E siamo quindi giunti al quarto e ultimo Slam della stagione, l'Us Open di Flushing Meadows. Scatterà lunedì, portando tutti gli appassionati a stare svegli fino a notte fonda per due settimane, con conseguenti stati di catalessi una volta entrati in ufficio la mattina. Poco importa, per seguire i nostri eroi questo e altro. La cosa però a noi non riguarderà, in quanto come accaduto per gli Australian Open e per il Roland Garros saremo lì in prima persona, e dalla nostra solita posizione ultra-privilegiata vi racconteremo tutto ciò che riusciremo a seguire grazie ai nostri biglietti lussosupervip.
venerdì 26 agosto 2011
lunedì 22 agosto 2011
Cincinnati: vince Murray, e si scatena il diluvio. Breve analisi in vista degli US Open
Piccola analisi semiseria di quanto accaduto nelle ultime due settimane tennistiche in vista del quarto Slam della stagione, gli Us Open di New York.
Djokovic, con il successo di Montreal, domina ancora, nonostante la sconfitta patita per ritiro nella finale di Cincinnati. A proposito, quello in Ohio è a nostro modesto avviso uno dei tornei in assoluto più brutti, sotto tutti i punti di vista, dell'intera stagione: caldo afoso, partite orrende, freddezza del pubblico e trofeo inguardabile; molto meglio Costa do Seppi, che tra qualche anno potrebbe anche entrare nel circuito maggiore. Djokovic, dicevamo. Il serbo nella finale contro Murray ha patito un dolore alla spalla che lo ha costretto al ritiro precauzionale in vista di Flushing Meadows, se no probabilmente avremmo assistito alla sua decima vittoria della stagione. Purtroppo ha dovuto lasciare carta bianca a Murray, che Queen's a parte non vinceva da un bel po', rendendoci la vita più gradevole. Per fortuna un minuto dopo il suo successo gli dei del tennis hanno mandato un sms a Giove Pluvio che si è subito precipitato sul cielo di Cincy facendo venire giù un breve diluvio universale, giusta punizione per un torneo che ha visto vincitore lo scozzese. Tra l'altro il pubblico americano, poche ore dopo, ha anche dovuto patire un'altra condanna: assistere alla partita più brutta della storia del tennis, la finale femminile tra quelle due simpaticone "non me la tiro per niente" di Jelena Jankovic e Maria Sharapova. A vincere, o meglio, a non perdere, è stata quest'ultima, venuta fuori da un match che si può riassumere in sequenza pressapoco così:
doppio fallo,
ace,
risposta sbagliata,
doppio fallo,
dritto sballato al secondo scambio,
fuoricampo di rovescio,
ace,
doppio fallo,
tiro al piccione dopo il secondo palleggio.
Djokovic, con il successo di Montreal, domina ancora, nonostante la sconfitta patita per ritiro nella finale di Cincinnati. A proposito, quello in Ohio è a nostro modesto avviso uno dei tornei in assoluto più brutti, sotto tutti i punti di vista, dell'intera stagione: caldo afoso, partite orrende, freddezza del pubblico e trofeo inguardabile; molto meglio Costa do Seppi, che tra qualche anno potrebbe anche entrare nel circuito maggiore. Djokovic, dicevamo. Il serbo nella finale contro Murray ha patito un dolore alla spalla che lo ha costretto al ritiro precauzionale in vista di Flushing Meadows, se no probabilmente avremmo assistito alla sua decima vittoria della stagione. Purtroppo ha dovuto lasciare carta bianca a Murray, che Queen's a parte non vinceva da un bel po', rendendoci la vita più gradevole. Per fortuna un minuto dopo il suo successo gli dei del tennis hanno mandato un sms a Giove Pluvio che si è subito precipitato sul cielo di Cincy facendo venire giù un breve diluvio universale, giusta punizione per un torneo che ha visto vincitore lo scozzese. Tra l'altro il pubblico americano, poche ore dopo, ha anche dovuto patire un'altra condanna: assistere alla partita più brutta della storia del tennis, la finale femminile tra quelle due simpaticone "non me la tiro per niente" di Jelena Jankovic e Maria Sharapova. A vincere, o meglio, a non perdere, è stata quest'ultima, venuta fuori da un match che si può riassumere in sequenza pressapoco così:
doppio fallo,
ace,
risposta sbagliata,
doppio fallo,
dritto sballato al secondo scambio,
fuoricampo di rovescio,
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tiro al piccione dopo il secondo palleggio.
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venerdì 12 agosto 2011
Montreal: dopo Nadal anche Federer a casa. E' il torneo delle sorprese, ma alla fine dovrebbe spuntarla il solito Nole
Che nelle settimane post-Wimbledon i big della racchetta non si ammazzassero di allenamenti era cosa nota, certo che arrivassero in queste condizioni a Montreal, fino a tornarsene quasi tutti a casa nel giro di soli due turni, era difficile attenderlo. Dopo Nadal, battuto dal nostro nuovo idolo Dodig, e Murray, umiliato dal fascinoso Anderson, anche Federer ha dovuto mettere Mirka e le gemelline in valigia e lasciare il torneo canadese, ancora una volta, come a Wimbledon, per mano di un grande Jo-Wilfried Tsonga. Doveva essere la sera della vendetta, della rivincita da assaporare dopo l'onta subita nell'appuntamento londinese, e invece, dopo un primo set combattuto e perso al tie-break, e un secondo set che ha riaperto l'incontro, lo svizzero ha ceduto di schianto sotto le delicate randellate del francese fino al conclusivo 7-6, 4-6, 6-1. Chapeau per Tsonga quindi, tornato finalmente a buoni livelli dopo un periodo troppo altalenante.
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