Dopo aver passato quasi una settimana dormendo in casa Sarkozy, nei materassi super-comodi brevettati dalla NASA, che per acquistarli bisogna aprire un mutuo, il legno del sottotetto del Moulin Rouge, risulta particolarmente scomodo alle nostre schiene. Per fortuna lo spettacolo delle signorine ci permette di addormentarci col sorriso come anche quello che ci sta proponendo la nostra Francesca che si è concessa il bis arrivando per due volte consecutive in finale al Roland Garros. Se poi contiamo che per raggiungere questo risultato ha mandato fuori una baguettara dalla grazia elefantica, lo spettacolo si raddoppia e rallegra doppiamente i cuori. In campo maschile invece è avvenuto ciò che in pochi si aspettavano. Roger Federer, in versione de luxe, ha messo la parola fine all'imbattibilità di Novak vincendo la semifinale contro il serbo 7-6, 6-3, 3-6, 7-6 dopo un match dalla bellezza abbagliante, di gran lunga la più bella partita di tennis vista in questo 2011. Lo svizzero contenderà quindi a Nadal, vincitore su Murray dopo un match tutt'altro che entusiasmante, la Coppa dei Moschettieri, e, diciamolo, si sa già come andrà a finire. Andiamo però con ordine e vediamo di raccontarvi gli ultimi due giorni appena passati nella raggiante Parigi.
Giovedì mattina, dopo aver fatto colazione con un classico caffè lungo, succo d'arancia e croissant rimediati da dei simpatici topini con cui abbiamo fatto amicizia mercoledì notte, sfruttando i primi raggi di sole abbiamo provato ad esplorare il sottotetto e cercare se trovavamo nascosta da qualche parte Nicole Kidman da usare ormai come impermeabile. Niente da fare. Si era fatto tardi, così, dopo aver chiesto agli uccellini, che hanno il nido proprio sopra le nostre teste, di rifarci il letto, siamo scesi dalla finestra sul retro grazie alle nostre corde, intonando Roxanne.
Una volta arrivati ai campi abbiamo provato a fare gli gnorri e ci siamo diretti subito all'ingresso della tribuna d'onore per provare ad entrare nei nostri classici posti, ma non avendo più i super biglietti presidenziali ci hanno preso a calci in culo intimandoci di non permetterci mai più di avvicinarci alla zona VIP. Tanto quei posti facevano schifo, troppo vicini al campo e non ci permettevano di ammirare le geometrie di gioco. Issate le nostre corde, siamo saliti sui nostri due posticini umili sopra il tabellone dello Chatrier. Ci siamo dovuti legare saldamente per non essere portati via dal vento, mentre in prima fila c'erano i ricconi al caldo sulle loro poltrone massaggianti che facevano un casino irritante mentre tastavano i crostini al caviale. Schifati da questi individui ci siamo concentrati sulla nostra Francesca che entrava in campo. A dirla tutta, la preoccupazione era minima perché la Bartoli non aveva le armi per mettere in difficoltà l'italiana, sempre se tra queste armi non annoveriamo il consistente girovita. Anzi, la grande incognita era capire come fosse potuta arrivare in semifinale uno schifo del genere. Certo, un inizio come quello contro la Pavlyuchenkova avrebbe giovato alla francese e infatti l'azzurra si è ben preoccupata di non cadere in tale errore, conducendo una gara tranquilla e senza grossi problemi. Talmente tranquilla che a inizio secondo set si è addormentata fino a subire il break in apertura, ma risvegliatasi, adottando un gioco semplice per sfruttare lo stile goffo della francese, si è portata a casa il match con un doppio 6-3. A lottare per strapparle la Coppa Lenglen sarà la Li, tennista cinese capace di fare lo sgambetto alla Sharapova (6-4 7-5) che alcuni davano per vincente del torneo. Tutto sommato, anche se ci ha tolto quelle gambe niente male da vedere, è un bene per la Schiavone perché avrà tutto il pubblico (gli odiosi francesi) dalla sua parte, situazione che difficilmente si sarebbe presentata con la russa in campo.
Una volta tornati in quella che ormai è la nostra casa, ovvero il sottotetto del Moulin Rouge, ci siamo divertiti a vedere qualche balletto, per poi andare a letto presto in vista delle semifinali Nadal-Murray e Federer-Djokovic. Ci si aspettavano meraviglie da entrambe le partite, ma il tennis ha fatto capolino solo nella seconda, e che tennis! Le sfida tra lo spagnolo e lo scozzese è stata la solita partita sulla terra del cyborg (solita quando NON deve giocare contro Djokovic ovviamente). Recuperi estremi, break al momento giusto, e il suo solito dritto dentro il Matrix, dove il mondo intorno a lui si ferma e ha tutto il tempo di girare intorno alla palla e colpire il vincente o il mega toppone. Murray ha pallettato come solo lui sa fare, dimenticandosi che davanti a lui non c'era più Chela ma il più forte giocatore di sempre sul rosso. Banali dimenticanze. L'OGM ha meritato di vincere perché ha sempre tenuto le redini degli scambi, ha giocato benissimo concedendo pochissimi regali e, come spesso gli capita negli Slam, quando arriva la seconda settimana sembra un altro giocatore rispetto alla prima. Ha vinto quindi il maiorchino 6-4 7-5 6-4 aggiudicandosi la sesta finale del Rolando in sette anni. Non c'è da lamentarsi!
