua condizione fisica (sempre che ne abbia mai avuto una), sentiamo allarme di 2011 bis o almeno un altro alternarsi al potere tra lo spagnolo e il serbo. Sì, il resto del mondo lo teniamo (si tiene) in stand-by. Vittoria fin troppo facile in quel di Miami ieri sera. Due set dove si è visto poco Rafa e tantissimo Nole. Diciamo pure un perfetto Nole. Quasi una replica del bombardamento di Montecarlo del 2013. Certo il maiorchino era palesemente messo male, ma ciò non vuol dire che la batosta non resti nell'albo e nell'orgoglio, anzi.
C'è veramente poco da raccontare e non lo faremo perché poi ci dicono che siamo di parte. Il 40esimo Nadovic o Djodal dir si voglia, non è stato proprio il massimo. E' partito un po' lento in fase "studio", facendoci cadere nel terrore delle 24 ore di Le Mans, ma sul 3-2 del primo parziale è cominciata la piallata, continuata fino all'ultimo punto e senza diritto di replica. Djokovic perfetto, Nadal molto meno, ma al netto di queste presunte sofferenze fisiche spagnole, i motivi che portano il serbo a superare con una certa frequenza il rivale li abbiamo ampiamente analizzati in passato, non cambiano nemmeno a distanza di anni e quando funzionano il divario è imbarazzante (non abbiamo voglia di ripetere sempre le stesse cose quindi se volete sapere cosa ne pensiamo sui punti base che fanno magicamente vincere Djokovic su Nadal leggete qui)
Si aggiunga che, mentre Nadal è un giocatore che per il suo stile ha un livello pur sempre stratosferico, ma margini di miglioramento bassi, Nole tendendo più al classico (inteso come tecnica di base, non come gioco) ha maggiori spunti per crescere. Poi ovvio, la testa è sempre la componente fondamentale nel tennis moderno, ma parlando dal punto di vista di "macchine a confronto", secondo noi tra il serbo e lo spagnolo entrambi al 100% alla fine vince il primo. Almeno sul cemento, la terra è un altro pianeta, anche se le condizioni di Miami sono veramente lente se si pensa che parliamo di superficie veloce.
Così è doppietta americana per Novak e il vento del 2011 torna a soffiare a Manacor. Se mai dovesse capitare una lieve incertezza di Rafa sul rosso, con annessa punizione da parte del serbo, la chioma spagnola per la disperazione potrebbe presto andare a competere con quella di Zio Fester. Manca poco per scoprirlo, giusto il tempo di fare un salto a Napoli per la Davis e poi sarà l'ora di addormentarci sulla palude monegasca che, non dimentichiamolo, porta ancora il nome di Djokovic.
A proposito di Davis, Judy Murray è già nella città del sole e per questa settimana avremo il compito di farle da bodyguard, nonché da miseri tassisti. Ma l'impresa più complessa sarà quella di tenerla contenta trovandole repliche di match in cui Feliciano Lopez vince. Difficilissimo, ma senza di quelle non prende sonno.
Pronostici non ne facciamo, ma se volete incontrarci a Napoli, noi saremo nelle tribune con la bandiera inglese ad ubriacarci in allegria. Avevate dubbi? Goodbye!
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