The game is over! E' Dimitrov il vincitore del Master della Compassione 2015. Dopo due anni consecutivi dove lo scettro non si è spostato dalla Francia, passando da Benneteau a Gasquet, il sacro sigillo è giunto in Bulgaria col giovane Grigor "Wannabe Federer" Dimitrov. Il Gran Consiglio Supremo della Compassione ci aveva visto lunghissimo: sarebbe stata un'edizione scontata e così è stato. Sono stati rispettati tutti i pronostici, ma come al solito al MDC l'importante non è la fine, ma il modo in cui ci si arriva.
Inizio previsto per la cerimonia di apertura ore 15, ma dato che nei giorni precedenti c'è stato sempre un ritardo, nonostante stavolta fosse tutto già pronto, abbiamo pensato di mantenere il trend e iniziare un'ora dopo. Le tradizioni sono dure a morire. La prima edizione del Master della Compassione in Italia non poteva glissare sulle radici del nostro paese, il trash più infimo, così la scelta del mattatore della cerimonia, visto anche il successo della prima giornata, è ricaduta su Andrea Diprè, affiancato da Sara Tommasi. Rotto il ghiaccio, hanno fatto il loro ingresso in campo Dimitrov accompagnato (a sorpresa) dal Piccolo Lucio, mentre Nadal è stato guidato da Matteo. E' arrivato poi il momento delle hostess con le bandiere, seguite dai raccattapalle e i giudici di linea. L'arbitro dell'incontro Mimmo Laiano ha chiuso la fila.
Per riscaldare gli animi sono stati subito conferiti i trofei per il Premio tennistico internazionale "Robin Soderling". A consegnare le statuette lo stesso Nadal.
Categoria "più grande Sorpresa": il vincitore, con il 65% dei voti (quasi 50 punti percentuali sul secondo), è Fabio Fognini, che per ben 3 volte nel 2015 ha fatto fuori Rafa, di cui una agli US Open recuperando il massimo svantaggio di due set. Il ligure non è potuto venire con la motivazione "Col cazzo che uno di Arma di Taggia si presenta a farsi menare in quel quartiere". A ritirare il premio per lui Bolelli, compagno di disavventure.
Categoria "più grande Umiliazione": il vincitore, con il 66% dei voti (40 punti percentuali sul secondo), è Dustin Brown, che ha trucidato lo spagnolo a Wimbledon. A ritirare il premio lui in persona, uscito dallo stanzino fumante di Jimmy "il guercio" dove custodisce le prelibatezze d'importazione.
Premio tennistico internazionale "Robin Soderling": il vincitore, dopo un testa a testa con Fognini, è Novak Djokovic, unico, oltre a Robin Soderling, a riuscire nell'impresa massima di battere lo spagnolo al Roland Garros. Premio meritatissimo. A ritirare l'ambita statuetta per lui Troicki, ex-abitué del Master della Compassione.
Per festeggiare i premi appena consegnati e smorzare la tensione dei due finalisti, si è dato spazio allo spettacolo. Salito sul palco Rosario Muniz, ha intrattenuto il pretenzioso pubblico con un mix dei suoi classici successi. Si è quindi passati alla parentesi umoristica di Giuseppe Simone e in conclusione è stato presentato in esclusiva mondiale il nuovo singolo dei Matteo in coppia con il Piccolo Lucio. Si son toccati momenti così romantici che i gemiti delle macchine del drive-in nel motel all'altro lato della tangenziale erano udibili fino al "giardino".
Gli artisti non riuscivano più a scendere dal palco. Standing ovations a fiumi. Sono stati richiesti ben sei bis di A me piac' a Nutella e solo dopo un featuring di Rosario Muniz, Matteo e il Piccolo Lucio, che ha visto l'esecuzione della cover di Gesù Cri di Nino D'angelo, il pubblico è rimasto appagato e li ha lasciati andare, ritraendo le pistole nelle proprie tasche.
La tribuna d'onore era gremita. Pietro Savastano sul trono aveva Kyrgios alla sua destra e alla sinistra il supervisor del torneo Jimmy "il guercio", che per l'occasione si era fatto la doccia. Seguivano poi Peppe "er pappa", Donna Vekic, Nonna Pasqualina, Concetta, Miky "gimme five", Mimmo "lo gatto", Gigetto "scacco matto", Bolelli e tutti i protagonisti del torneo a partire da Gasquet, ormai perennemente nudo, Fra Cilic, che parlava con gli animali, Gulbis con Dolgopolov dentro una macchina tamarrissima a bordo campo, sollazzati da tre hostess del torneo, e lo stesso hanno fatto Troicki e Brown, ma nella loro auto al posto delle signorine c'era la nebbia...
