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venerdì 9 settembre 2011

US Open: ottavi e qualche quarto di finale. La Pennetta butta al vento l'occasione della vita, tra gli uomini avanzano i soliti

Ciao a tutti da New York! Il cerchio continua a restringersi, si sono chiusi finalmente gli ottavi e due quarti di finale con i successi dei soliti quattro più qualche infiltrato, ma alla fine, come al solito, ne rimarrà soltanto uno. Noi, anche se a fatica, ci sentiamo sempre più inglobati in questa magica atmosfera a stelle, strisce e celluloide e non escludiamo di chiedere la cittadinanza a fine torneo, campando di buoni pasto a vita.

Qualche giorno fa ci eravamo lasciati dicendovi che avremmo passato la notte a fare baldoria, così è stato, e mercoledì ci siamo svegliati abbastanza pestati, con un palo ficcato in testa e senza ricordare minimamente cosa fosse successo. Qui è un evento all'ordine del giorno per cui non ci spaventiamo anche se un po' di vergogna verso i nostri vicini la nutriamo visto che non sappiamo in che condizioni ci siamo presentati nell'isolato alle prime luci dell'alba e come possono averci visti. Speriamo di non esserci rovinati la reputazione almeno con le ragazze seminude che abitualmente lavano le macchine nei giardini vicini, visto che il nostro fascino di uomini seri e spesso assenti tra i nostri pensieri idioti ben camuffati, cominciava a fare colpo su di loro. Usciti di casa per recarci al parco di Flushing Meadows, ancora in preda ai fumi dell'alcol, abbiamo cominciato a fare cose senza senso come ammirare con le lacrime una busta svolazzante al vento, così, vista la gravità della situazione, ci siamo rivolti a uno psicologo per una seduta di ipnosi regressiva che ci permettesse di ricordare cosa fosse veramente accaduto la notte prima e rimuovere il trauma. Le immagini riportate a galla erano troppo confuse per capire qualcosa e per di più, al risveglio dal colloquio, ci sono venuti diversi attacchi di vertigini. Ci stava venendo anche il terrore che noi, incapaci di fare male a una mosca, avessimo fatto qualcosa di brutto, così, allarmati all'idea di ricordare verità scomode, abbiamo lasciato perdere anche perché iniziava a farsi veramente tardi. Per metterci l'anima in pace nel futuro, ci siamo promessi di prendere il vizio di tatuarci le cose più importanti che facciamo, così sarà impossibile dimenticarcene!


Arrivati ai campi sotto un acquazzone, speravamo di riuscire a vedere qualche scambio, visto che le previsioni davano possibile una rapida finestra di bel tempo, ma il tutto è durato non più di dieci minuti, giusto per vedere Nadal andare sotto 3-0 contro Muller e Murray iniziare la lapidazione contro Young. Poi giù di nuovo il diluvio. Nonostante i nostri numerosi sforzi per riuscire ad asciugare i campi, non è stato più possibile giocare per tutto il giorno, per cui, con grande gioia degli organizzatori e soprattutto dei tennisti, il programma è stato rimandato a giovedì.

Durante il nostro sporco lavoro sull'Arthur Ashe ci è arrivata su FaceBook la richiesta di amicizia da Bruce Wayne, che abbiamo scoperto essere un nostro accanito lettore, e una volta accettata ci è subito apparso un messaggio privato per invitarci a passare la serata con lui. Ci siamo incontrati in un teatro dove abbiamo assistito a uno spettacolo di magia niente male dove un mago vantava di conoscere i segreti del teletrasporto. Lo spettacolo è andata alla grande e per concludere, visto che si era fatto molto tardi e non si trovava niente aperto, Bruce ha acquistato con un assegno bello carico un locale per farlo aprire e permetterci di rifocillarci. Improvvisamente però, proprio mentre arrivava il momento in cui il nostro nuovo amico ci avrebbe dovuto presentare le gnocche di turno, è sparito e siamo rimasti a bocca asciutta. Peccato. Mestamente ce ne siamo andati, ma sulla via di casa siamo stati rapiti da un idiota con la faccia dipinta di bianco che non la smetteva di ridere e dire idiozie, tanto che gli abbiamo anche proposto di scrivere per ControBreak, ma niente, aveva intenzione di fare del male per il gusto di farlo e gli servivamo solo come ostaggi. Ma all'improvviso è arrivato Batman! Figata pazzesca! Dopo aver preso a schiaffi il jolly, ci ha salvato e portati a casa parlandoci per tutto il viaggio di cyborg Nadal, Psycho-Soderling, la pettinatura di Verdasco, fra' Cilic e tante stupidaggini che scriviamo noi tanto che ci è venuto il dubbio che sotto la sua maschera si nascondesse proprio Bruce Wayne. Faremo ricerche una volta tornati a casa.

