Salve a tutti da Schiav... ehm scusate, Sky! Domenica mattina pensavamo di seguire la tradizione di Wimbledon e farci la nostra sana pausa e invece niente perché per noi, schiavi ultimo anello della società del magnate australiano in bolletta, la sveglia è arrivata alle 5 del mattino quando Federico Buffa e Flavio Tranquillo hanno terminato di sincronizzarsi con l'America per essere sempre informati con i movimenti del basket NBA anche quando non si gioca.
I due abili cronisti del vaneggio mediatico, una volta entrati nel loro studio, vengono connessi alle macchine che li proiettano in un mondo a parte che nessun altro può comprendere se non loro, una sorta di Matrix, ma se non fosse per questo non potremmo godere delle loro poesie nelle notti insonni. Una volta terminato il collegamento, i due si spengono esausti e li dobbiamo portare nella sala chillout, legarli alle poltrone, inserire loro i dilatatori agli occhi, a mo' di metodo Ludovico e accendere un proiettore di immagini psichedeliche random. Questo metodo inventato dai due, sviluppa in loro la sequenza di frasi che poi utilizzeranno nelle telecronache. A Sky quindi, si pensa con un occhio verso il futuro.
Visto che non c'era anima viva nei corridoi, pensavamo di sfangarla e dormire tutto il giorno quando invece alle otto del mattino è suonato il citofono e il magazziniere ci ha portato 100 casse contenenti tutte le tinte per capelli di Volandri da ordinare per gradazione di colore. Provate solo a immaginare il casino. Sistemarle ci ha occupato tutta la giornata di domenica e fatto diventare daltonici, mandando in fumo le nostre speranze di grattarci beatamente e confermando la nostra misera posizione di schiavi. Mannaggia a noi e a quando abbiamo deciso di inviare i nostri curricula nella speranza di trovare un posto come commentatori.
Il Big Monday negli studi di Sky è partito alle 9 del mattino col suono di trombe e per l'occasione si è organizzata l'emulazione del cambio della guardia con due passanti pescati a caso fuori dagli studi e un costume visibilmente di carta pesta. Paolo Bertolucci era abbastanza seccato per questa inutile farsa senza senso, così ha deciso di passare il tempo negli studi di Sky TG24 in compagnia delle belle giornaliste che ogni mattina allietano le nostre colazioni. Fortunatamente in giornata ci toccava la pulizia di quegli studi e anche noi avremmo potuto godere dal vivo di tanta grazia e ovviamente erano già preventivate ore di lavoro extra da loro anche a costo di perdere qualche partita di tennis e prenderci qualche cazziata per la nostra lentezza.
Ma prima di tutto questo dovevamo preparare lo studio di Elena Pero con fiori appena raccolti, aromi ed essenze varie. Una sfacchinata che abbiamo fatto con piacere. Per la sua voce questo ed altro. Mentre lavoravamo, la soave commentatrice di Sky ci ha raccontato tantissime curiosità su Mirka e le gemelline, ci ha dato le caramelle e anche un Duplo raccomandandoci di non diventare come Wawrinka. Per concludere, il pezzo forte, ci ha spiegato perfettamente il meccanismo dei round robin del Masters di fine anno e anche il funzionamento della classifica ATP. Ha accennato qualcosa sul Masters della Compassione confessandoci che non aveva ancora capito bene come funzionasse, ma ridendo sotto i baffi l'abbiamo rassicurata sul fatto che non era un problema. Così, approfittando delle pulizie del suo studio, ci siamo avviati all'apertura della giornata che ha visto i successi dei primi quattro del mondo e non solo.
Il pomeriggio è iniziato con la sorprendente vittoria del giovane Tomic su quel cerebrolabile di Malisse. Non abbiamo visto la partita perché per qualche ora siamo stati incatenati nelle segrete del castello di Sky - su ordine di Bertolucci - per aver fatto qualche complimento di troppo a Federica Longa, quindi non vi sappiamo dire come sia andata. Siamo però stati liberati in tempo per vedere il successo di Murray su Gasquet. Eravamo un po' illusi che il francese potesse fare almeno partita pari, ma il numero 4 del mondo ha dominato senza mai lasciare speranze al suo avversario. Ora se la vedrà con Feliciano Lopez, il cui incontro con Kubot (a proposito, gran bel giocatore!) è stato uno dei più belli della giornata. Il polacco era volato sul 2 a 0 approfittando delle solite diverse disattenzioni dell'iberico, ma dimostrando stranamente un grande carattere, e approfittando dei diversi compassione-time che hanno colpito il suo avversario, Feliciano ha rimontato fino a chiudere al quinto. Strepitoso. Ora sarà bello sapere per chi farà il tifo la mamma di Murray nei quarti di finale.