Era tutto pronto. Dimitrov, di bianco vestito, ha cominciato al servizio. Subito game perfetto per lui 4 ace e partenza a razzo. Nadal invece non ha rinunciato al suo nuovissimo e folto toupet, che ormai gli da molta più autostima. I primi game sono stati di studio così tanto approfondito che ogni tanto il bulgaro si metteva gli occhiali e abbozzava dei calcoli in panchina. Lo spagnolo invece si accontentava di aggiungere qualche tic al suo repertorio: adesso oltre alle smutandate, prima di ogni servizio si fa una treccina ai capelli per trovare la concentrazione. Si pensi che una volta tra un punto e l'altro il bulgaro si è anche addormentato e l'iberico non è stato nemmeno sanzionato con il Time Violation perché Mimmo Laiano sa contare solo fino a 8. Il primo parziale si è comunque risolto al tie-break 7-0 per Dimitrov. Nadal inerme, gli era rimasta impigliata la racchetta nei nuovi capelli.
Chiamato l'hairstylist time out per lo spagnolo, dopo lo shampoo e la messa in piega, si è ripartiti, ma lo sconforto era tanto per Rafa. A niente è servito il coaching sfrenato di Zio Toni dagli spalti, a un cambio campo si è addirittura seduto in panchina col nipote. Il Bulgaro, con le carte già pronte per diventare svizzero, si è così trovato facilmente 5-0 e per mania di protagonismo ha deciso che l'ultimo punto del match l'avrebbe giocato in SABR o tuttalpiù in tweener. Indovinate un po'? Tempo 20 minuti e il set si è chiuso 7-5 per Nadal. Era forse la prima volta nella settimana che si giocava a tennis o almeno si decideva una partita grazie all'utilizzo di una racchetta e pallina.
Al terzo i due sono partiti con molta determinazione. Scambi attenti, si giocava sulle righe, si provava a non sbagliare, gli scambi erano secolari e il pubblico cominciava a chiedersi quanti minuti ormai mancassero al 90esimo. Così è partita la prima ondata di ignoranza: "Arbitro fischia!!", "Buuuu", "Tempo scaduto!". Alcuni per protesta hanno lasciato il "giardino" così Jimmy "il guercio" è dovuto nuovamente salire in cattedra. Fermato il gioco, ha preso per l'orecchio l'arbitro Laiano e l'ha sbattuto fuori. Ha chiamato due suoi ragazzetti e si è fatto portare una porta da calcio. Rivolto verso i due giocatori ha così esposto la situazione "Ragazzi belli, avete spaccato la minchia, nemmeno un'esplosione o una sparatoria come gli altri giorni... noi vogliamo spettacolo! La fine ve la giocate ai rigori!".
Con il permesso di Genny "la carogna" è cominciata la lotteria:
- [Nadal] Mutanda, mutanda, orecchio, tiro: gol. Nadal 1-0
- [Dimitrov] Bacio mandato a una spettatrice, tiro: gol 1-1
- [Nadal] Suggerimento di Zio Toni, tiro: parata 1-1
- [Dimitrov] Limonata con una hostess del torneo, tiro: gol. Dimitrov 2-1
- [Nadal] Calcio arrotato: gol 2-2
- [Dimitrov] Calcio in tweener: gol. Dimitrov 3-2
- [Nadal] Colpo di parrucca: gol 3-3
- [Dimitrov] Calcio di rovescio a una mano (usate la fantasia per immaginarlo): gol. Dimitrov 4-3
- [Nadal] Allineamento bottigliette, tiro: gol 4-4
- [Dimitrov] Urlo disperato "Mirka ti amo!!!!", tiro: gol. Dimitrov 5-4
- [Nadal] Calcio col piede sinistro: fuori. Dimitrov 5-4
- [Dimitrov] Calcio in SABR: gol. Dimitrov 6-4. Vittoria!
E così Dimitrov, come da pronostico, ha conquistato il Master della Compassione 2015. Vittoria che l'ATP ha deciso di assegnare a Federer nel conto degli h2h tra lo svizzero e lo spagnolo.
Purtroppo quest'anno non abbiamo potuto organizzare la serata Award per due validi motivi
- non avevamo soldi
- l'episodio del quadretto amoroso tra Kyrgios, Kokkinakis, Vekic e Wawrinka avrebbe vinto a mani basse su tutto. Era da anni che non si arrivava a un fatto di livello così basso, quindi non ci sembrava il caso di perdere tempo a onorarlo.
Signore e signori, dal giardino di casa nostra è veramente tutto. Da ora parte la conta per i punti relativi al MDC16. Noi però, prima di guadagnare la libertà, abbiamo ancora qualche rata di pizzo da pagare per aver organizzato tutto questo bordello. Ma in fin dei conti, ne è valsa la pena...
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