Ancora emozionati, felici e gaudenti per il trionfo di Francesca Schiavone, vi scriviamo questo post dal sottotetto del Moulin Rouge, dove a causa della nostre solite disavventure ci siamo dovuti rifugiare per evitare l'espulsione dal suolo transalpino. I motivi di questa nuova situazione ve li spiegheremo dopo con calma, prima preferiamo raccontarvi quanto accaduto in questi ultimi due giorni sui campi di Bois de Boulogne, dedicati ai quarti di finale del torneo. Quarti nei quali la nostra Leonessa ha scritto un'altra pagina di storia del tennis italiano, andando a battere la bovina russa Anastasia Pavlyuchenkova, simpaticamente chiamata dagli amici 60-90-60, dopo una partita da altissimo tasso di sofferenza. Federer si è guadagnato la semifinale contro Djokovic che ha usufruito del forfait di Fognini, mentre nel secondo giorno sia Nadal che Murray non hanno avuto problemi a portare a casa la partita.
Martedì mattina ci siamo svegliati direttamente dentro la Jacuzzi presidenziale, dove avevamo deciso di rilassarci dopo essere tornati pesantemente ubriachi da Versailles. Al risveglio ci abbiamo provato per la 678esima volta con la governante di Carlà, ma ancora una volta senza il minimo esito. Meno male che ci sono le due massaggiatrici ad allietarci il risveglio. Dopo aver fatto la solita luculliana colazione a base di Viennoiserie, Crème brûlée e Dom Perignon (ci serviva a fare un richiamino dell'alcool ingurgitato senza ritegno il giorno prima), siamo volati subito ai campi, per l'imperdibile sfida che attendeva Francesca Schiavone contro la leggiadra russa. Mentre le signorine erano programmate nel centrale, sul Lenglen iniziava il quinto e decisivo set di Murray-Troicki, sospesa il giorno prima per oltraggio alla pubblica decenza (e non per oscurità come vi hanno voluto far credere), nel quale il serbo ha dimostrato una chiarissima volontà di partecipare a tutti i costi al Master della Compassione 2011. Avanti 5-3 e 30-0, il fratello povero, e anche un po' fesso, di Novak Djokovic, ha deciso di farsi rimontare fino a buttare al vento l'occasione ghiottissima di accedere alle semifinali di uno Slam, visto che nei quarti avrebbe affrontato Juan Ignacio Chela.
Ma veniamo alla nostra campionessa. Eravamo ottimisti, forse troppo vista la piega che la partita aveva preso a un certo punto, ma alla fine il bene, ovvero il bel tennis giocato da Francesca, ha trionfato sul male, ovvero le pallate della Pavlyuchenkova, il cui stile inguardabile non avrebbe certo meritato le semifinali di uno Slam. Pronti via la Schiavone si è ritrovata sotto 6-1 4-1 in un tempo impercettibile. Anzi, a dirla tutta, fino a quel momento la Schiavone non era proprio scesa in campo. Non si sa quale miracolo sia successo, molto probabilmente il cagotto della semifinale nelle mutande della russa, ma l'italiana, sfruttando il passaggio a vuoto dell'avversaria, è riuscita pian piano a riemergere col suo tennis e il braccio è cominciato ad andare in automatico con le gambe più reattive che mai. Chiuso il set 7-5, la scia positiva è continuata e perle su perle si è portata avanti 4-1 con due break. Eravamo tutti rilassati, ridendo e scherzando, facendoci gavettoni sulle tribune e mettendoci il pallone in pancia per imitare la linea smagliante della russa, ma improvvisamente il buio più totale e la paura sono entrate in circolo dentro Francesca e il match, nonostante le occasioni per chiuderlo prima, si è portato al 5 pari. Qui ha vinto l'esperienza, il cuore e il coraggio dell'italiana e l'emozione ha giocato l'ennesimo tiro mancino alla russa che si è lasciata breakkare e battere 7-5. Una sofferenza anche per noi che guardavamo. La Schiavone è quindi in semifinale e al suo bel tennis verrà contrapposta la (dis)grazia della Bartoli che ha battuto la Kuznetsova 7-6 6-4. Forza Francesca!
