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martedì 7 giugno 2011

Bilancio di metà anno: tra il campione e la compassione

Si è appena chiusa la prima parte della stagione 2011, siamo passati dal cemento alla terra battuta e finalmente, citando il sommo Duccio Patanè, "Vi vedo verdi" perché è partita la brevissima (e non si capisce per quale motivo) sessione sull'erba. Il Queen's e Halle aprono le danze, ma noi prima di lanciarci in pista vediamo di andare a ritroso per fare un bilancio veloce di cosa abbiamo visto e provare a capire cosa vedremo.

Indubbiamente, per ora, il nome del 2011 è Novak Djokovic. Il tennista serbo, saltando solamente il torneo di Montecarlo, è arrivato a giugno senza mai essere battuto. Nei restanti Masters ha sempre fatto vedere i sorci verdi a Nadal battendolo in finale. L'ipoteca sulla prima posizione è quindi diventata pesantissima. E' indubbiamente cresciuto di testa, ha cambiato alimentazione e tennisticamente è più sicuro dei propri colpi tanto che sulla terra è riuscito ad avere la meglio su Rafa, l'instancabile re del palleggio e del contrattacco. In più occasioni è stato fortunato perchè è andato vicino all'eliminazione (vedi in Serbia contro Lopez, Madrid contro Bellucci e Roma contro Murray), ma sfruttando tutto il suo talento non è mai caduto nella fossa. Solo Federer al Roland Garros è riuscito a sgambettarlo azzeccando una partita perfetta e togliendoli quindi l'imbattibilità 2011. Purtroppo per lui la sconfitta è arrivata nel peggior momento possibile perché bastava quella vittoria per farlo diventare numero 1 per un bel po'. Ora invece si trova a soli 45 punti dalla vetta che gli faranno fare molti incubi la notte, perché sull'erba non ha mai avuto molto successo e quindi le possibilità di colmare il brevissimo stacco sono poche. Certo, l'anno scorso è arrivato in semifinale a Wimbledon, ma dovrebbe riuscire a fermare Nadal che, Federer permettendo, non avrà problemi a confermare la finale. La forma dello svizzero potrebbe essere la chiave per il futuro del serbo o dello spagnolo.


Subito dopo Djokovic spunta  il nome di Rafael Nadal, anzi, praticamente prendete tutti i complimenti fatti al serbo qualche riga più in alto e affibbiateli pure allo spagnolo che nessuno si offende. L'unica differenza tra i due è che Rafa ha perso tutte le finali dei Masters 1000 in cui ha giocato (e relativi punti) e ha portato a casa solo quella di Montecarlo dove appunto non c'era Nole. Dopo questa sequela di sconfitte seriali, lo spagnolo è entrato in crisi mentale e ha iniziato a soffrire gli avversari che almeno una volta nella vita l'hanno battuto (quindi Seppi ha una speranza!) arrivando più volte a un passo dalla morte, ma salvandosi all'ultimo e riducendo quindi il suo problema mortale al solo Djokovic. Come dicevamo in precedenza, in punto di abdicazione forzata dal trono, il suo avversario storico, Federer, gli ha salvato le chiappe battendo Nole e facendosi abbattere alla finale del Roland Garros, regalandogli la prima posizione almeno per un altro mesetto.

Il terzo da prendere in considerazione è ovviamente Roger Federer non tanto per quello che ha fatto, ma vista la prestazione sulla terra parigina, quello che potrebbe fare sull'erba (sempre che quest'anno non sia sempre più terba). Lo svizzero è indubbiamente passato in secondo piano in questo 2011, lo si denota dal numero di inquadrature a Mirka in ribasso. In tutta risposta Roger se ne frega abbastanza (o meglio, così dice, ma in realtà  je rode er culo) andando a perdere anche con tennisti vari ed eventuali nei primi giorni di torneo e sistematicamente contro Nadal. Quindi, dopo un avvio di stagione appena sufficiente, dove è uscito dai discorsi tennistici mondiali, è riuscito a trovare il relax necessario per arrivare in finale sull'odiata terra di Parigi dopo aver battuto addirittura il serbo. Probabilmente sono già partite le masturbazioni dei fan in vista dell'erba. Ovviamente, il ritorno della pressione mediatica e il fatto di essere già dato come favorito a Wimbledon, lo penalizzerà e se proprio non dovesse accadere, ci penserà Nadal a tenerlo lontano dal successo con la sola forza del pensiero. Una cosa è certa, il cioccolataio farà la differenza nel tabellone londinese perché se venisse estratto dalla  parte di Nadal, il suo cammino si fermerebbe in semifinale, se dovesse capitare nella parte di Djokovic, forte del successo al  Roland Garros e del verde sotto i piedi, gli farà probabilmente lo sgambetto, per poi perdere nuovamente in finale dal matador. Probabili lacrime.

