Siamo ormai agli sgoccioli. Il Roland Garros 2014 giunge all'epilogo, uccidendo passo dopo passo qualunque fantasia possa crearsi nelle nostre menti bacate. Oggi è giorno di semifinali e vedremo in campo Djokovic opposto a Gulbis e Nadal contro Murray. Solo fossero stati invertiti gli accoppiamenti, si sarebbe potuto pensare in qualche colpo di coda gioioso, invece sembra tutto perfetto per andare verso il miliardesimo Nadovic degli ultimi 4 anni. Ma prima di pensare a questi imminenti disastri, ricordiamo le gioie e dolori dei quarti.
Purtroppo nelle giornate precedenti i match sono stati programmati allo stesso orario, costringendoci a sceglierne uno, onde sovraccaricare il nostro neurone solitario che ci spartiamo in due. Per quanto antitelevisiva possa sembrare, è una decisione molto giusta perché così entrambi i giocatori vincitori avrebbero avuto pressapoco lo stesso tempo di riposo prima del successivo match. Anche noi siamo d'accordissimo con questa scelta, a patto che però fossero stati mandati in miniera allo stesso orario dalle 7 del mattino alle 18 di sera per 4 euro all'ora e a quel punto sì che avremmo ritenuta sacrosanta la decisione del riposo uguale.
La prima giornata di quarti ha visto in campo Djokovic-Raonic e Gulbis-Berdych. La nostra preferenza televisiva è andata sul secondo incontro, perché trovavamo abbastanza complesso vedere la sofferenza serba. Riconosciamo comunque che il buon Milos ha fatto il possibile. La sua unica speranza era quella di portare i set almeno in zona tie-break e a quel punto giocarsela al meglio, e così ha fatto. Il primo parziale l'ha perso 7-5 il secondo 7-6. Al terzo, visto che non c'era speranze, ha mollato con un 6-4. Troppo forte Djokovic alla risposta e nello scambio per farsi imbrigliare da Raonic, al quale riconosciamo di aver fatto enormi passi da gigante in questi ultimi tempi. Il ragazzone canadese merita la top 10 solo per la testa che dimostra di avere. Il gioco cresce e la cura Ljubo-Piatti sta facendo miracoli.
In contemporanea si giocava Gulbis-Berdych o, meglio, sul Lenglen andava in onda il sacrificio umano del ceco. E' stata una delle migliori partite in carriera del lettone e, se non fosse per il suo antiestetico movimento di dritto, si potrebbe anche dire che abbiamo visto la perfezione del tennis moderno. C'è veramente poco da dire, è stata un'esecuzione pubblica, mancava solo la ghigliottina di Giarrusso. Ernests ha fatto tutto giusto, non ha sbagliato una virgola. Ha disegnato il campo, mai perso un centimetro, affrontato ogni situazione senza paura di perdere il punto, difesa solo se strettamente necessaria, iniziativa sua nel 96% dei casi. Tomas al cospetto sembrava un anonimo tennista qualunque. Cosa vogliamo di più? Vederlo in finale. Complesso visto che il camaleontico Djokovic riuscirà a bilanciare attacco e difesa ad hoc per controbattere anche le armi più forti di Gulbis. Troppo centrato il serbo e troppa voglia di siglare il Career Grand Slam, soprattutto ora che Nadal sembra avere seriamente problemi (non come la finta del ginocchio dell'anno scorso).
E si giunge quindi alla giornata dei grandi drammi epici con Nadal-Ferrer (strano eh!) e l'antipasto al Master della Compassione 2014, Murray-Monfils. Anche il cielo ha provato a ribellarsi al derby spagnolo, facendo slittare tutto il programma di qualche ora a causa della pioggia. Ma all'idea che i due iberici sarebbero stati portati a giocare due giorni consecutivi, sul Roland Garros è tornato il sole col motto "Prima ce ne liberiamo e meglio è". Sul loro incontro avremmo voluto dire tantissime cose, tra le quali che David si era finalmente fatto una vita e invece saremo qui a raccontarvi gli stessi fatti di sempre.
Rafa, sceso in campo con una ragnatela di cerotti alla schiena, ha cominciato lentissimo, del resto questo era il suo primo match, dopo svariate sessioni di allenamento con Ginepri, Thiem, Leo Mayer e Lajovic. Il primo set gli è infatti servito per prendere confidenza col campo e il rimbalzo della palla e l'ha perso 6-4. A quel punto Ferrer si è reso conto, non solo che stava apportando un'offesa al padrone, ma gli stava anche allungando il tempo dell'incontro e quindi la stanchezza fisica in vista della semi. Così, rientrato nei panni del fedele servo che dopo anni di sofferenze si innamora del padrone, in gran stile ha racimolato solo altri 5 games in un batter d'occhio, assicurandosi un rientro in patria senza fustigazione fino a Wimbledon.
Passiamo dunque al vero disastro dei quarti Murray-Monfils. Con un abile colpo di coda, l'incontro ha incondizionatamente regalato compassione a fiumi da ambo le parti, tanto inaspettatamente da essere quasi commovente. Il francese è sceso in campo ormai scarico. Col suo bel quarto raggiunto si sentiva appagato di quanto fatto nel torneo di casa e la sua sua unica preoccupazione era chiudere l'incontro quanto prima possibile per riuscire a partecipare alla jam session hip hop che si sarebbe tenuto sotto un ponte della Senna. Alla velocità della luce ha perso i primi due set 6-4 6-1 e nei cambi campo stava già iniziando a buttare giù qualche rima da utilizzare la sera.
Peccato non avesse fatto i conti con l'oste, ovvero Murray che non aspettava altro che stancarsi per bene e accrescere gli acciacchi, per farsi calpestare a dovere da Nadal in semi. Così, con lo scozzese travestito da Benneteau (il Dio della Compassione), il francese si è visto coinvolto in una rianimazione forzata e in men che non si dica l'incontro si è portato al quinto set dopo uno speculare 6-4 6-1 per Gael. A questo punto la luce cominciava a scarseggiare e Andy ha chiesto la sospensione dell'incontro, ma niente da fare, tutto sembrava girargli contro. Nel viso di Monfils però si disegnava la tristezza per non poter prendere parte alla jam session, così il colpo di genio nella sua testa: dopo aver fatto una fatica immane per guadagnarmi la possibilità di vincere, mando tutto a puttane al quinto e poi me ne vado io affanculo! Detto fatto, in 20 minuti si è consumato uno sfavillante 6-0 per Murray e il suo passaggio in semi. Dobbiamo scrivere qualcosa su come verrà trucidato da Rafa? No.
Un fortunato testimone della jam sessione di Monfils ci ha riportato che, tra una rima e l'altra, il francese ha raccontato di aver vinto terzo e quarto set e poi essere caduto di schianto al quinto solo per assicurarsi un posto al Master della Compassione 2014. E qualcosa ci dice che ci sia riuscito... Ci si vede su Facebook e Twitter per le semi in partenza alle 13. Au Revoir!
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