Dopo aver scampato il rischio d'infarto, ci siamo ricomposti per seguire la sfida tra Federer e Monfils. Tiramolla, dopo essersi reso un pizzico più simpatico sbattendo fuori dal torneo Ferrer, è sceso in campo ben intenzionato, breakkando l'elvetico in avvio del primo set. E' stato però un fuoco di paglia, visto che lo svizzero, dopo aver subito lo sguardo severo di Mirka, si è risistemato il colletto e ha ripreso a giocare in grazia di Dio, rispedendo il rapper ad un concerto di Snoop Dogg con un 6-4 6-3 7-6. Si sono vissute veramente poche emozioni e visto poco tennis. Ora Federer dovrà fare scorta di pannoloni visto che in semi troverà un Novak Djokovic, fresco e profumato per non aver giocato i quarti contro Fognini.
La giornata di martedì è così filata via con grande soddisfazione per i nostri colori, tanto da farci sentire un pizzico più orgoglio di essere italiani, sentimento che a causa di qualcuno non provavamo da un po' di tempo. Spinti quindi da questo spirito patriottico abbiamo preso l'ardua decisione: in onore del successo della Schiavone, e per ripagarla dei trionfi che ci ha regalato, abbiamo deciso di rubare la Gioconda, riportarla in Italia e regalarla alla nostra campionessa. Intorno alle 20 della sera è scattato quindi il piano: dopo aver acquistato dei carissimi abiti Stephan Janson, ovviamente con la carta di credito di Nicolas, abbiamo esibito all'ingresso del museo i pass che utilizziamo normalmente per entrare e uscire dall'Eliseo. Alla sola vista dei le avvenenti receptionist ci hanno fatto passare senza il minimo problema, non prima di averci spudoratamente provato con noi, cosa che non ci è dispiaciuta per niente. Ma in testa in quel momento avevamo solo una donna, Monnalisa. Dopo aver attraversato tutto il Louvre e aver notato quanti cazzo di quadri (scusate il francesismo) ci hanno fregato i francesi, ci siamo diretti senza timore nella sala della Gioconda. E lì, con estrema decisione e dopo aver scansato 3456 turisti giapponesi intenti a fotografare, minuti di taglierino, abbiamo asportato la preziosa opera d'arte. Purtroppo, e non ne capiamo il motivo, è scattato il sistema d'allarme, come se due italiani non potessero andare a riprendersi un quadro dipinto da un artista italiano, valli a capire i francesi. Con scatto felino ci siamo quindi diretti alla finestra, e con le famose corde che nei primi giorni ci avevano permesso di salire e scendere dalla Torre Eiffel e dallo Chatrier, siamo riusciti a fuggire. Ci sentivamo protagonisti de Il codice Da Vinci. Nonostante fuori dal Louvre si fossero mobilitate 300 macchine della polizia, la Gendarmerie, l'esercito francese, i Seal americani, Asterix e Obelix e tutta la Legione straniera, siamo riusciti con nonchalance a portare a termine l'impresa anche perché avevamo fatto tesoro degli episodi di Lupin III visti da bambini. La Gioconda era con noi all'Eliseo e i nostri sonni sono stati d'oro. Stamattina ci siamo svegliati felici per l'impresa e dopo aver salutato Nicolas e Carlà con un bacio sulla fronte ci siamo recati ai campi con un unico obbiettivo, evitare Murray-Chela.
Tutti avevano questa necessità e gli organizzatori probabilmente si vergognavano perché l'hanno programmato sul Lenglen in contemporanea con Nadal-Soderling in modo che a nessuno venisse in mente di andare a seguirlo. Ovviamente ha vinto Murray 7-6 7-5 6-2 e per una volta è un bene. Anche del tanto atteso quarto chiave tra lo spagnolo e lo svedese c'è poco da dire, anzi nulla, ha regnato la noia. Lo svedese si è praticamente autoeliminato mettendo una quantità di prime misera e per uno che costruisce il suo gioco su due massimo 3 colpi è come giocare con le caviglie legate (si ricordi la sua partita contro Federer l'anno scorso a conferma). Lo spagnolo, oggi particolarmente centrato rispetto alle altre partite, non ha fatto altro che giocare il suo tennis fisico, di recuperi, rimesse e i vincenti nei momenti giusti. E' singolare però che ancora una volta, come spesso gli accade negli Slam, Nadal giochi per una settimana in maniera quasi inguardabile, e poi, a partire dai quarti, sembri un altro giocatore. Più corsa, più precisione, più tutto. Gli successe agli ultimi US Open, e soprattutto a Wimbledon 2010, e gli è successo anche qui al Roland Garros. C'era vento che sicuramente penalizzava le ampie aperture e il lancio di palla altissimo di Robin, ma quello c'era anche per Rafa, quindi è una scusa che non ha senso. Nadal passa quindi alla semifinale contro Murray vincendo 6-4 6-1 7-6. Lo svedese oltre al match perderà molti punti in classifica e chissà quanti perderanno la vita per permettergli di sfogare la rabbia omicida.
