E venne il giorno in cui la Luce si manifestò in tutto il suo splendore. Alexandr Dolgopolov, giocatore verso il quale non nascondiamo certo la nostra profonda stima, ha apposto il suo primo sigillo in un torneo Atp, illuminando la notte di Umago dopo una guerra santa combattuta e vinta contro il crociato fra' Cilic da Medjugorie.
Era da un po' che noi adepti aspettavamo con ansia un segnale, un acuto che potesse alimentare la nostra fede, messa duramente alla prova dai deludenti risultati degli ultimi tempi. Ma per noi poveri mortali il disegno dell'ucraino appare un mistero, e così ha pensato bene di stupirci vincendo quando forse meno ce lo aspettavamo, e accrescendo così il nostro credo nei suoi confronti.
La liturgia, celebrata sul Centrale di Umago (simpatica città croata meta di numerosi tamarri italiani in cerca di fauna locale), è stata un susseguirsi di palle corte, accelerazioni e momenti di sofferenza sui quali nemmeno il rosario recitato da Cilic ha potuto far nulla. Nel primo set il break che ha segnato il set è arrivato in apertura, non appena Dolgo ha messo piede in campo dopo essere stato trasportato dal solito fascio di luce divina. Nel secondo fra' Marin, resosi conto di correre il rischio della conversione, ha provato a chiedere aiuto al Signore, invocando l'apparizione divina.
Il supporto dall'alto è arrivato, tanto che Cilic, con un break all'ottavo game, ha ri-equilibrato le sorti del match facendo nuovamente vacillare la nostra fede nei confronti di Dolgo. Ma era solamente una prova, una delle tante alle quali spesso ama sottoporci il nostro Messia. Nel terzo anche gli effetti dell'apparizione non hanno potuto nulla contro la luce emanata dal Guru. Prima Dolgopolov è volato sul 3-0, ma come spesso gli accade ha voluto rimettere in corsa il suo avversario, forse per illudere l'eretico pubblico di casa che in alcuni frangenti del match ha addirittura osato fischiarlo. Ma lui è buono, e li ha già perdonati.
Dopo un susseguirsi di game degni di Costa do Seppi, nei quali entrambi hanno fatto a gara a chi sbagliava per primo, si è quindi giunti al momento della verità, e la verità ha un solo nome: Alexandr Dolgopolov. All'ottavo game Cilic si è fatto definitivamente abbagliare, regalando il turno di servizio al suo avversario. L'ucraino ha approfittato in pieno del cadeau e con un conclusivo 6-4, 3-6, 6-3 ha consacrato a cattedrale il centrale di Umago, da oggi metà alternativa al Camino di Santiago di Compostela. Che l'opera di conversione dell'Atp abbia inizio, gli dei del tennis esistono. E così sia.
2 commenti:
Amen!
La speranza brilla ancora.
Il tennis risplende grazie alla Luce. Dolgo ora pro nobis.
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