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martedì 26 febbraio 2013

Saranno famosi... O solo fumosi?

 di Andrea Giannuzzi

Cari amici di ControBreak volevo proporvi un’analisi sul futuro del tennis maschile.

Un giorno Federer e Nadal smetteranno di giocare, Nole e Murray invecchieranno e qualcuno dovrà prendere il loro posto, ma chi? Sono cinque i tennisti che si sono messi in luce in questi due anni: Dimitrov, Raonic, Tomic, Goffin, Janowicz. La cosa che può consolarci è la varietà di questi futuri protagonisti, tutti in possesso di caratteristiche ben distinte, nessuno dei quali assomiglia neanche lontanamente a un pallettaro.

lunedì 25 febbraio 2013

Tsonga domina sul mononeurone, Ferrer vince in Argentina e Nishikori suona il rockabilly

Il menù era promettentissimo. Ci attendeva una giornata da indigestione con le finali di Marsiglia, Buenos Aires e Memphis. Ma lo chef del tennis forse non ha dosato bene gli ingredienti e tutta questa abbondanza, si è ridotta solo al primo piatto del giorno. Gustosissimo, però il resto è stato abbastanza scontato o insapore.

domenica 24 febbraio 2013

Berdych-Tsonga: un neurone per due

Se questi due signorotti non avessero il cervello di dimensione infinitesimale, forse al vertice ci sarebbe più varietà, gli ultimi 5 anni anni avrebbero avuto nomi differenti accanto a ogni Slam e forse ci saremmo divertiti molto di più a guardare le fasi finali dei grossi tornei. Ma Berdych e Tsonga si spartiscono un neurone in due e quindi sono capaci di fare la partita perfetta, e spazzare via chiunque, oppure pena totale. Purtroppo, quando serve, prevale la seconda. Sono così, la loro rendita è casuale, come il lancio di una moneta, come la presenza o meno del neurone in testa.

sabato 23 febbraio 2013

Errani vince tra le Cichis ed è in finale a Dubai. Del Potro crolla a Marsiglia

Più che match di tennis è stato un funerale. Dopo un giorno di feste per la doppia semifinale azzurra raggiunta a Dubai, tutto è stato vanificato da un incontro dove a fatica si trattenevano i nervi. I nostri. Da spettatori non abbiamo assistito a un punto decente e tutto ciò che si trova al di sotto della cintura ha raggiunto altitudine -18. Straziante. Ci mancava solo che Errani e Vinci si mettessero a piangere durante la partita. Nel tennis non esiste il pareggio, per cui ad ogni match ci sarà sempre un vincitore e uno sconfitto. Sono dati di fatto, chi arriva nel circuito pro ha giocati innumerevoli incontri per cui convive con questa realtà. Sara e Roberta sono diventate due sorelle adottive, si amano. Bellissimo, troppo carucce, niente da dire, ma che una avrebbe dovuto perdere si sapeva  Quindi sarebbe stato bello almeno giocare per divertitesi, poi come va, va. Forse siamo troppo cinici noi, ma c'è poco da poetizzare e fare i romantici. Il tennis è questo e non 80 minuti di pallette per non sentire la colpa di provare un vincente. Morale della favola Errani ha portato a casa la partita con un doppio 6-3 e l'unico sorriso tra le due è stato al momento della stretta di mano. Liberazione per loro, ma soprattutto per noi. Sara troverà in finale la Kvitova, che ha regolato in due set la Wozniacki.

venerdì 22 febbraio 2013

A Dubai è Cichi contro Cichi, per un posto in finale. Nessuna grossa sorpresa nei tornei ATP

Avremmo voluto dedicare l'immagine di copertina all'imprescindibile Marco Trungelliti, visto che nemmeno il profilo ATP è provvisto di foto, ma forse è meglio onorare la semi-cichis-finale. Sarà infatti il derby "fratricida" azzurro tra Errani e Vinci a decidere la prima pretendente al torneo WTA di Dubai 2013. Sara ha battuto in tre set la Petrova, mentre Roberta, appena trentenne, si illumina d'immenso schiacciando la numero nove del mondo, Samantha Stosur. Dall'altra parte del tabellone saranno Kvitova e Wozniacki a darsi lotta per l'ultimo atto del torneo.

lunedì 18 febbraio 2013

Del Potro, Nadal e Raonic stravincono le finali della settimana

Un'altra settimana di tennis è andata e porta le firme di Del Potro, Nadal e Raonic, rispettivamente opposti a Benneteau, Nalbandian e Haas. Tra i tre il torneo più importante era indubbiamente Rotterdam, prima di tutto perché un 500 e poi per la lista di partecipazione che vedeva anche Federer in campo. L'elvetico è stato cacciato via da un Benneteau che poi ha confermato i suoi giorni di grazia, eliminando in semi il connazionale Simon e guadagnando così la finale. Nell'ultimo atto è riuscito a tener testa a Del Potro per appena un set, poi perso al tie-break. Il secondo parziale si è chiuso invece con un 6-3 in pieno controllo per l'argentino. Di positivo per Bennetteau c'è il fatto di essere riuscito a non "sporcare" il suo zero nel conteggio delle finali giocate e vinte. Per lui un bel 0-8. Del Potro ringrazia e alza volentieri il trofeo al cielo, ma non avrebbe potuto fare altrimenti. Chissà se il cinismo e la sicurezza che l'hanno contraddistinto dalla semifinale in poi, si sarebbe palesato con ancora la sua bestia nera Federer in gara...