Andy Murray ha fatto poco e niente diminuendo progressivamente l'apertura delle sue fauci col passare della prima parte dell'anno. Durante tutto l'Australin Open è diventato inglese per poi tornare scozzese una volta andato due set sotto contro Djokovic. Da li in poi gli inglesi l'hanno totalmente cancellato così come anche tutti gli appassionati di tennis in quanto è uscito volentieri ai primi turni dei Masters 1000 americani cadendo nel buio. Sulla terra europea ha dato segnali di vita strappando un set a Nadal e rischiando di battere Nole per la prima volta nell'anno a Roma. A Parigi è diventato scozzese in semifinale e ora promette faville sull'erba di casa. Per quanti turni verrà reputato inglese? Indubbiamente Andy avrebbe tante opportunità per vincere sull'erba perché ha una buona difesa veloce e, quando lo fa, un buon attacco, peccato si limiti a vagare nelle prime file della tribuna. Non ci aspettiamo proprio niente di importante da lui a meno che non abbia una metamorfosi improvvisa.

Da qui in poi parte la categoria dei vari ed eventuali per i quali la classifica non basta, ma già quattro righe di commento sono troppe. Robin Soderling: è partito a razzo vincendo di tutto e di più e andando direttamente in quarta posizione per qualche settimana, ma la voglia di fare troppo l'ha penalizzato con un infortunio al piede e oggi ne paga ancora le conseguenze. Le superfici velocissime non lo fanno impazzire. David Ferrer: se la cava sul cemento e prima che arrivasse Djokovic era il numero due sulla terra. Corre, corre e corre, ma a Wimbledon a furia di correre si arriva negli spogliatoi in poco tempo. Vagherà tra ottavi e quarti con qualche semi nel resto della stagione. Tomas Berdych: la base di punti dell'anno scorso comincia a tremare e crollare. Ormai non rinnega le occasioni per dimostrare quanto sia dotato di rara stupidità probabilmente seconda solo a quella di Melzer. Se continua così Costa do Seppi 2011 lo attende. Gael Monfils: e come ha  fatto a sbucare tra i top ten? Prima parte di stagione non pervenuta, semifinale al Roland Garros e ottava piazza mondiale... Ecco, se qualcuno non capisse l'inettitudine di chi non è tra i primi 6/5 e la poca funzionalità del meccanismo up&down nella classifica ATP questa ne è la prova. Andy Roddick: come sopra. Anche se siamo di fronte a due giocatori di diversa fattura e almeno l'americano ha un cervello. Mardy Fish: ha fatto bene in casa entrando tra i primi 10, ma ha patito l'arrivo in Europa. Dovrebbe migliorare sul veloce e glielo auguriamo visto che avrà subito da difendere Halle. Jurgen Melzer: ci stava tentando da un bel po' e finalmente è riuscito ad uscire dai top ten. Primo nella classifica per decretare lo "Scemo del villaggio 2011" e partecipazione per Costa do Seppi 2011 in stampa. Viktor Troicki: è addirittura arrivato fino alla posizione 13 sfruttando al massimo la prima parte di stagione. Bene, è ora di scendere nuovamente. Richard Gasquet: nessuno ci avrebbe più scommesso un centesimo e invece Riccardo Piatti gli ha insegnato l'arte del bullismo fino a fargli raggiungere risultati insperati come la vittoria su Federer a Roma. Bravo Riccardino, se continui così, quest'anno per te niente Costa do Seppi. Alexandr Dolgopolov e Juan Martin Del Potro sono a un passo dai top 20 e Milos Raonic ha fatto un inizio carriera col botto e dal nulla è già top 30. Auguriamo loro tante buone cose per la seconda parte di stagione sul veloce. Fabio Fognini: con un colpo di coda all'ultimo secondo ha fatto svoltare la stagione scalando ben 14 posizioni e portandosi al 35esimo posto in una settimana, ma a Wimbledon c'è subito un terzo turno da confermare altrimenti il passo dal campione alla compassione sarà molto breve

Ma veniamo alla parte che voi tutti attendente con ansia, le prime indiscrezioni per Costa do Seppi 2011. Nicolas AlmagroMikhail Youzhny: da top ten sono velocemente scesi negli inferi. Meglio, subito due ottimi candidati. Jo-Wilfried Tsonga: vincere ormai è un optional, infortuni a parte, non possiamo non prendere in considerazioni i disastrosi insuccessi. Fernando Verdasco: finalmente ce lo siamo levato dalle palle con la sua totale inutilità e pettinatura oscena. Farebbe meglio a cominciare a prenotarsi il volo. Marin Cilic e Nikolay Davydenko: per il primo una conferma (bravo) e per il secondo una gioia per noi. Marcos Baghdatis: anche per lui ormai perdere è diventato un vizio e vista la ginnastica a tavola per pronunciare l'addominale, una dieta nella raggiante Costa do Seppi potrebbe fargli bene. Guillermo Garcia-Lopez, Albert Montanes ed Ernests Gulbis: ci vogliono spiegazioni? Dulcis in fundo, Andreas Seppi e Potito Starace: perchè no?

Per ora è tutto, la seconda parte di stagione ci darà ulteriori conferme o smentite? Vedremo...

3 commenti:

Valeria ha detto...

ma gulbis-tanta roba le ha vinte almeno un paio di partite quest'anno? che spreco :( che da masters della compassione!!
monfils che meno gioca e più avanza in classifica è esilarante!
mai come "quindi anche seppi ha una speranza" :DD

Barbara Pink ha detto...

Lucky, la tua cattiveria è seconda solo alla tua simpatia... :-)

Lucky Loser ha detto...

Visto Valeria che scenari inverosimili ci può regalare il tennis? :D

Grazie Barbara ;)

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