L'avreste mai detto dopo la sconfitta nel doppio? Noi manco se ce lo avesse raccontato John Titor in persona, e invece.
L'ItalDavis è in semifinale, dopo aver battuto davanti sul lungomare di Napoli una Gran Bretagna tradita dal suo uomo di punta, quell'Andy Murray che in questo 2014 sembra la brutta copia del fratellastro del figlio del cugino di quello che ha vinto Wimbledon lo scorso anno.
Partiamo dall'inizio. Una volta saputo di dover incontrare la perfida Albione il leitmotiv era uno scontato "Murray fa i due punti ma il doppio potrebbe essere nostro", sommato all'originalissimo "il doppio sarà l'ago della bilancia".
Certo, come no.
In effetti una volta letti i convocati britannici abbiamo faticato a trovare le foto Colin Fleming (evitiamo battute sul creatore di James Bond perché vogliamo essere originali), su Evans poi sorvoliamo, anche se nel film Snowpiercer non è male.
Diciamo che le cose nella prima giornata sono andate più o meno come previsto. Fognini, pur avendo cazzeggiato per un set, ha battuto con agio Ward; mentre Seppi, nel match terminato sabato, non è riuscito a mettere in difficoltà il pallido Murray post-Lendl. Ed è quindi arrivato il momento del doppio, nel quale è venuta fuori tutta la compassione italica, tre set a uno e vediamo un po' con chi ci sorteggiano l'anno prossimo, tanto mica vai a pensare che il conte Fognini di arma di Taggia caccia fuori la partita della vita e strapazza Murray, no?
Infatti.
Il ligure ha irriso il fratello disagiato dello scozzese, quello abbandonato da papà Lendl, che tanto bene aveva saputo consigliarlo, fino a vincere tutti i tornei in cui non era stato costretto a incontrare Nadal in semifinale. Parentesi: i tre fan italiani di Murray se lo infilino in testa: il giocatore che più ha avuto vantaggi dalla lunga assenza di Nadal è stato Murray. Punto.
Dopo il Fognini-show (anche i suoi detrattori, cioè tutti, vadano a vedersi alcuni suoi punti di oggi sul Tubo perché ne vale la pena) un brivido ha però percorso la nostra schiena: in quel momento il destino dell'Italia era nelle mani di Seppi.
Dopo una serie di game composti da dei compassionevoli break e controbreak, piazzati apposta per ricordarci che è pur sempre Seppi, l'altoatesino ha preso le redini del match contro Ward (si, quello che spunta fuori sempre al Queen's per poi essere riposto nella cella criogenica), e in tre set ha consegnato all'Italia il punto che è valso la semifinale. Dopo 16 anni, micacazzi.
Ora ci tocca la Svizzera di Federer e di quel tizio che a gennaio ha vinto gli Australian Open e sta ancora inzuppando il pane nella nutella con la quale ha riempito la Coppa che gli hanno dato a Melbourne. Giocheremo da loro, probabilmente in un campo di hockey su ghiaccio, e sarà durissima. Però dai, le condizioni del doppio svizzero non sono apparse tra le migliori, e poi noi abbiamo sempre quel fottuto pazzo di Fognini.
Da domani si torna alla solita routine. Le meraviglie dell'imperdibile torneo di Casablanca incombono, poi si parte con la stagione europea sulla terra che porta dritto al Roland Garros. Abbiamo già i brividi.
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