Era giunta l'ora di tornare a casa Sarkozy e impacchettare la Gioconda per regalarla a Francesca domani, ma durante la nostra assenza è accaduto l'imponderabile. Purtroppo la zelante governante di Carlà, nel fare le pulizie, ha trovato il quadro che avevamo furbamente appeso nella nostra camera a mo' di trofeo. Richiamati quindi dal presidente francese, abbiamo provato a spiegare la situazione, dicendo che la presenza della Gioconda nella nostra camera era tutta una macchinazione dei giudici coMMunisti, e che la causa di tutto era senza dubbio la magistratura rossa. Sarkozy, oramai abituato a sentire questo genere di idiozie, non ha naturalmente creduto a una sola parola di quanto gli abbiamo detto, e ha così chiamato la Polizia firmando immediatamente il nostro decreto di espulsione. A nulla è valso l'estremo tentativo di Carlà di difenderci intonando una soave melodia con la chitarra. Poco prima che venissero a prenderci siamo però riusciti a scappare attraverso le condutture dell'aria condizionata e, non trovando altro posto migliore per nasconderci, abbiamo così deciso di rifugiarci nel sottotetto del Moulin Rouge, unendo l'utile al dilettevole. Peccato però, la Gioconda stava finalmente per tornare a casa! Ci sentiamo a fine semifinali, se saremo ancora a piede libero. Buon Rolando a tutti!
9 commenti:
Già che siete al Moulin Rouge, salutatemi Lahyani... :-)
ma mi stavo giusto domandando che fine avesse fatto lahyani che non lo si vede sul seggiolone! decisamente plausibile questa ipotesi che si trovi al moulin rouge (sempre che non sia una certezza ;D)
comunque meravigliosa la schiavone!
e attenzione a psycho-robin!!!
Confermiamo che Lahyani sta al Moulin Rouge, è già seduto in prima fila per farsi sventolare le gonne in faccia dalle signorine. Vecchia volpe!
Valeria tu ci stai seguendo su FaceBook? Se non sei ancora nostra amica poni rimedio all'istante a questa cosa gravissima!! :D
Barbara è già nostra amica e partecipante di punta! :D
Mi raccomando, se avete amici appassionati di tennis o che hanno il piacere di farsi due risate col nostro modo di scrivere di questo sport, spargete la voce del blog e raccomandate il nostro profilo FaceBook!
Ciao!
Ragazzi scusate ma stavolta avete proprio toppato... la Gioconda fu lo stesso Leonardo a venderla a Francesco I di Valois, quindi appartiene ai francesi! In ogni caso spero che riuscirete a scampare all'arresto e nel frattempo godetevi il cancan, che è sicuramente meglio del tennis in media inguardabile che ci sta toccando in questi ultimi giorni. Fossi al vostro posto commenterei il challenger di Nottingham...
Chiara, lo sanno benissimo che la Gioconda fu venduta dallo stesso Leonardo e non rubata... ma a noi italiani piace tanto pensar male dei cugini transalpini... :-)
E come diceva un tale gobbo... a pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci si indovina!
Chiara, questo è quello che raccontano i libri di storia per occultare le verità... purtroppo non possiamo dirvi tutto della nostra vita, però forse un giorno racconteremo di quando stavamo tentando di costruire una macchina del tempo per vedere la prima finale a Wimbledon vinta da Rod Laver e invece siamo finiti a fare gli aiutanti di un giovane Leonardo... Dobbiamo smetterla di fare (e dire) cazzate!
Lucky, guai a voi se smettete di fare e dire cazzate! Se vi mettete a fare i commentatori seri scappiamo tutti a gambe levate... :-)
Però una cosa non è giusta... :-(
Posi rimedio :D
Brava Vale... :-)
Posta un commento