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domenica 11 settembre 2011

US Open: semifinali. Sarà ancora Djokovic-Nadal.

Eccoci di ritorno dal Flushing Meadow Park distrutti dal deleterio super Saturday, la celeberrima americanata tennistica utile solo a spezzare le gambe ai finalisti. Ma andiamo con calma e, prima di dilungarci con il racconto delle nostre peripezie a stelle e strisce, vediamo in breve cosa è accaduto in questi ultimi due giorni. Djokovic ha dimostrato ancora una volta di essere il tennista più forte in circolazione rimontando due set a Federer e vincendo la semifinale contro lo svizzero dopo avergli annullato due match point, mentre Nadal, alla prova contro Murray, è stato il solito rullo compressore, ora però gli tocca il serbo, e sappiamo quanto non sia contento di giocarci contro. In campo femminile la finale sarà Serena-Stosur. L'americana ha distrutto la numero uno sulla carta, Caroline Wozniacki, mentre l'australiana, alla sua seconda finale in uno Slam, ha avuto la meglio, dopo aver però perso un set, contro la sorpresa tedesca Angelique Kerber.


Nel precedente episodio vi avevamo annunciato che venerdì avremmo fatto un viaggio lampo di qualche ora a Springfield con un last minute della Oceanic Airlines numero 815 e così ovviamente non è stato, o meglio, siamo partiti, prestissimo, ma per un'avaria al motore siamo dovuti atterrare in un piccolo paese di montagna al confine col Canada chiamato Twin Peaks. A dire la verità non era un male, anzi si trattava di una piacevole coincidenza, in quanto qualche mese fa avevamo conosciuto in chat una ragazza del luogo chiamata Laura. Così, appena toccato terra, ho provveduto a chiamarla, ma purtroppo il suo telefono era sempre spento. Peccato, ci sarebbe piaciuto conoscerla di persona, ma in compenso abbiamo avuto l'onore di incontrare tanti strani personaggi, un branco di psicopatici che avrebbe fatto sfigurare Soderling: lo sceriffo Truman, la donna ceppo, un nanerottolo che ballava, un gigante, Bob, un uomo senza un braccio e l'agente speciale Dale Cooper col quale abbiamo bevuto una dannata tazza di caffè lungo e gustato una superba torta di ciliegie assieme al suo superiore Gordon Cole, che abbiamo scoperto essere un nostro assiduo lettore. Siamo onorati di ciò. In quel turbine di stranezze la mattinata è passata molto velocemente e siamo stati rapiti da quel posto, sopratutto dai gufi che non sono quello che sembrano, così era nostra intenzione non tornare a casa e lasciar perdere i due quarti di finale ancora mancanti per vivere la magica atmosfera di quel posto alloggiando al Great Northern Hotel. Ma mentre attraversavamo il bosco per raggiungerlo, la nostra attenzione si è focalizzata su un coniglio bianco con un orologio in mano e abbiamo deciso di seguirlo fino alla sua tana. Una volta entrati abbiamo cominciato a cadere nel vuoto tanto che pensavamo di giungere al centro della Terra. Purtroppo ci siamo risvegliati privi di sensi nel lettino dove un masochista locale pratica i massaggi post-partita alla Bartoli giusto negli spogliatoi dell'Arthur Ashe stadium. Di peggio non ci poteva capitare! Schifati, abbiamo colto la palla al balzo e, visto che almeno eravamo in zona vip, ci siamo potuti infiltrare nelle prime file del centrale.

La giornata è partita con il penultimo quarto di finale in programma, Isner-Murray. Per fortuna, a causa del nostro viaggio, ce ne siamo persi una buona parte, non abbastanza però per non schifarci della visione del quarto set. L'americano era stato bravo a riaprire la partita nel terzo, ma lo scozzese ha chiuso non senza qualche patema. Poco dopo è stata la volta di un film comico, Roddick-Nadal. Non che ci fossero troppe speranze per l'americano, ma visto il buon match contro Ferrer si sperava potesse almeno rendere la vita difficile al cyborg. Nemmeno per sogno. Lo yankee, non al meglio delle condizioni fisiche, è stato bucato dallo spagnolo senza pietà; a tratti è sembrato un match tra il numero due del mondo è un B2, tanta era la differenza di livello di gioco. Il maiorchino ha chiuso la pratica in tre veloci set, dopo aver steso per bene sul decoturf i resti del suo avversario. Amen.

Per sgranchirci le gambe dalla lunga giornata, abbiamo optato per la solita passeggiata salutare fino a casa. Ne abbiamo approfittato per ricordare con piacere la bella avventura trascorsa a Twin Peaks e abbiamo progettato di tornarci la prossima volta che verremo nuovamente in America, magari passando prima per Hollywood e la Mulholland Drive, ma a questo ci penseremo in futuro. Sulla via di casa ovviamente non potevano mancare i fuori programma e le stranezze che pullulano questo che di certo non è un paese per vecchi infatti, appena presa una nuova scorciatoia un po' scura e deserta, abbiamo scoperto il nuovo passatempo dei giovani: riunirsi tra loro e prendersi a schiaffi per sfogarsi nei confronti dei mali della società. Fighissimo, volevamo partecipare anche noi, ma il problema è stato quando sono cominciate a sbucar fuori 8 regole da osservare senza possibilità di errore. Noi siam sempre stati anarchici perciò non faceva per noi e siamo scappati appena prima che ci facessero la festa a suon di sberle. Ci siamo presi una marea di insulti.
Sani e salvi siamo rientrati a casa, dove ormai Hal-9001 ci fa ritrovare tutto in perfetto ordine, Dio benedica i robot americani.

