E proprio quando si stava per mettere il sigillo al peggior Slam degli ultimi 10 anni ecco un po' di luce illuminare questa valle di lacrime degli US Open 2013. Non dimentichiamo assolutamente la nostra nuova definizione del torneo, appena letto il tabellone, ovvero "Challenger con otto nomi noti" e vedendo che personaggi ci siamo portati dietro fino agli ottavi, al massimo possiamo fare un piccolo sforzo e passare da Challenger a 250 e nulla più. Due sono gli eroi di questo salvataggio in corner: Gasquet e Wawrinka. A dire la verità ci sarebbe anche Youzhny tra i salvatori del tennis in questo torneo perché almeno, a differenza di Robredo per esempio, non si è limitato a fare il match della vita togliendo una testa di serie di peso (Federer) per poi morire miseramente al turno successivo (contro Nadal), ma ha continuato la sua opera mettendo in riga prima Haas e poi Hewitt. Opposto a Djokovic è stato fin troppo lussuoso il parziale che ieri notte è riuscito a portare a casa, ma obiettivamente non poteva fare altro.
E così torniamo ai due portatori sani di rovescio Gasquet e Wawrinka, quelli su cui, chi ama il tennis punta tutto, per quanto riguarda gli US Open. Il francese ha avuto un cammino tranquillo da testa di serie, nei primi tre turni, e poi ha faticato fino al quinto contro Raonic, ma soprattutto con Ferrer. Arrivato allo spagnolo sono stati abbattuti diversi tabù. Prima di tutto Riccardino è riuscito a far fuori il filtro per eccellenza, colui che difficilmente fa passare chi gli sta dietro in classifica, per poi perdere dai soliti tre. Secondo l'ha mandato via annientandolo proprio in quello che gli riesce meglio, recuperare tutto fino a ricevere in dono l'errore dell'avversario. Abbiamo assistito infatti ai primi due set in cui dire che il francese era in grazia divina sarebbe riduttivo. Inoltre, armato di rovescio killer da arresto, è riuscito nel 90% dei casi a disintegrare il classico inside-out di David, che solitamente gli permette di temporeggiare, sfiancare e poi sfondare sul colpo più debole dell'avversario.
Terminati i primi due set illuminanti, lo spagnolo ha ripreso le redini della situazione grazie a Gasquet, che ha sentito il peso di tutte le paure di una carriera che nella maggior parte delle volte non ha rispettato le comande. Così per oltre un'ora abbiamo visto il transalpino pulire i teloni di fondo campo e dribblare i giudici di linea per poter passare, fino a diventare vittima di se stesso e portare il match al quinto. A questo punto il dio del tennis si dev'essere rotto le palle e ci ha dato una mano riportando il tennis su Riccardino e facendolo trionfare al quinto set. Grazie.
Passiamo quindi all'altro salvatore ovvero Wawrinka, lo svizzero del torneo! Continua lo splendore del suo gioco e, dopo aver mandato a casa Berdych, ieri con una facilità spiazzante è riuscito ad eliminare il detentore del titolo Murray. Lo scozzese dimostra quindi che non si stava affatto nascondendo, ma che il suo tennis è proprio da revisionare, in vista dei prossimi impegni. Sono bastati solo tre a set a Stan per schiacciare Andy e insegnargli a giocare. Spettacolo! Se Gasquet può stupire per un rovescio naturale che "entra sempre", anche giocandolo a testa in giù, lo svizzero strabilia per la potenza e la precisione dimostrata con tutti i colpi, unita a un'eleganza che quasi va in contrapposizione al suo aspetto da panzerotto. Ma il vero salto è stato fatto grazie alla testa, perché a differenza dell'inizio dell'anno, ora Stan è cosciente di poter vincere. E lo sta facendo.
Ora però il classico dilemma, cosa sperare per la finale? Inutile dirvelo, se dovesse vincere solo uno tra Gasquet e Wawrinka, automaticamente si assegnerebbe il titolo a Nadal o Djokovic con un bye in finale. Quindi se si vuole assistere a un ultimo atto, degno di questo nome, bisogna sperare che vincano i soliti due o Riccardino e Stan. Sì ovvio, per la seconda ipotesi si chiederebbe un doppio miracolo, quindi siamo già mezzo rassegnati alla solita finale da 8 ore tra Rafa e Nole. Pazienza, in quel caso vorrà dire che il nostro US Open si è chiuso con ieri. E ci basta.
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