Dopo aver preparato il canonico tè delle 5 siamo tornati belli carichi per vedere se il nostro Llodra sarebbe riuscito a mettere un po' in crisi Djokovic. Ma purtroppo non abbiamo fatto in tempo a seguire la partita perché è durata giusto il tempo di sistemare i biscotti nei vassoi. Peccato, ma non ci potevamo aspettare molto di più dal francese. Inattesa, ma non troppo, è stata invece la vittoria di Fish su Berdych, più che altro era difficile aspettarsi che l'americano chiudesse in tre veloci set.
Una volta ricevute un paio di frustate da parte di Raffaella Reggi, ci siamo accomodati sul nostro cumulo di stracci per seguire i match di Tsonga, Federer e Nadal. Il francesone ci ha fatto la grandissima cortesia di eliminare Ferrer in tre set, mentre Federer, pur perdendo il primo e facendo andare di traverso i diamanti a Mirka, ha battuto Youzhny, la cui partita di oggi è stata forse una delle migliori da un po' di tempo a questa parte. Lunga vita al russo e al suo splendido rovescio. E veniamo al film proiettato in serata sul Centre Court. Protagonista Rafael Nadal, special guest Juan Martin Del Potro. Lo spagnolo, sul 6-5 del primo set, ha chiamato il fisioterapista per un problema al piede e si è prodotto nella sua solita serie di faccine doloranti. Fermato il gioco circa dieci minuti il maiorchino è andato sotto nel tie-break 3-0 per poi vincerlo 8-6 saltellando e correndo come non mai, scene già viste. Il secondo invece è stato ad appannaggio di Del Potro, ma non sia mai che Nadal possa soffrire troppo in un match. L'argentino nel terzo set è scivolato facendosi male all'anca e chiedendo a sua volta le cure del fisio, ma nonostante ciò ha retto bene fino al tie-break, pur perdendolo 7-4. Nel quarto set altro film già visto: nel quinto game Del Potro mette sulla riga la voleè del 40-15, il giudice di linea la chiama fuori ma il falco la dà buona. Punto da ripetere. Ovviamente da quel momento Del Potro non ha più messo una prima e il cyborg, nel più classico dei copioni, lo ha breakkato, chiudendo di fatto il match. Ci chiediamo se un giorno vedremo un finale diverso nei film di Nadal.
Chiuso il tanto atteso Big Monday siamo dovuti scappare via di corsa sia perché Stefania Pinna e Helga Cossu ci stavano per prendere a schiaffi all'ennesimo tentativo di invitarle a cena, sia perché dovevamo fare le liete pulizie nello studio della nostra amata Elena Pero. La commentatrice, dopo averci accolti con un sorriso, ci ha invitato a sederci e riposarci perché avrebbe pulito lei stessa la cabina. Un amore. Non ci restava che rimanere li e ammirarla anche perché, mentre sbrigava il lavoro per noi, ci ha raccontato una fiaba e nel congedarsi, non sono mancate le caramelle alla frutta, il succo alla pesca e le fette biscottate alla nutella, preparate con le sue dolci manine. Andremo più spesso a pulire il suo studio, anche perché è l'unica che ci rispetta. Ora non ci resta che ritirare le palline di carta inzuppate di colla che Bertolucci ci lascia amorevolmente sul pavimento ogni giorno e cominciare ad accendere la cotonatrice per il ciuffo di Caressa che utilizzeremo domattina. Buon tennis!
2 commenti:
Ma che bella la descrizione di Elena Pero. Anch'io adoro le sue telecronache, specie quando spettegola a mille con la Reggi! Dalle vostre parole emerge una Elena a metà tra Nonna Papera e Licia Colò. Ora ci manca solo una foto...
E' amorevole, ma anche molto riservata quindi è difficilissimo che si conceda ai nostri flash. Infatti ci ha già detto che per ricordo ci farà un maglioncino col logo di Sky e ci scriverà una lettera con dentro le caramelle, ma niente di più
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