Dopo due orette di sbadigli sono finalmente scesi in campo Djokovic e Federer, per disputare una partita di quello sport chiamato TENNIS. Ed è stato spettacolo allo stato puro. Lo svizzero, in versione super-lusso, nei primi due set ha inaspettatamente giocato un match straordinario, perfetto al servizio, attento nel colpire il rovescio senza le solite stecche degli ultimi tempi e con un attenzione mirabile in ogni punto. Il primo parziale, forse il più bel set visto su un campo da tennis in tutto il 2011, lo ha portato a casa al tie-break per poi conquistare il secondo 6-3. La faccia stupefatta che Djokovic ha più volte rivolto al proprio angolo la diceva tutta sull'andamento della partita e sulla paura del serbo di perdere la propria imbattibilità e il posto di numero uno del mondo garantitogli dalla conquista della finale. Durante il match, siamo venuti a sapere da fonti certe, il cyborg ha assistito alla sfida avvolto in una bandiera rosso-crociata, mangiando Emmental, in compagnia di una mucca alla quale ha suonato un concerto con le nacchere svizzere, mentre lo zio Toni operava sulla bambolina voodoo di Djokovic. Nel terzo set il serbo ha avuto un sussulto, giocando come ci ha fatto vedere durante tutta questa stagione e portando a casa il parziale 6-3. Il servizio è stato invece fondamentale nel quarto parziale, almeno fino al nono game, quando Djokovic ha breakkato Federer andando a servire per pareggiare i conti 2-2; il serbo ha fallito l'occasione, facendosi controbreakkare da un Federer autore di un game entusiasmante. Si è andati quindi al tie-break, dove l'elvetico ha chiuso a suo favore una partita meravigliosa, mandando al macero il fantastico record d'imbattibilità di Djokovic e guadagnando la finale contro Nadal.
Come andrà finire già lo sappiamo; l'iberico ha già le mani sulla sesta Coppa, ma qualunque cosa accada gli appassionati veri ricorderanno il match tra Federer e Djokovic a lungo molto più della solita finale vinta dallo spagnolo a suon di topponi e recuperi impossibili. Il tennis vero è stato quello visto oggi, tutto il resto, citando il Califfo, è noia.
Conclusa questa fantastica giornata di tennis, vista la giornata estenuante appena vissuta, ci siamo concessi una cena di lusso al Ratatouille dove abbiamo avuto l'onore di conoscere Rémy e abbiamo scoperto che è cugino dei topini coi quali dividiamo il letto nel sottotetto del Moulin Rouge, come'è piccolo il mondo! Buon tennis e mi raccomando, tutti a tifare Francesca!
8 commenti:
Ho sentito dire più volte da certi commentatori in tv che il tennis italiano non è inesistente, solo che ci manca il campione alla Alberto Tomba che trainerebbe tutto il movimento e che se Federer fosse nato 200 km più a sud e si fosse chiamato Federelli...
A parte l'ovvietà di questa fesseria (in quanto non ci manca solo il campione, ma anche un decoroso livello medio, un Wawrinka, un Troicki, persino un Ferrer...), ne volevo aggiungere una io.
Pensate se Nadal fosse nato invece che a Maiorca a pochi km di distanza... a Ibiza!
La storia del tennis degli ultimi anni sarebbe stata diversa?
Scusate: firmato,
Fabrizio
Le finali son cosa da Federer e Nadal, Novak ha turbato l'ordine naturale delle cose per qualche mese. Lo sfizzero lo ha rimesso al suo posto e l'equilibrio è così ristabilito.
Tutto è bene quel che finisce bene.
Non sono pronta per una nuova rivalità, lasciatemi ancora fantasticare sulla classe e la potenza, sul genio ed il cuore, sul fioretto e la spada. Su due atleti che in campo sono duellanti implacabili e, chiusa la partita, amici.
Ci sarà tempo per Nole...
Lucky e Walk, Gasgas è troppo un mito... non lasciatelo in Francia tra brie e camembert!
Fabrizio, si dovrebbe imbastire un discorso molto lungo, ma la risposta è NO. Pensa solo una cosa stupida: se Nadal potesse spaccare le racchette a terra non sarebbe quello che è oggi. Non esiste la ricetta per fare il top player altrimenti se ne sfornerebbero a go-go. I veri campioni sono frutto, indubbiamente di una base talentuosa, ma a seguire di una serie di conseguenze concatenate che portano il talento all'ennesima potenza. Per cui sarebbe bastato che Nadal fosse nato nella casa a fianco, per trovarlo oggi come un impiegato delle poste che vince i tornei di circolo. E' drastico, ma è così e non solo nel tennis.
Federer al massimo potrebbe diventare l'italiano Federelli adesso (dopo che ha compiuto tutto il suo iter formativo), ma mai Federelli sarebbe potuto diventare quello che oggi è Federer perchè gli eventi per lui sarebbero girati obbligatoriamente in modo diverso!
Barbara, Gas Gas è sempre in prima fila quando guardiamo il can can... è un toppino furbo :D
la scena di nadal con la mucca e dello zio toni con la bambola voodoo è iconica!!
grande semifinale però mi spiace molto per nole che ha perso in un pessimo momento.
Vale... Rafa con la mucca è una bruttissima immagine :-D ma lo zio Toni con la bambolina voodoo ce lo vedo proprio! altro che ironia...
@Lucky: vedo che siamo perfettamente d'accordo!
Se Nadal potesse spaccare le racchette (peraltro Supermac e Jimbo lo facevano, ah che tempi...) o se fosse nato sull'isola delle discoteche a pochi km, tutto sarebbe stato diverso.
Per cui anche quella di Federelli è una immane idiozia e una scusa per coprire le loro incapacità di gestione del movimento e considerando che viene dai vertici tecnici del Tennis italiano (non da un giocatore attuale), rendiamoci conto in che mani siamo...
Fabrizio
Posta un commento