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lunedì 9 marzo 2015

Coppa Davis: è caduta la linea. Testa bassa e niente scuse.

Per molti aspetti è vero che la Coppa Davis (o Fed) è una buffonata. Il tennis è uno sport individuale dove si gioca per il proprio cognome, non per una nazione. Un tennista si tifa per le sue gesta in campo, non necessariamente per il paese d'origine. Un giocatore rappresenta se stesso. Ciò non toglie che chi ci mette la faccia, deve anche poi subirne le conseguenze senza scuse. Se Federer e Wawrinka avessero fallito, la colpa sarebbe ricaduta su di loro. Quindi se Seppi, Fognini e Bolelli avevano deciso di far parte della squadra che rappresentava l'Italia, la colpa ricade solo ed esclusivamente su di loro. Ma da buoni italioti legati senza speranza ad una tradizione calcistica malata, ecco subito il capro espiatorio: arbitraggio scandaloso.

Il vero scandalo è questo:


Visto che siamo un popolo che inneggia alla top ten da almeno 5 anni, mettendo in risalto il fatto che i numeri contano parecchio, più della sostanza, vediamo di dare risalto proprio ai numeri. Punta di diamante dei kazaki era Kukushkin, essere che ispira tenerezza e compassione alla prima occhiata. Pur avendo ben tre giocatori di ranking superiore al suo (58), si è riusciti a farlo diventare forte, bullo ed eroe della patria, regalandogli due vittorie pulite e senza intoppi. E ancora non nominiamo Nedovyesov... Proviamo dunque a capire il perché della debacle azzurra ad Astana.

Il Kazakistan giocava in casa su una superficie che a quanto pare era stata fatta a pennello per loro. In pratica per un weekend ci hanno propinato che da estremi strateghi (il Kazakistan eh!) sono riusciti a creare un campo scientificamente perfetto per far giocare da dio ben due dei loro e matematicamente male tre dei nostri. Porca troia, speriamo che il Kazakistan non decida mai di attaccarci in guerra perché con questa precisione sterminerebbero chiunque in dieci minuti. Teniamo pure in considerazione il fatto che questo campo miracoloso e il pubblico di casa siano stati un vantaggio, quante posizioni avrebbe dovuto "regalare" ai giocatori kazaki tutto questo? Esageriamo pure: 20 posizioni.

Non dimentichiamo (sarebbe troppo facile farlo per convenienza) che i nostri paladini vengono sempre considerati almeno con una decina di posizione in più rispetto alle loro reali. Fognini addirittura da top 5 se si giocasse solo sulla terra, arrivando quindi a livelli di vaccate da guinness. Avendo però campo e pubblico contro, togliamo pure 10 posizioni a testa. Ed eccoci al via
Day 1:
Kukushkin-Bolelli 7-6(6) 6-1 6-2
ci può stare, del resto abbiamo il numero 38 al mondo, contro il nostro 59
Golubev-Seppi 3-6 3-6 7-6(5) 2-6
bravo Andreas, essendo 45 al mondo, ha portato a casa la pagnotta contro il 71 kazako.

Day 2
Golubev/Nedovyesov-Bolelli/Fognini 6-7(4) 3-6 7-6(13) 4-6
bravi ragazzi, ai campioni slam nun je devi cacà er cazzo

Day 3
Kukushkin-Seppi 7-6(8) 6-0 6-4
contando che il Kid di Caldaro è numero 45 del mondo, contro il 38 kazako, possiamo anche accettare la sconfitta. Sì, forse quel 6-0 non era il caso di incassarlo, magari si poteva portare l'incontro al quinto e giocarsela ad armi pari. Pazienza, tanto c'è Fognini che porterà il sigillo
Nedovyesov-Fognini 7-6(5) 3-6 4-6 6-3 7-5
Nedovyesov è 110 e Fognini 32, non è possibile, c'è qualcosa che non va quindi proviamo a rifare i calcoli:
- Nedovyesov: aveva il campo geneticamente modificato per lui, pubblico a favore, il presidente del Kazakistan dalla sua parte quindi guadagnava forse più di 20 posizioni virtuali. Almeno 40 a cui aggiungerne 10 grazie ai punti raccattati alla Coop la sera prima.
- Fognini: superficie preferita la terra, giocava fuori casa, non c'era gnocca sufficiente, il pubblico era contro, ogni tanto entrava una striscia di luce dalle finestre, lo stato di forma non era proprio il massimo e c'era il fuso orario. Sì dai, qui ci stanno almeno 50 posti virtuali in meno. Tiriamo le somme:
reale posizione di Fognini: 72
reale posizione di Nedovyesov: 80

Niente da fare, non riusciamo proprio a trovare un motivo per la sconfitta col Kazakistan. Ah un attimo, ce ne stavamo per dimenticare: i giudici di linea!! Ecco che tutto torna!

Sicuramente, ci scommettiamo la casa, è andata in questo modo: giorni prima (ma forse mesi) è stata reclutata una brigata di 9 elementi scelti col preciso ordine di chiamare fuori ogni palla degli italiani e dentro quelle dei kazaki. Si sono svolti veri e propri corsi di addestramento per affinare questa arte, in modo che nella frazione di tempo che il giudice di linea ha per chiamare la palla, pensasse esattamente come pilotare il match. Dell'occhio di falco chi se ne fotte! Questo indottrinamento è stato eseguito proprio mentre si creava il campo scientificamente studiato per far giocare da dio prima Kukushkin e poi Nedovyesov. Sì ne siamo sicurissimi, è andata esattamente così! Tout est pardonné...

Abbiamo esordito dicendo che la Davis per certi aspetti è una buffonata e tutt'ora lo pensiamo. E' una competizione che raramente ha logica e continuità tra gli anni proprio perché si basa su individualità messe assieme per l'occasione e non su una fissa squadra per nazione. Si pensi al disastro della Svizzera per esempio. Ciò che abbiamo visto in questo weekend ad Astana non è stato altro che la conferma che la solidità mentale dei singoli tennisti italiani si spezza con un grissino, esattamente come succede con chi nel tennis perde. Contro il Kazakistan non servivano cinque set, tanto meno cercare le righe per vincere. Bastava fare due cose giuste in ogni match. Invece ne sono state fatte tre sbagliate, per tre giorni di imbarazzo, dove alla fine si è riusciti a togliere fuori la classica scusa italiana: abbiamo perso per colpa dell'arbitraggio. La Davis sarà una buffonata e noi siamo i primi ad aver scritto una marea di buffonate in questo post, ma la cosa più grave e seria è che scaricando la colpa sul classico capro espiatorio sportivo italiano, l'arbitro, non si fa altro che passare dalla parte dei buffoni.

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