Ci avessero detto due settimane fa che l'ultimo giorno degli US Open avremmo assistito a un match che faticherebbe ad essere una finale di ATP 250 non ci avremmo mai creduto. Ci sembrava praticamente impossibile che almeno uno tra Federer o Djokovic alla fine non avrebbe messo piede nell'ultimo atto del torneo. Come del resto pensare che uno tra Nishikori o Cilic (non li calcolavamo proprio come tennisti) potesse giungere in finale ci faceva sbellicare dalle risate, tanto meno battendo uno dei fab four. Invece non solo il nostro pronostico è andato vivamente a farsi benedire (fedelmente appoggiato da quello di Wilander, quindi non sappiamo se è proprio colpa nostra), ma nel giorno 6/9/2014 la storia del tennis si è arricchita di un evento che obbligatoriamente rimarrà indelebile: Nishikori batte Djokovic, Cilic vince su Federer e i due underdog giungono in finale in una prova dello Slam. Altro da aggiungere? Sì, vittorie stra-meritate.
Partiamo da Key. Reduce da due consecutive partite finite al quinto, contro Raonic e poi Wawrinka (entrambi più che top ten), si è presentato al cospetto di Djokovic nell'orario più propenso a fargli salire la stanchezza passata, sole a picco e 80 gradi all'ombra. Il serbo dalla sua non aveva mostrato una virgola fuori posto nei precedenti match, se non il set perso contro Murray, che ci poteva benissimo stare. Tempo tre game e Nishikori si è subito portato avanti di un break. Il buongiorno che si vede dal mattino. Sì perché da lì in poi, tolta la parentesi del secondo set, Nole non è più riuscito a concretizzare una mossa definitiva ai fini del punteggio. E' forse probabile che l'orario caldo in cui stavano giocando alla fine abbia fatto più male a lui che non all'avversario, ma ciò non toglie che quanto fatto dal giapponese andava oltre la giornata negativa di Novak. Il serbo ha tenuto testa solo fino al terzo set quando è crollato miseramente nel tie-break. All'ultimo parziale ha da subito alzato bandiera bianca, regalando la prima vera sorpresa del torneo.
Mentre Federer e Cilic erano già nel tunnel che porta i giocatori al centrale, ha iniziato a piovere. La partita è così stata spostata a un'ora X: condizione ideale per far innervosire Roger. Si aggiunga poi che era anche vestito con la tenuta diurna, ovvero col pigiama! In pratica c'erano tutti i presupposti per predire che la sua non sarebbe stata una partita semplice. Rientrati in campo il patto era: giocate, ma non gioite perché tra X minuti dovremo interrompere perché è nuovamente prevista pioggia. Così il buon Federer anziché pensare alla partita, ha passato mezz'ora a guardare il cielo e nel mentre dal lato di campo di Cilic arrivavano comodini, armadi e scaldabagni da ogni dove. Visto che al croato era andata bene nel primo set, ha capito che forse avrebbe potuto continuare a spedire il catalogo Ikea in casa Federer e così ha continuato dal primo all'ultimo punto del match. Un massacro. L'elvetico non ha giocato male... non ha proprio giocato! Cilic è stato peRFetto, non permetteva all'avversario nemmeno di aprire per fare i colpi. Roger non è riuscito a scovare punti deboli, anche perché Marin sia da fondo che da rete, di dritto o di rovescio non ne sbagliava una, piazzava ogni palla a velocità folli dove desiderava e non permetteva allo svizzero di giocare. La situazione è stata molto simile alla vittoria di Soderling sull'elvetico al Roland Garros.
Capire chi potrebbe vincere tra i due underdog è praticamente impossibile perché entrambi sono alla loro prima finale Slam, quindi soggetti all'emozione extra. Dal punto di vista del gioco Cilic è invalutabile perché mentre Nishikori ha vinto dimostrando un tennis centrato, ma sicuramente più umano e replicabile, il croato ha portato in campo qualcosa difficilmente riproducibile. O meglio, gli auguriamo che quanto visto sabato sia il suo nuovo standard, perché in quel caso significa che sarà un sicuro top 4 nell'immediato. Ma solitamente i frigoriferi scagliati a 200 Km/h difficilmente trovano continuità, quindi dubitiamo che in finale sarà in grado di essere il rullo compressore visto contro Federer. In pratica le uniche sicurezze le abbiamo dal giapponese, il croato resta un'incognita di giornata... certo che se dovesse continuare a picchiare a destra e a manca con la stessa efficacia vorrebbe dire non solo che vincerebbe facile, ma anche che a Cilic non je devi cacà er cazzo!
Così, dopo quasi 10 anni, nessuno dei Fab Four giunge in finale in un torneo dello Slam e, da tempi immemori, un major verrà vinto da un giocatore fuori dalla top ten. Che il 2014 sarebbe stato l'anno "strano" lo potevamo intuire da Wawrinka vittorioso agli Australian Open, ma non pensiamo sia anche quello della "svolta". Sicuramente è successo tanto e soprattutto Cilic e Nishikori entreranno nella storia del tennis, ma non ci sembra ancora il momento di festeggiare una svolta. Per ora siamo solo a una rondine che non fa primavera. Dovrà prima tornare Nadal e queste morti illustri capitare almeno altre due/tre volte a distanza ravvicinata per provare a parlare di fine di un'era.
E' sicuramente una piacevole parentesi che lascia speranze, prima di tutto di vedere più umanità nel tennis, secondo di poter arricchire il panorama con qualcosa di diverso. Ce n'è bisogno. Ma ora le incognite: quanti domani vedranno la partita? Quanti compreranno gli ultimi posti a disposizione sull'Arthur Ashe Stadium di lunedì? E se piove? Quando arriva il tetto? Come sta il polso di Nadal? Qual è il senso della vita? Chi siamo? Da dove veniamo? Perché siamo qui? Buona finale a tutti!
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