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mercoledì 16 settembre 2015

Us Open e Davis che incombe: alcune considerazioni

Con un po' di ritardo, dovuto al fatto che nei giorni immediatamente successivi alla fine di uno Slam viviamo un vuoto cosmico che ci porta a non fare e non pensare a nulla durante la giornata fissando lo schedule of play del torneo nella speranza che prima o poi si aggiorni, eccovi alcune considerazione post Us Open.
- Federer non batterà mai più Djokovic in uno Slam. Mai più.
Nemmeno se a Djokovic motosegano il braccio destro (si un po' pulp come immagine, ma è per rendere l'idea).

- Nei prossimi due anni solo un Wawrinka o un Murray in giornata potranno dividere il serbo dalla vittoria di uno Slam.

- Si, sarà una bella rottura di palle.

- Esclusi i primi 4 attuali, gli altri sono giocatori solo da contorno. Giocano per qualificarsi al Master della compassione, oltretutto con discreti risultati.

- Si intravedono alcuni giovani dall'avvenire incerto (tra questi non c'è Quinzi).
L'unica cosa certa è che se esplode Kyrgios sono cazzi per tutti.

- Flavia Pennetta fa benissimo a ritirarsi da vincente, perché continuare se si ha voglia di dire basta? E poi qualcuno dovrà pur accudire Fognini.

- Roberta Vinci continua, almeno un altro anno o due di rovesci in slice e tenniste sparapalle che impazziscono al suo cospetto ce lo godiamo.
Ah, ribadiamo il concetto espresso nel post precedente. La sua è stata una delle più grande imprese sportive di sempre, e forse non solamente legate allo sport italiano. Ci siamo capiti?

- Il tennis italiano, quello che noi ogni tanto scherzosamente definiamo "in salute", è in salute, eccome. Dopo anni di critiche alla Federazione e a Binaghi (anche noi su questo piccolo blog non siamo stati sempre teneri) da parte anche di coloro che hanno troppo frettolosamente dimenticato quando il miglior azzurro era Tieleman, bisogna dare i giusti meriti alla Fit.
Nel giro di qualche anno sono stati vinti due Slam in singolare, molti di più in doppio, che non sarà importante quanto il singolare ma fa sempre contorno. In Davis ci siamo riaffacciati nel gruppo che conta e in campo maschile non si entrava tra i primi 15 della classifica da tempi immemori.
Manca l'uomo di punta al maschile.
Ahinoi, i miracoli ancora non avvengono.

E a proposito di maschietti, questo week-end appuntamento nella fredda Irkutsk per giocarsi la permanenza nel gruppo principale della Davis. Ci presentiamo con la formazione classica, mentre i russi schierano Gabashvili, Donskoy, il giovane Rublev (occhio) e Kravchuk. Si giocherà sul ghiaccio, al freddo. Ma si può fare.

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