domenica 17 febbraio 2013

Seconda finale per Nadal dopo il rientro, a Rotterdam favorito Del Potro e Raonic-Haas illumina San Jose

Al momento della conferma alla tappa sudamericana di Nadal, non c'erano dubbi che lo spagnolo avrebbe almeno garantito la presenza fino alle finali. Ma mai ci saremmo aspettati la debacle in finale di Viña del Mar con Zeballos e ancora meno i tre set contro Berlocq e ieri notte con Alund, lucky loser del torneo. Rafa ha giocato due tornei praticamente senza avversari eppure ha sempre avuto di che preoccuparsi. L'entusiasmo di averlo visto tornare a pieno regime è durato il tempo di due match, dopo di ché il maiorchino si è quasi mischiato alla massa di terraioli pallettari che invadono ogni anno il Sud America. E' preoccupante. Alla luce dei primi giorni da leone, i problemi di Nadal, più che di natura fisica, sembrano psicologici, nonostante si giochi sulla sua amata terra. Per rincarare la dose, oggi dovrà affrontare la finale contro Nalbandian, l'unico giocatore che non lo teme di default nel circuito. Potrebbe essere la svolta verso la gloria o l'abisso.

sabato 16 febbraio 2013

Benneteau spazza via Federer. Nadal si piega, ma non si spezza... contro Berlocq. Bolelli c'è!

Dopo il misero fallimento a Wimbledon 2012, dove Julien Benneteau ha toccato aberranti picchi di compassione prima di perdere al quinto, il francese è riuscito a battere Federer, ancora meglio di come fece nel 2009 a Parigi Bercy.  Ebbene sì, perché se in quell'anno vinse al terzo faticando parecchio, ieri ha spazzato via lo svizzero quasi senza rendersene conto. E allo stesso tempo, anche noi da casa abbiamo faticato ad accorgerci se in campo ci fosse Roger o il suo emulo Dimitrov. Classica giornata no dello svizzero, dove si sono contate più le stecche che i vincenti e il servizio è stato lasciato in Australia a saltellare coi canguri. Anche questo fa bene al tennis perché, mentre prima si poteva pronosticare un torneo a senso unico, ora il tabellone del 500 di Rotterdam presenterà qualche incognita in più, che manterrà viva l'attenzione.

venerdì 15 febbraio 2013

Bolelli e Volandri saltellano di salute ai quarti di San Paolo. A Rotterdam "au revoir" Gasquet

E' la settimana dell'Italia! Sanremo irradia gorgheggi agghiaccianti di Al Bano dalla Russia all'America, Berlusconi guadagnando altri punti inneggiando alle tangenti per essere competitivi con gli altri stati, e Volandri e Bolelli approdano i quarti dell'ATP di San Paolo, battendo Bellucci e Monaco. Alè! Filippo ha da difendere la finale del 2012, per cui è costretto a fare gli straordinari, per Simone invece trattasi di vero e proprio miracolo, perché battere l'argentino sulla terra non è certo un'impresa semplice. Ovviamente non dimentichiamo che Pico la settimana scorsa ha perso anche da Rufin in Cile, quindi è evidente non stia proprio al meglio della sua salute. Ma non tralasciamo nemmeno che Bolelli ha fallito miseramente con giocatori scarsi messi molto peggio. Quindi prendiamo con positività il risultato degli italiani e speriamo di vedere le loro facce anche in semifinale.

lunedì 11 febbraio 2013

Viña del Mar: Zeballos doma il toro in gabbia e Nadal passa dalle stelle alle stalle

Per tutte la settimana l'abbiamo chiamato Viña del Rafa, perché non si poteva fare altrimenti. Era un challenger mascherato da 250, con la presenza dello spagnolo, sulla carta, 100 spanne sopra chiunque altro. Poi c'è stata anche la sconfitta al primo turno di Monaco, l'unico potenziale problema. Il torneo non poteva che chiudersi con la vittoria di Rafa. Invece la sceneggiatura stavolta riservava uno di quei finali che lasciano con la bocca aperta durante i titoli di coda. Nadal, da iperfavorito del torneo, arrivato a due punti dal match si è visto ribaltare la gara da Zeballos e perdere 6-4 al terzo. Un incubo per lui, ma soprattutto per i suoi tifosi, che stavano già immaginando faville, dopo essere rimasti a stecchetta per ben sette mesi.

sabato 9 febbraio 2013

Sempre più Viña del Rafa!