Sabato mattina ci siamo svegliati carichi come una molla in vista del super-Saturday, ma visto che stiamo quasi per andare via abbiamo fatto qualche visita di cortesia ai vari simpatici vicini di casa. Ci siamo quindi diretti a Flushing per seguire le attesissime semifinali. La prima ha visto trionfare Novak Djokovic su Roger Federer al quinto. Lo svizzero ha vinto con classe i primi due set, giocando bene e trovandosi sul punto di dare una sonora lezione d'umiltà al serbo. Ecco, sul punto. Iniziato il terzo set il servizio e il rovescio dell'elvetico hanno iniziato a latitare, mentre la macchina infernale di Djokovic si è messa in moto. Il serbo ha rimesso in sesto la partita, portandola, così come lo scorso anno, al quinto set. E lì finalmente abbiamo iniziato a divertirci. I due hanno iniziato a tirare quasi solo vincenti, con Federer che è sembrato uscire dal trauma dei due set precedenti. Addirittura ha avuto due match point sul 5-3, ma il compassione-time, si sa, non risparmia nessuno. Nole ha annullato i due match point, uno dei due con questa mostruosa risposta, ha controbreakkato Federer e ha chiuso il match vincendo gli ultimi due game di un match che sembrava infinito. Tanto di cappello per il successo, un po' meno per alcuni atteggiamenti polemici nei confronti del pubblico che il numero uno del mondo dovrebbe risparmiarsi. Su Federer c'è poco da dire: nei primi due set è stato quasi perfetto, poi è calato mentalmente non appena il suo avversario ha iniziato a giocare come ha sempre fatto durante l'anno. Lo scriviamo oramai da un po': lo svizzero difficilmente da qui a fine carriera tornerà a vincere qualcosa di importante, perché vederlo battere in uno stesso torneo due tra Djokovic, Murray e Nadal ci sembra un'ipotesi alquanto inverosimile.

Nella seconda semifinale si sono affrontati Murray e il cyborg, ed è andato tutto come previsto. Lo spagnolo ha vinto in quattro set, attraversando un unico momento di difficoltà nel terzo, vinto dallo scozzese. La poca arguzia del britannico ieri si è palesata tutta nel quarto set. Dopo aver avuto alcune occasione per breakkare Nadal, e poter quindi riaprire il match portandolo al quinto, Murray ha pensato di giocare un game ai limiti del ridicolo. Dopo aver quindi concesso la palla break e aver sbagliato la prima di servizio è uscito chiaramente di testa, è andato a cambiarsi violentemente i polsini (che bisogno c'era di distrarsi così non lo capiamo) e ha perso il punto successivo, lasciando strada libera allo spagnolo. Sarà di nuovo quindi Djokovic-Nadal, tanto per cambiare!

Terminate le semi, appena prima di chiudere il netbook che utilizziamo per commentare su FaceBook coi lettori, ci è arrivata la richiesta di amicizia di Tony Stark e, visto il suo appeal col gentil sesso, non potevamo esimerci dall'accettare nella speranza che condividesse con noi il suo ben di dio. Ma appena abbiamo clickato, si è presentato subito di fronte a noi in tenuta da IronMan per riaccompagnarci a casa perché nei post precedenti aveva letto che solitamente ci cacciamo nei guai sulla via del ritorno. Il viaggio procedeva tutto perfetto se non che, sfruttando la super vista ha individuato due gnocche all'uscita di un locale e, per non sfigurare, ma soprattutto per evitare che facessimo danni, ci ha lasciato in cima al primo grattacielo trovato. Siamo stati quindi costretti a riesumare le corde che usavamo al Roland Garros per salire nei nostri posti speciali, ma a metà strada si sono spezzate e fortunatamente c'era nei paraggi Spiderman che fiutando aria di danni, ci stava osservando. Per fortuna! Ci ha quindi riportato a casa, l'abbiamo invitato a prendersi un espresso, ma ci ha detto che non poteva berlo perché aveva la maschera. Pazienza. In compenso ci ha chiesto l'amicizia su FaceBook anche lui e ora ci stiamo guardando le sue foto.

Domani (o stasera per voi, ormai il fuso orario ci sta facendo perdere i riferimenti con l'Italia) sarà il giorno della finale femminile, poi lunedì toccherà all'epilogo del torneo maschile, in quella che probabilmente nostra ultima giornata a stelle e strisce. Chi vincerà? La rivelazione è più vicino di quanto sembri. Buon tennis!

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