Giovedì abbiamo aggiornato il nostro diario di bordo, con le avventure della notte prima, per poi aiutare il nostro piccolo robottino schiavo a fare le pulizie di casa, ma sopratutto, visto che qui è usanza farlo, dopo aver tirato la casa a lucido, abbiamo iniziato a imballare quello che non ci serve più e quello che vorremmo tenere come ricordo dei bei giorni passati per fare un trasloco. Non ne sentivamo la necessità, è stato un impulso nato dal nulla, forse dettato dall'aria americana che ultimamente ci sta deviando in modo preoccupante. La scelta del nuovo alloggio non poteva essere una casa tranquilla in centro, ma un vecchio orfanotrofio in un quartiere di periferia con 26 anime, ormai abbandonato da anni, con un passato oscuro. Era indubbiamente la scelta più azzeccata e i vicini condividevano. Grandioso affare, la casa era enorme e c'era un silenzio di tomba, perfetto per dormire senza essere disturbati! Per raggiungere la fermata dell'autobus dovevamo solamente attraversare un vecchio cimitero abbandonato, ma queste sono piccolezze che da quando siamo qui non ci toccano. Ancora frizzanti per la nuova location, abbiamo preso il primo autobus disponibile per Flushing Meadow Park e probabilmente l'autista aveva fretta perché nonostante la maggior distanza, il mezzo ha cominciato ad accelerare, saltare i semafori rossi, non fermarsi agli stop e in men che non si dica eravamo già al parco così, consci che l'autista avrebbe ignorato anche la nostra richiesta di fermata, ci siamo catapultati dai finestrini una volta giunti a destinazione. Abbiamo attutito il colpo al suolo grazie a una perfetta capriola sul terreno, cosa che ci viene molto facile da dieci giorni a questa parte.

Belli pettinati e freschi ci siamo presentati al box office con largo anticipo e abbiamo preso i nostri biglietti per il centrale dove, finalmente scongiurato il pericolo pioggia, abbiamo subito visto Nadal che si divorava lo yogurt e Murray che distruggeva il povero Young in tre rapidi set. Più duro, ma molto piacevole nel risultato, è stato l'impegno per Roddick contro Ferrer. Alla fine l'americano, nonostante un tentativo di rimonta di "le pijo tutte", ha avuto la meglio in quattro set, e con nostra grande soddisfazione se ne tornerà felicemente a casetta. Altrettanto gustoso è stato il successo di Isner contro Pong Simon, che nonostante il suo solito eccesso di pallettarità ha potuto poco contro le bordate dell'americano. Vamos.

Finalmente è poi giunto il momento più atteso da noi italiani. Il quarto di finale tra Flavia Pennetta e la tedesca Angelique Kerbes, ovvero quella che i bravi giornalisti chiamano occasione d'oro. Peccato che la pugliese sia stata fenomenale a buttarla nel cesso e tirare più volte lo sciacquone. Sorpresa dall'inizio arrembante dell'avversaria l'azzurra ha perso il primo set e, pur molto contratta, è riuscita e rimettere in sesto la partita nel secondo. Nel terzo il capolavoro: avanti due a zero e scaraventata dalla finestra la palla del tre a zero, Flavia si è giustamente fatta rimontare fino al sorpasso della tedesca, che avanti 5-3 non si è certo lasciata pregare per chiudere i conti al primo match point. Chapeau. Perché a buttar via un'occasione del genere, con la Stosur ad attenderla in semifinale (pericolosa si, ma battuta più volte in passato da Flavia), ci vuole classe. La giornata si è poi chiusa con Federer, bravo a mettere da parte il fantasma di Wimbledon e a chiudere la pratica Tsonga in tre set. Ora per lui ennesima semifinale contro Novak Djokovic.

Terminata anche il giovedì abbiamo optato anche stavolta per il salutare ritorno a piedi, e ovviamente nulla poteva andare per il verso giusto. Sulla via di casa abbiamo assistito a una scena del crimine! Emozionante: un giovane pel di carota analizzava le gocce di sangue filosofando su come potesse essere accaduto l'omicidio mentre un gruppo di aitanti modelli palestrati e gnocche, dotati di super intelligenza e intuito, stava analizzando il resto della scena. Grazie a una lampada a raggi ultra violetti, e muovendo qualche provetta a caso, hanno trovato, in una micro fessura del marciapiede, il pelo di un marsupiale alieno presente solo in uno specifico zoo della città e il caso è stato risolto con battute e compiacimenti generali. Forse qualche poliziotto ha limonato con la collega per sfogare la tensione sotto gli applausi scroscianti dei presenti. Felici per quanto assistito, siamo tornati a casa adrenalinici tanto che non abbiamo minimamente risentito dei tipi loschi che ci stavano venendo dietro mentre attraversavamo il cimitero abbandonato dietro casa. Sicuramente erano i classici rompipalle in cerca di monetine. Inoltre, visto il ridursi del numero delle partite e la programmazione di venerdì con i due quarti di finale Nadal-Roddick e Murray-Isner, che sappiamo già come andranno a finire, abbiamo prenotato un viaggetto flash di una mattinata per Springfield con un last minute della Oceanic Airlines numero 815, a un dollaro. Non potevamo proprio perderlo! Per ora è tutto, buon tennis, see ya!

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