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venerdì 6 luglio 2012

Wimbledon: Federer e Murray approdano in finale, Djokovic non pervenuto, Tsonga quasi

Non abbiamo la più pallida idea di cosa gli abbia messo nel latte Lendl in queste due settimane per fargli avere quel dritto killer, fatto sta che il nostro "amatissimo" Murray, tra un fuck e l'altro, ha raggiunto l'agognata finale di Wimbledon. La Gran Bretagna non festeggiava un tale traguardo dal '38 (con Bunny Austin) e per l'occasione, il decespugliato è ormai diventato duca, baronetto e futuro erede al trono inglese contemporaneamente. Ovviamente c'è sempre la finale da giocare prima di confermare i titoli, iniziare a fare trenini al cambio della guardia e far ubriacare la regina, perché se da una parte abbiamo un lord acquisito, dall'altra c'è l'affermato king Roger. Lo svizzero torna in finale nel tempio londinese dopo anni in cui è stato dato per prossimo al ritiro, morto e disperso nell'isola di Lost. Tra l'altro battendo il numero uno del mondo Djokovic, favorito dal pronostico,.

Il lungo pomeriggio di tennis è partito puntuale alle 14, grazie al tetto del centrale che ha permesso il regolare svolgimento del programma, nonostante la pioggerella irritante. La leggenda (ma anche la pratica) vuole che le condizioni indoor siano più veloci, ma a Wimbledon, forse per il vapore acqueo accumulato, accade l'esatto contrario. Quindi, tra terba e aria densa, si stava giocando praticamente in una condizione considerata da molti proibitiva per Federer e favorevolissima per il serbo. A dirla tutta anche noi ci stavamo preparando alla classica figuraccia che confeziona l'elvetico opposto a Nole e invece niente di tutto questo. Sul 3-2 del primo set, il numero uno del mondo ha dato subito segni di cedimento regalando il servizio e senza mai riaverlo indietro fino alla chiusura del parziale per 6-3. Nel secondo lo svizzero si è preso una pausa, ma a dirla tutta, sembra quasi abbia voluto aspettare la nuova mossa dell'avversario per poi controbatterla con qualche tattica malefica e, visto l'andamento del resto della gara, questa teoria è molto plausibile. Concesso un 3-6 facilmente, Roger nel terzo ha ripreso a giocare, fino al break decisivo sul 5-4. Bucato nell'orgoglio, Novak si è abbattuto, giocando nel modo più indegno possibile e riportando a galla il vecchio Djokovic, quello che non aveva possibilità di schiodarsi dalla terza posizione. E visto che in pratica non ne fa una giusta dagli Australian Open, sembra quasi che, a scanso di un crollo improvviso di Nadal e Federer, per il serbo, la terza piazza sarà la cosa più giusta. Prima il suo obbiettivo del 2012 era il Roland Garros, poi Wimbledon, ora dirà che in realtà ha sempre e solo puntato alle olimpiadi per regalare la medaglia alla Serbia. E' doveroso precisare che gran parte del merito del successo di Federer è da imputare alle dichiarazioni pre-partita di Wilander: "Non vedo come Roger possa anche solo impensierire Djokovic".

Uscito di scena, Novak si è gentilmente concesso all'elvetico che non ha fatto nessun complimento e si è preso allegramente la finale di Wimbledon 2012. Bruttissima partita. A parte i pochi game del secondo set dove avevamo in campo due giocatori e qualche perla sparsa, il resto è stato un monologo chiuso per 6-3 3-6 6-4 6-3 da Federer. Ora lo svizzero, in caso di vittoria del torneo tornerà primo in classifica sicuramente abbattendo altri record vari ed eventuali. Ma prima di tutto dovrà fare i conti col neo baronetto Murray, che in caso di titolo verrà sottoposto a trasfusione di sangue blu donato direttamente dalla regina Elisabetta.

Arriviamo appunto al decespugliato, e al suo match contro Tsonga. Il francese ha solo due pecche: è nato con un solo neurone e lo manda in vacanza troppo spesso. Anche oggi non ha smentito la sua generosità. Prima di renderci conto che si stesse giocando una semifinale slam abbiamo dovuto attendere due set vinti passeggiando da Murray per 6-3 e 6-4. All'inizio del terzo parziale il transalpino ha mandato un piccione viaggiatore a richiamare il neurone in vacanza in Costa Smeralda per farlo tornare velocemente a casa e i risultati si sono visti. Riassemblato il componente, Jo ha cominciato a sciorinare perle e un tennis bello, dinamico e aggressivo, facendo vedere i sorci verdi a Andy che in un'ora di sofferenze ha iniziato a far riaffiorare nella sua testa tutti i fantasmi del passato, dal primo all'ultimo, santi in colonna e svariati fuck. Addirittura ha anche provato a prendersela coi gioielli di famiglia del francese, emulando Lendl in un tiro al bersaglio, al ceco tanto caro. Niente da fare per lo scozzese e 6-3 per il pugile. Stavamo cominciando a crederci, il pubblico pian piano veniva conquistato dal gigante Jo e il nostro incubo di vedere Murray in finale a Wimbledon sembrava vedere la fine. Invece niente da fare. Proprio sul più bello, il neurone di Tsonga ha fatto appello ai sindacati dei lavoratori e ha chiesto che venissero rispettate le 6 ore di lavoro del venerdì ed è saltato giù dall'orecchio del francese per correre a prendere il primo aereo low cost per Amsterdam. Fine dei giochi. Una caterva di palle break buttate al vento dal francese e conseguente break sul 6-5 per Andy. Purtroppo è stata inquadrata anche l'esultanza di mamma Judy, immagine traumatizzante che non ci permetterà di fare sonni tranquilli per tutta l'estate.

La finale di Wimbledon 2012 vedrà quindi opposti Murray e Federer e tutto può succedere. Lo svizzero potrebbe avere dalla sua l'esperienza slam e il fatto che lo scozzese possa avere un po' la cacarella a vincere in casa il primo slam della carriera. Ma potrebbe anche capitare la classica giornata NO di Roger dove regalerebbe la partita in seguito ai gratuiti, come anche il partitone con Murray pigliatutto e dritto killer e l'elvetico in palla a sciorinare perle. Stavolta è proprio un'incognita e lasciamo a Wilander l'arduo compito di sentenziare il vincitore e quindi condannarlo alla più misera umiliazione. La verità domenica alle ore 15... che Judy sia con voi.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Senza Nadal e Frank-testalunga (gli mancano solo i bulloni laterali...), sarà comunque il tennis ad uscirne vincitore.

Roger (buono ma non eccelso) mi ha regalato una violenta emozione (stemperatasi nel trascorrere delle ore in un generalizzato godimento a tutto tondo, in stile whisky "torbato" da gran meditazione) mentre l'affermazione del "gallinaccio" (tennisticamente l'unico plausibile rivale dello dio svizzero) mi garantirà, a prescindere dall'epilogo della stessa, una finale meno tesa ed ansiogena del consueto.

SL

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