Procede senza la minima preoccupazione il primo torneo del 2013 di Nadal. Dopo l'esordio contro Delbonis, dove c'è stato solo un game di smarrimento, ieri si è quasi visto il vecchio rullo compressore sul rosso. Sono bastati meno di 90 minuti allo spagnolo per buttar fuori il connazionale Gimeno-Traver e aiutare l'organizzazione del torneo a far quadrare il bilancio con un altro pienone per le semifinali.

giovedì 7 febbraio 2013

Tornano le smutandate, a Viña del Mar Nadal spazza via Delbonis

Si è fatto attendere dai suoi tifosi per circa sette mesi, da quando l'allora semi-sconosciuto Lukas Rosol lo impacchettò in cinque set e lo fece fuori a Wimbledon, regalandoci una serata orgasmo già deliziata dalla vittoria dell'Italia sulla Germania agli europei di calcio.

Da allora una serie di notizie contrastanti sul suo stato di salute. Infortunio serio, non serio, sindrome di Hoffa curata giocando a golf e a poker e i due Slam saltati, New York 2012 e Melbourne due settimane fa, perché ancora non completamente recuperato per una gastroenterite fuori programma.

lunedì 4 febbraio 2013

Coppa Davis 2013: 3-2 tra Italia e Croazia. Il movimento saltella di salute ai quarti

Fiato alle trombe! L'Italia si ritrova ai quarti di Davis dopo (solo) quindici anni di nulla incontrastato. Ora è tra le otto nazioni più forti del tennis mondiale (!). A portare a casa il prezioso e ormai storico passaggio del turno sono stati Seppi, Fognini, Lorenzi e Bolelli, direttore d'orchestra Barazzutti. A farne le spese, una Croazia sulle spalle dei due fraticelli da Medjugorje, Cilic e Dodig, che si sono lasciati condizionare dal magico clima Davis (cit.) e hanno fatto sì che il pubblico italiano diventasse il loro quinto avversario. Dei nostri c'è poco da dire, anche perché in passato ne abbiamo stra-parlato e sicuramente non sarà la vittoria di ieri a farceli incensare gratuitamente. Bravi, ma se col pubblico a favore ci impensierisce una squadra monca, che figura faremo fuori casa contro il Canada di Raonic (=2 punti sicuri) e Nestor?

domenica 3 febbraio 2013

Coppa Davis 2013: 2-1 tra Italia e Croazia. Ma attenzione ai miracoli da Medjugorje...

Barazzutti ha avuto ragione, è riuscito a cancellare i dubbi di parecchi (e anche nostri) sul doppio. Ha schierato una coppia che è stata capace di portare a casa il preziosissimo punto del 2-1, che fa tornare al famoso 51% la possibilità di vittoria all'Italia. Bolelli e Fognini sono stati bravi a sufficienza per non complicarsi troppo la vita e guadagnare il successo. Due tennisti rubati al singolare, che si compensano a vicenda negli alti e bassi reciproci, riuscendo a ottenere una stabilità abbastanza continua. Ragion per cui è forse meglio si dedichino solo a questa specialità, perché potrebbe essere la volta buona per vedere un italiano (anzi due) a Londra per i Masters. Dall'altra parte del campo due puri singolaristi, Dodig e Cilic che, nonostante le preghiere mandate per raccomandata a Medjugorje, non hanno ricevuto il miracolo del giorno e hanno pagato la mancanza di esperienza nel doppio, perdendo in quattro set. Anche se c'è da dire che i fraticelli stavano imparando abbastanza velocemente!

sabato 2 febbraio 2013

Coppa Davis 2013: 1-1 tra Italia e Croazia. Il doppio che scotta!

Dopo la prima giornata di Davis è conto pari tra Italia e Croazia, ma doveva essere due a zero... dicevano. Sul "pronti, partenza... via!" a Fognini è venuta la febbre ed ecco che il fantomatico 51% per gli azzurri, si è tramutato in un 49%. E a dirla tutta, non si capisce da che pulpito la presenza del ligure avrebbe dovuto ispirare questa sicurezza di trionfo... Vabé, se lo dicono loro... Per la prima giornata capitan Barazzutti se l'è cavata nel modo meno peggio, tra Bolelli, ormai doppista domenicale, e Lorenzi, ha scelto il lottatore Paolino. Per il secondo incontro ha invece saggiamente tenuto Seppi, unica "sicurezza" della squadra. Il senese ha onorato e santificato la convocazione dell'ultimo secondo, conducendo una partita esemplare contro Fra' Cilic. Inutile dire che il paragone tra i due non sussisteva nemmeno, il croato vanta una potenza, tecnica ed esperienza maggiore rispetto all'italiano, ragion per cui non poteva far altro che vincere.